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Sono in reggiseno e con i jeans, legata a una sedia e aspetto che gli scagnozzi di Rumlow mi interroghino. Sempre che vogliano interrogarmi. Intanto rifletto su quante cose siano cambiate in quella miserabile cella. Il mio rapporto con Bucky si è fortificato intensamente da quella sera in cui gli ho parlato della mia famiglia. Per lui, ora provo un sentimento nuovo ma sicuramente molto positivo. Se fossi stata sola magari sarei morta di angoscia ma grazie a lui sono sempre viva. Mi possono fare qualsiasi cosa ma io non morirò così facilmente. Se rivedrò la mia famiglia, dovranno ringraziare il Soldato d'Inverno. Quest'ultimo ora è sdraiato su un tavolo da laboratorio, immobilizzato alle braccia e alle gambe, sta a petto nudo con i pantaloncini estivi e degli aggeggi strani sulla sua testa lo fanno urlare. Pierce è dietro i macchinari e sorride. L'uniforme strappata di Bucky è sul pavimento, ai piedi di Rumlow. Devo tenere gli occhi chiusi perchè non sopporto di vedere le sue torture. E' come se lo facessero a me o alle mie sorelle. Il tempo che passa mi sembra infinito, anche se potrebbero essere pochi minuti. Non so nemmeno da quanto siamo qui. Mi ero addormentata, abbracciata dal Soldato d'Inverno, nella cella e mi sono risvegliata in questo strano laboratorio. Pierce fa un cenno a uno dei suoi scagnozzi, il quale spegne i cosi che torturano Bucky. -Adesso è pronto per la missione.- Il Soldato d'Inverno apre gli occhi. L'azzurro mare è quasi del tutto sparito. So che c'è ancora una parte di lui che lotta per riavere la sua vera identità. Jasper lo fa alzare in piedi. -D'ora in poi, sarò io a darti ordini, Barnes. Io sono il tuo capo! Io, l'Agente XY!- Scoppio a ridere. -Un attimo, come hai detto? Sei l'Agente XY?- Jasper annuisce e spinge via Bucky. -Esatto.- Alzo le spalle e rabbrividisco. -Però, che fantasia. Perchè non ci chiami i tuoi figli così?- Lui trema di rabbia. Rumlow mi punta un coltello al cuore. -Chiudi la bocca, tu sei la prossima.- Continuo a sghignazzare. Pierce stringe i capelli di Bucky e gli sussurra qualcosa. Non riesco a smettere di ridere. -Cosa c'è ora, Elanor?!- sbraita l'ex capo dello SHIELD. Indico con la testa Jasper. -Scusatemi, dico davvero. E' solo che quello si è inventato il nome in codice più ridicolo del mondo!- Agito le gambe. Persino qualche scagnozzo di Pierce sta ridendo piano. -Ma avevi un nome alternativo? Come "l'Agente Saputello" o "l'Agente ABCDEFGHI..."- Elenco tutto l'alfabeto e quasi ogni uomo nella stanza ride con me. Rumlow mi mette una mano sulla bocca e avvicina il coltello all'altezza del torace. -Nuovo piano. Prima uccidiamo te.- Toglie la mano dalla mia bocca e lo guardo fisso negli occhi. La punta del coltello mi sfiora la pelle. -Beh, meglio morire che vivere come una demente di merda corrotta, convinta che Agente XY sia un bel nome in codice irriconoscibile.- Pierce allontana Rumlow, che lancia il coltello sul tavolo accanto a me. -Non è ancora arrivato il momento di ucciderla. Lo faremo al momento opportuno.- Storco la bocca ma una parte di me sospira di sollievo. Qualcuno raccoglie l'uniforme di Bucky e lentamente il laboratorio si svuota.

"Strano che non lascino nessuno a tenermi d'occhio. Sono una ragazza birichina io." Aspetto chissà quanto in attesa che mi venga in mente qualcosa. A un tratto, mi viene un'idea originale. "Potrei prendere il coltello con un piede e tagliare le corde che mi tengono legata a questa cosa." Col piede destro, mi tolgo la scarpa sinistra il più silenziosamente possibile. Alzo la gamba, mi tolgo il calzino con la bocca e lo sputo a terra. -Bleah! Qui non mi permettono nemmeno di lavarmi. Mi sa che moriranno prima di me.- Faccio scricchiolare le dita dei piedi e afferro il coltello. -Sì!- esclamo. Ma devo subito mollare la presa perchè Pierce e i suoi uomini sono tornati. Bucky è l'ultimo ad arrivare. -Lasciate qui i fidanzati. Dobbiamo uccidere Rogers da soli. Lui non sarà mai capace di farlo di persona.- Sussulto. Il Soldato d'Inverno mi fissa come se fossi chissà chi. L'ex direttore dello SHIELD fa un cenno ai suoi uomini ed escono nuovamente. Stavolta siamo rimasti soltanto io e Bucky.

Stento a credere che vogliano uccidere Steve. Mi chiedo dove sia in questo momento. Il Soldato d'Inverno mi osserva come se fosse in trance. Sono ancora legata e non posso nemmeno alzarmi. Gli faccio un cenno. -Bucky, passami quel coltello. Mi serve.- Lui resta dov'è. Ruoto gli occhi e tento la mossa che ho fatto prima. Stavolta riesco a prendere il coltello e a tenerlo in mano, facendo attenzione a non toccare la lama. Chiudo gli occhi e mi concentro. Dopo un paio di minuti sono libera. Per tutto questo tempo, il mio compagno di cella non ha mostrato alcuna emozione. Lentamente, allungo una mano verso il suo viso. -Ehi, Bucky. Sono io.- Nessuna reazione. -Non ti ricordi di me?- Stavolta vedo un leggero cambiamento nei suoi occhi. -Qualunque cosa tu abbia fatto, non eri tu. Sono stati loro a obbligarti.- Mi avvicino sempre di più a lui. Allontana la faccia, come se si aspettasse che lo schiaffeggiassi. Ora parlo a voce molto bassa. -Sei l'amico che non ho mai avuto dopo Steve.- Alla parola "Steve" si alza in piedi. -La mia missione! La mia missione!- Sbuffo di delusione. "Elanor, sei una cretina!" Grido il suo nome più volte, in modo che lui si calmi. -Bucky, ti prego... torna da me...- Lui mi fissa quasi con timore. -Ti voglio aiutare perchè...- Deglutisco e il Soldato d'Inverno si avvicina a me. -Perchè mi vuoi aiutare?- Accarezzo una parte del suo viso. -Perchè può essere che...- Lui scrolla la testa e i suoi occhi tornano ad essere normali e non più in trance. -Che io ti ami.- E' Bucky a finire la frase. Rido e lo abbraccio. -Sì! Sei tornato davvero!- Sento l'urlo di un vecchiaccio che odio e lascio andare il Soldato d'Inverno. -Ora basta!!!!- Pierce entra nel laboratorio insieme ad altri uomini e colpisce Bucky sulla testa. Digrigno i denti e salto addosso all'ex direttore dello SHIELD ma i suoi scagnozzi riescono a fermarmi. Ma i miei aggressori muoiono improvvisamente. Mi volto e vedo il Soldato d'Inverno con un fucile. Pierce fa un sorrisetto. -Avanti, sparami.- Ma Bucky posa il fucile a terra. -Non sarò mai come te!- Il vecchio ridacchia e gli da uno schiaffo così forte che il Soldato d'Inverno sanguina. -Lo sei già.- Poi se la svigna fuori dal laboratorio. Guardo con disprezzo i cadaveri e sogghigno. -Così imparano.- Bucky mi fa cenno di allontanarmi e spara a una finestra sul soffitto che porta vicino alla nostra cella. Mi copro la testa con le braccia. Lui esce dal laboratorio per prendere una scala. Non ci vuole molto per lui tornare. -Sali, io sono dietro di te.- Spalanco gli occhi e faccio come dice. "Mi sta aiutando a fuggire!"

Quando arriviamo in cima, nessuno sta a guardia della nostra cella e di Pierce non c'è traccia. Facendo attenzione a non toccare i vetri, aiuto Bucky a finire la salita. Poi tira su la scala e se la porta dietro, conducendomi verso un'altra finestra sul soffitto. Da lì vedo la fioca luce della luna piena. Posa la scala, spara di nuovo e il vetro si infrange completamente. Stavolta i vetri non rischiano di venirci addosso. Dopodiché, Bucky posiziona la scala e mi incita a salire nuovamente. -Tu non vieni?- Lui sospira. -Lascia questo posto! Ti prego!- Scuote la testa. -Non posso.- Sussulto. -Che vuol dire non puoi? Mi avevi chiesto di aiutarti ed è quello che farò. Vieni con me.- Per tutta risposta, posa la fronte contro la mia e poi mi bacia. -Addio, Elanor.- mi sussurra, quando mi lascia. Le lacrime mi scendono silenziosamente dalle guance e lo abbraccio. -Tornerò a prenderti.- dico e lo lascio andare. Salgo su per la scala e quando arrivo fuori lo guardo come se fosse per l'ultima volta. Lui annuisce e se ne va.

Sono vicina all'entrata principale della banca, che adesso è vuota. Tolgo i frammenti di vetro col piede con cautela e furtivamente mi incammino verso la città buia, illuminata leggermente dai pali della luce e dalla luna. Penso al Soldato d'Inverno, che ha preferito far scappare me piuttosto che sé stesso. L'Hydra non è riuscita a corromperlo del tutto. Mi volto indietro e con le lacrime agli occhi faccio un giuramento silenzioso. "Ti salverò, Bucky Barnes, fosse l'ultima cosa che faccio." Quando raggiungo un vicolo cieco, batto la schiena contro il muro e mi siedo sull'asfalto, stringendomi le ginocchia. Comincio a singhiozzare per il ricordo che ho di lui; la gentilezza che Pierce e Rumlow hanno tentato di togliere, quando era in cella con me, quando ha dato quasi tutti i suoi pasti a me e ne ha fatto a meno lui, i suoi abbracci. Poi mi viene in mente la mia famiglia e mi rialzo. Annuisco. "Mi ha liberata per farmi tornare a casa. Lui non ce l'ha più..." Riprendo il mio cammino verso casa. Intanto, la luce della luna è sparita e sta cadendo la pioggia. E' ancora buio pesto, sebbene dovrebbero essere le 7 di mattina circa. -Farah, Andrea, Aragorn, sto tornando a casa.-

Nota dell'autrice: buon pomeriggio a tutti :) ormai si è capito che una parte della quarantena la passo a pubblicare nuovi capitoli di questa storia (soprattutto nel mezzo della settimana e nel weekend :D ) 

Non ho granché da dire per questo capitolo, a parte il fatto che il punto di vista narrativo è di Elanor e ci sono un paio di citazioni (stavolta non dico da dove ma vi do un indizio: uno è da un altro film MCU e l'altro da un corto Disney su Pippo Sport). 

Detto questo, vi auguro una buona domenica e una buona lettura ^^ non muovetevi da casa se non per motivi veramente necessari (lo so, sto diventando noiosa pure io)   

Il soldato d'invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora