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-Sta attenta, Andrea. Ci sono dei vetri rotti qui.- avverto mia sorella, che rischia di calpestarne uno. Ci troviamo vicino all'entrata della banca di cui ci ha parlato Sam. Messi da una parte, ci sono dei pezzi di vetro di finestra, che è alla nostra sinistra. Non facciamo caso alla pioggia battente perchè c'eravamo abituate quando vivevamo per strada. Andrea sbuffa. -Certe volte sembri la mamma.- Scuoto la testa. -Credimi, la mamma ti avrebbe rimproverata di più.- Lei da una sbirciata dentro e mi indica qualcosa all'interno. -Qui c'è una scala, Farah. Dobbiamo scendere.- dice ed entra per prima. La seguo e scendo la scala. A un certo punto, forse a causa dell'acqua piovana, un piolo cede sotto il peso del mio piede, che sbatte contro la testa di Andrea. -Oh! Fa attenzione, Farah!- Domando scusa a mia sorella ed evito il pezzo mancante. Lei salta giù da un metro d'altezza con grazia, come ci avevano insegnato. -Strano che nell'addestramento non ci fosse l'esercizio "salto da un furgone in moto".- dice e si ripulisce i vestiti. Atterro subito dopo Andrea e le metto una mano sulla spalla. -Dovremo introdurla noi, sorella. Ora vieni, dobbiamo cercare Elanor.-

Mi guardo intorno per studiare il luogo in cui siamo. E' una specie di prigione sotterranea con poche celle, con una pozza sotto la finestra da cui siamo entrate. In disparte, c'è una scrivania con quaderni completamente pieni e tante penne e matite. -Sicura che sia questo il posto?- chiede Andrea a bassa voce. Ovviamente non dobbiamo destare sospetti, perciò ci muoviamo piano, anche se siamo bagnate fradice, e parliamo sottovoce. Annuisco ed esploro le celle ma sono vuote. E la cosa ancora più strana è il fatto che tutta la prigione sia vuota. Comincio a chiamare Elanor a voce bassa ma non ricevo risposta. Andrea mi fa un cenno ed indica una finestra rotta. -Qua sotto c'è un laboratorio pieno di vetri sparpagliati.- sussurra. Mi sporgo per vedere meglio il laboratorio sottostante. Senza la scala, è un salto di 3 metri circa e nessuno vorrebbe atterrare sul vetro. All'improvviso arriva qualcuno e mi allontano. Andrea invece resta dov'è e devo tirarla indietro. -Chi c'è?- chiede una voce sofferente. L'ho già sentita. Appartiene al Soldato d'Inverno. 

-Siamo quassù. Non c'è nessuno lì con te?- rispondo io. Andrea mi guarda un po' male. -Con chi diavolo parli, Farah?- Mi protendo ancora e vedo proprio il rapitore di mia sorella nel laboratorio. Lo guardo per un momento e lui ricambia il mio sguardo. Ha gli occhi color del mare sofferenti e rossi, come se avesse pianto. -Saltate pure, vi aiuto io.- dice. Stavolta il suo tono di voce è normale, come se volesse nascondere il suo dolore. Andrea si allunga accanto a me per vedere con chi parlo. -Ehi, tu! Dov'è Elanor?- Lui scuote la testa. -L'ho lasciata andare.- Sussulto e mia sorella annuisce. -Sì, bravo. Aspetta, cosa?- Mi preparo a saltare ma Andrea è più veloce e il Soldato d'Inverno l'afferra ed entrambi cadono una sopra l'altro. Mia sorella si alza subito e lo allontana come se fosse una cacca. Dopodiché, salto giù anch'io e il rapitore di Elanor ripete quello che ha appena fatto ad Andrea con me. Mi alzo subito e lo guardo in cagnesco, evitando il vetro ai miei piedi. -Vuoi dire che mia sorella non è più qui?- Lui annuisce. -Mi hanno picchiato e lei mi ha aiutato a tornare in me.- Silenzio. Andrea girovaga per il laboratorio, incuriosita dagli strumenti di studio e tortura presenti. -Voi siete la sua famiglia?- Stavolta sono io ad annuire. -Ti ha forse parlato di noi?- Lui ride appena. -Sì. Mi ha detto i vostri nomi.- Ruoto gli occhi. Andrea ha sentito tutto e sbraita: -Smettila di parlare per enigmi! Vuoi sputare il rospo o no? Dicci dov'è! E soprattutto, perchè questo posto è vuoto?!- Faccio cenno a mia sorella di tacere. Il Soldato d'Inverno sospira. -Non lo so dove sia! Diceva che sarebbe tornata a casa dalla sua famiglia.- Una lacrima solitaria gli scende dalla guancia. -Forse è meglio così...- Incrocio le braccia. -Perchè non sei scappato anche tu?- Lui scuote la testa. -Se resto, magari la lasciano in pace. Se fossi andato via con lei, mi avrebbero catturato di nuovo. Non se lo sarebbe mai perdonato.- Spalanco gli occhi e il Soldato d'Inverno da conferma ai miei pensieri. -Amo vostra sorella.- Andrea smette di esplorare il laboratorio. -Come hai detto?- La fisso. -Ha lasciato scappare Elanor perchè la ama. Cosa c'è da capire, Andrea?- Lei rimane a bocca aperta dallo stupore e dal disgusto. -Chi è Elanor per te, assassino?- chiede mia sorella. Lui si accomoda su una sedia nera piena di corde tagliate. Andrea si avvicina per prendere il coltello sotto il mobile e se lo nasconde dietro la schiena. Il Soldato d'Inverno non risponde. -Dai, su, parla. Anche noi vogliamo aiutarti.- dico con gentilezza. Lui continua a restare in silenzio. Andrea gli da una gomitata ma si fa male. -Ma che hai al posto del braccio? Un pezzo di metallo?- Finalmente si decide a parlare e ci racconta del suo rapporto con mia sorella più piccola. Io e Andrea ascoltiamo senza fare domande. Incredibilmente, lei abbassa il coltello e lo rinfodera. -Ecco chi è lei per me.- dice alla fine.

Nota dell'autrice: buongiorno ^^ il  nuovo capitolo  è raccontato dal punto di vista di Farah. Anche se è il capitolo più corto, ammetto che sono stata "leggermente" malinconica nel descrivere cosa provasse Bucky (ma proprio leggermente). Stavolta non ci sono citazioni da altri film o libri (se non ci metto citazioni, non sono contenta :P) Detto questo, vi saluto. A presto ^^  

Il soldato d'invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora