Capitolo 1: Il Principio Di Minima Azione

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È un giardino soleggiato quello di N: 41° 44'30 '' E: 12° 20'52 '', chiamato da tutti il ​​giardino di Via Teodoto, tranne che da un ragazzo, che chiamava quel famoso giardino con le sue coordinate geografiche . Non poche persone gli chiesero il motivo di questo suo vizio, ma le stesse persone rimasero per sempre senza risposta. Era era solito andare li, verso le cinque del pomeriggio, portando con sé un libro considerato da molte persone molto particolare, da altre un libro molto difficile. Non si sapeva molto di questo libro che lui portava con sé, quello che era noto era il titolo, ovvero: "Lezioni Approfondite Di Meccanica Lagrangiana". La gente che vedeva questo titolo era spaventata e stupita allo stesso tempo, come se non sapessero cosa volesse dire, ma allo stesso tempo ne erano spaventati.

Erano le sette quando lui iniziò un incamminarsi verso casa, pensando all'allenamento che doveva necessariamente sostenere un'ora dopo, fortunatamente aveva la possibilità di stare quel poco tempo con i suoi genitori: Sabrina e Paul, sì, quel Paul.

<Bentornato Michelangelo>. Queste dolci parole erano pronunciate per la maggior parte da sua madre, che in quell'ora di riposo si divertiva a sentire il figlio che leggeva quel suo libro. Lo sguardo di questa donna era profondo ma allo stesso tempo stupito, come se non capisse nulla di ciò che il figlio stesse leggendo, ma allo stesso tempo era affascinata dalla sua capacità di amare la Fisica.

Essendo stanca di non capire, Sabrina si fece coraggio e chiese: <Michi, di cosa stai parlando?>. Il figlio la guardò con occhi compiaciuti, ma non gli rispose, subito dopo si girò di colpo e continuò a leggere imperterrito.

Di colpo suona la sveglia: si erano fatte le otto, in quel momento Michelangelo prese la borsa e la mise in macchina del padre, che lo portò agli allenamenti come ogni giorno. La Pallanuoto era lo sport praticato da questo ragazzo, considerato faticoso da molte persone, ed è davvero così, ma Michelangelo durante le partite e durante gli allenamenti nonsi stancava nemmeno per un secondo, tenendo sempre il suo sguardo serio econcentrato, così concentrato che molti definirono il suo sguardo come furioso, che non mollava l'avversario nemmeno per un attimo.

Durante gli allenamenti però, un ambiente caotico si riversava nelle piscine del centro sportivo, usando dai continui insulti verso il figlio di Paul, che era accusato di compromettere il loro gioco di squadra, giocando come se tutto girasse intorno a lui. Michelangelo però si difese con una semplice frase: <Se qua dentro avere una personalità è un crimine, farete molto meglio procurarvi una prigione, perché è lì che io rimarrò>.

Erano le dieci e mezza mentre Paul e suo figlio tornano a casa, ed è essendo unici due svegli, decisero di andare a dormire, o almeno così sembrava.

Sorge il sole del 21/12/2018, ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie, un giorno felice per molti ragazzi e soprattutto per Michelangelo. La madre, stupita, gli chiese il perché di questa sua felicità, e lui risponde: <F = ma, mamma>. Lei rispose non capendo: <Si questo lo so>. Di colpo il ragazzo è girò e registrato: <E quindi, ti pare poco mamma? F = ma, una delle leggi più importanti di tutta la fisica. Questa minuscola equazione racchiude in se la nascita di moltissimi studi, tra cui anche le cose che studia papà. Non puoi dire di sapere una cosa così>. La mamma rimase lì, guardando quel ragazzo in maniera aggressiva, come se volesse tirargli un pugno, e nel mentre il ragazzo sorrideva, era un incontro tra un sorriso di pena e un sorriso di compassione, ma alla fine i due si abbracciarono e lui disse : <Visto mamma, F=ma>

Sono le otto e dieci quando Michelangelo entra nel liceo scientifico Aristotele, o come da lui chiamato, il N: 41 ° 49'6 ''E: 12 ° 28'43 ''. Per lui era un giorno come gli altri, se non fosse per la quarta ora, in cui la classe aveva avuto fisica. Quello era l'unico motivo di gioia per lui, infatti non è mai andato molto bene nelle altre materie. I suoi compagni lo definivano come un ragazzo molto strano, infatti non era molto considerato all'interno di quella classe, e non si è mai capito se a Michelangelo questa cosa faceva piacere oppure no, ma sta di fatto che nessuno lo ha mai chiamato per uscire, nessuno gli ha mai rivolto la parola. In quell'ambiente lui è sempre stato educato, non ha mai perso nel salutare qualcuno o nel dire: <Salute!> Quando qualcuno starnutiva, ma a quanto pare gli altri non facevano lo stesso con lui, e lui pensava, e non smetteva di Pensare .

Sono le ore dodici e cinque quando la professoressa di fisica entra in classe, era odiata da tutti, era la professoressa più cattiva di tutte e di lei si dicevano cose che non posso raccontarvi qui. Sta di fatto però che a Michelangelo questa donna non faceva paura, anzi, era sempre pronto ad affrontare la sua ora con una sana dose di felicità ma allo stesso tempo di competizione verso di lei.

La prof non perse tempo e scrisse subito alla lavagna: F = ma, dopo neanche un secondo chiese all'intera classe se qualcuno sapeva cosa volesse dire, ma tutti tacquero. Solo una mano alzata si vide in quella classe, ed era proprio la sua. Senza perdere altro tempo la professoressa diede la parola a Michelangelo, che riassunse quel concetto usando queste parole:<Questaequazione è la sintesi della seconda legge di Newton, stabilisce che in unsistema inerziale la forza è direttamente proporzionale sia alla massa siaall'accelerazione, ma soprattutto che la direzione di quest'ultima coinciderà con quella della forza che dobbiamo calcolare>. La prof gli diede ragione, ma i suoi compagni guardarono quel ragazzo con un'aria un po' infastidita, forse perché pensavano che volesse fare il saccente a tutti i costi, ma non capivano che Michelangelo si vergognava a rispondere sempre alle domande, proprio per evitare questa reazione da parte delle persone che lo circondavano, questa fu l'ennesima conferma che i suoi ragionamenti erano veritieri. Erano le ore due del pomeriggio quando i cancelli di quella scuola si aprirono per lasciar andare una miriade di ragazzi pieni di gioia per le vacanze, ma a lui non interessava, era pronto a mettersi le sue amate cuffie per consultare una delle cose a cui teneva più di tutte, ovvero la sua rubrica musicale. Tornato a casa la sua routine non cambia, dopo aver mangiato prende il suo amato libro e si dirige nel solito parco per approfondire le sue conoscenze. Mentre si guardò intorno però, vide venire verso di lui una ragazza, all'inizio non diede tanto peso alla cosa, fin quando quella ragazza non venne da lui e disse: < Ei ciao, come va?>. lo sguardo di Michelangelo fu uno sguardo che si vede raramente, sorpreso ma allo stesso tempo felice di sentire quelle parole da una persona che non lo conoscesse. Lui ha detto con il sorriso: <Molto bene, grazie, per quale motivo sei venuta qua, da questo ragazzo che non parla mai con nessuno?>. Mentre finiva la frase spuntò un sorriso sulle labbra di Michelangelo, come se provasse quasi una specie di euforia nel parlare con quella ragazza, infatti lei gli rispose subito: <Proprio perché non parla mai con nessuno sono venuta io a parlare con lui>. Lui ancora più incuriosito dalle parole della ragazza, la invitò a sedersi lì insieme a lui, ma prima gli chiese il suo nome. Giulia si chiamava, quella bellissima ragazza che da quel giorno era entrata a far parte della vita di Michelangelo. A quel punto la conversazione iniziò, infatti il ​​figlio di Paul disse: <Perché sei venuta qui da me? Vuoi che ti dia lezioni di meccanica?> Disse sorridendo, ma la ragazza rispose avendo anche lei il sorriso sulla faccia: <Io sono sempre stata qui, a volte ti osservavo mentre leggevi quel tuo libro, sembrava come se stessi guardando la cosa a cui tieni di più a questo mondo. Sembri un ragazzo che ha molte storie da raccontare, io sono qui per sentirle tutte, per conoscerti al meglio e se me lo permetterai, vorrei essere come te>. Michelangelo non credette a quelle parole, era stupito da come quella ragazza aveva capito tutto, ma lui era già stato protagonista di una storia del genere, e non era stata una bella storia, per questo disse: <Sono belle parole quelle che sono uscite dalla tua bocca, ma fidati, essere come me ti porterà ad una vita dove ogni cosa che farai verrà criticata da tutti, a prendere delusioni in continuazione da parte di tutti, eccetto alcuni... sei davvero disposta a sopportare tutto questo?>. Lei prese la sua decisione, in quel momento rispose con tono deciso: <Non mi importa cosa penseranno gli altri, io voglio essere come te, non c'è cosa che desideri di più, lo giuro!>. Mentre la ragazza finì di parlare, scesero delle lacrime dal suo viso, come se quelle parole gli avessero ricordato una storia non molto felice. In quel momento Michelangelo non ci pensò due volte prima di abbracciarla e di regalarle quello che era il suo libro più prezioso, quello di Meccanica Lagrangiana. Le sue ultime parole furono: <Questo è per te, leggi tutto il primo capitolo, dove parla del principio di minima azione, domani ci rivedremo e ne riparleremo, sii forte perché io sarò lì con te>. Giulia non si era mai sentita così felice come in quel momento, finalmente aveva trovato qualcuno con cui condividere la sua eterna solitudine. Tornata a casa, quella ragazza aprì subito il libro per leggere il primo capitolo, non capì molto di quello che c'era scritto, ma alla fine del capitolo c'era un enunciato che catturò in modo esponenziale la sua attenzione: era l'enunciato del principio di minima azione. Non era difficile, in quelle righe erano scritte le seguenti parole: <Nei fenomeni della natura l'azione vienesempre minimizzata>. Queste parole giravano per la testa di Giulia per tutta la notte, finche anche lei iniziò a capire. 

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