Capitolo 7: Gravitazione

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"Lascia che io ti doni tutto quello che ho: il mio cuore"

Erano momenti meravigliosi quelli che Michelangelo stava trascorrendo con i suoi compagni, pieni di felicità e di voglia di continuare a vivere. Entrati nel bar il nostro protagonista esclamò:<Amico mio, fammi un favore, facci 20 birre per me e per i miei amici, se lo sono meritati. Tranquillo che sta sera offro io>. Il barista ormai lo conosceva bene e si sbrigò a far uscire queste birre per la sua compagnia. In quel momento tutti stavano soltanto pensando a bere con gran gioia, quando Michelangelo alzando il suo bicchiere al celo disse:< Ragazzi, facciamo un brindisi, alla nostra fratellanza!>. Tutti alzarono i bicchieri al cielo urlando:<A noi, ma soprattutto a te, che ci hai reso migliori di prima!>. Fu una serata al quanto memorabile, all'insegna del divertimento e delle risate in compagnia. Si erano fatte ormai le 11 di sera e quasi tutta la compagnia era andata via, in quel bar erano rimasti soltanto Giulia e Michelangelo che non finivano più di ridere. Ad un tratto il nostro ragazzo chiese alla sua compagna:<Senti, i miei genitori sono fuori sta notte, che ne dici di farci una nottata sulla spiaggia?>. Lei rispose subito dopo:<Sarei veramente felice>.

I due si alzarono per uscire da bar, Michelangelo pagò il barista dicendo di tenersi il resto per sé e i due si incamminarono verso la spiaggia. Durante il tragitto però, il figlio di Paul si accorse di un particolare, ovvero che c'erano dei tagli sui polsi di Giulia, che lui ignorò di proposito per chiedere spiegazioni quando saranno arrivati al mare. Arrivati si sedettero uno attaccato all'altra e fu proprio quello il momento in cui lui gli chiese:<Cosa sono questi tagli, te li sei fatti da sola?>. Lei lo guardò con un'aria abbastanza sorpresa e disse:<A proposito di questo, ti devo parlare>. Sentite quelle parole lui spostò lo sguardo verso i suoi occhi e disse:<Non sono mai stato così a tutt'orecchie, dimmi tutto>. In quel momento lei cominciò con il discorso che aspettava di pronunciare già da un po' di tempo:<Io sono sempre stata in un certo modo una seguace del tuo pensiero, ogni cosa che mi consigliavi di fare l'ho sempre fatta e non mi sono mai trovata male nel farla. Sono sempre stata bene, fino a che non interviene mia madre, che ha il principio di minima azione dalla sua parte e per quanto io provi a resisterle non ce la faccio, la sua influenza è troppo forte e arrivata a questo punto inizio ad urlare, a piangere e a fare cose orribili tipo questa. Me ne vergogno come non mai e non so come riuscirò a riparare a questo danno, perché so di averti deluso in questo modo, voglio soltanto riacquistare la tua fiducia verso di me e darei la vita per una cosa del genere. Quando sono con te provo delle emozioni pazzesche, come se la stessa oscurità sparisse davanti a te, come se lo stesso oceano prendesse vita davanti ai tuoi occhi, mentre sento tutta me stessa avvicinarsi verso di te. A questo punto io ti chiedo di illuminarmi, l'unica cosa di cui io ho bisogno sei tu, perché non ho bisogno di dormire se quando sto con te io sto già sognando>.

Lui la guardò, accarezzando dolcemente il suo viso e le sue guance rosse, dicendo:<Tu non devi colpevolizzarti di nulla, ricorda che bisogna sempre fare ciò che una persona si sente. Se vuoi piangere, piangi, se vuoi urlare, urla, solo una cosa non voglio, che ti fai del male. Non voglio che tu ti rovini perché c'è gente che tiene a te più che ad ogni altra cosa al mondo. Se tu ti senti così sono io che ho sbagliato, come un professore in una classe di bocciati, forse dovevo starti più vicino, a questo posso rimediare però>. Lei lo guardò con un'aria felicissima ma allo stesso tempo stupita, infatti disse:< Non puoi nemmeno immaginare quanto io sia felice di non averti perso, solo che ora voglio scoprire cosa hai in mente!>. Lui la guardò ridendo e dicendo:<Te lo spiego subito, hai mai sentito parlare della legge di gravitazione universale?>. Lei rispose:<Certo che la conosco e scommetto che le due masse in questione siamo io e te, vero?>. Lui soddisfatto rispose:<Io l'ho sempre detto che tu non finirai mai di stupirmi. Come ben sai, la legge di gravitazione universale dice che due masse si attraggono in maniera direttamente proporzionale alle loro masse ed in maniera inversamente proporzionale al quadrato delle loro sostanze, ciò vuol dire che, visto che la massa non varia, l'unica cosa che può influenzare la forza tra questi due corpi è la distanza che c'è tra di loro. Ora mia cara Giulia, ritengo di non esserti stato abbastanza vicino, ora voglio rimediare. Lascia che io ti doni tutto quello che ho: il mio cuore>. Finito il discorso i due si ritrovarono faccia a faccia, mentre lei esclamò:<Hai ragione, hai bisogno di venire più vicino, infatti perché non ti avvicini che devo dirti una cosa?>. La faccia di Michelangelo si avvicinò a quella di Giulia, finché i due non si trovarono letteralmente a due centimetri l'uno dall'altro, infine lei disse:<In questo momento sono appesa al filo che divide la realtà dalle favole, prendimi con te e portami nel tuo mondo>.

Un attimo dopo i due si baciarono e continuarono a farlo per tutta la notte, senza fermarsi mai nemmeno per un secondo. Passarono quelle ore a fare l'amore in quel posto che aveva acquistato un'aria veramente magica proprio quando Michelangelo esclamò alla sua fidanzata la frase che lei si cucirà nel cuore da quel momento in poi:<Tu, il tuo carattere, la tua dolcezza, tu sei la cosa più bella che mi sia mai successa nella mia vita>. Loro non parlarono più nel corso di quella sera, perché già sapevano che cosa provavano l'uno per l'altro, volevano solo stare in quel posto per godersi il momento e renderlo il più memorabile possibile, volevano fare in modo che quel momento sarebbe rimasto per sempre nei loro cuori come il giorno più bello mai passato sulla terra. La mattina dopo i due si risvegliarono con una felicità indescrivibile, nessuno dei due aveva realizzato l'accaduto e pensavano ancora che fosse un sogno, cosa che invece non era. Erano appena le otto di mattina quando entrambi si svegliarono, mentre la ormai fidanzata di Michelangelo controllò il telefono, dove c'erano più di 15 chiamate da parte della madre e svariati messaggi dal tono non troppo pacifico, infatti lei si spaventò, si spaventò finché non si trovò avvolta tra le braccia del suo nuovo ragazzo, in quel momento provava una sensazione bellissima, come se tutte le paure si dissolvessero nell'aria. Dopo quel momento di pura magia i due si rivestirono e tornarono verso casa, arrivati a casa di Giulia, il suo uomo le disse:<Ora non avere paura di affrontare tua madre, perché ci sono io a proteggerti ogni cosa accada>. I due si diedero l'ultimo bacio prima di tornare ognuno a casa propria, ignari di ciò che stava per succedere. Tornato a casa, Michelangelo si ritrovò con i suoi genitori pronti ad accoglierlo a braccia aperte, infatti le prime parole che quel ragazzo sentì dalla madre furono:<Amore mio, sei stato bene con lei?>. Lui preso dall'euforia rispose:<Mamma, lei è la persona migliore che io abbia mai incontrato ed è la persona più di tutte le altre mi fa sentire felice e libero>. La madre ridendo rispose:<Mi sembri me dopo che ho visto tuo padre per la prima volta>. Dopo questo discorso molto affettivo tra Michelangelo e sua madre, lui andò a riposarsi e a riprendersi dalla lunga notte passata in bianco.

A casa di Giulia l'ambiente è tutt'altro che accogliente, infatti sua madre continuava ad urlare i suoi soliti insulti verso sua figlia, l'attenzione della ragazza però ricadde su una frase particolare della madre:<So con chi sei stata, è quel Michelangelo, pensi che non me ne fossi accorta che è lui che ti sta alimentando contro di me. La pacchia è finita però, io da oggi in poi ti proibisco di vederlo, non uscirai più di casa se non per venire con me, da qui non esci mia cara>. Lei, accecata dall'ira disse alla madre:<Tu non puoi farmi questo, dovresti dargli almeno la possibilità di difendersi!>. Dopo aver sentito queste parole, alla madre venne un'idea, infatti disse:<Ok, hai ragione, allora faremo così: io insieme agli 20 genitori uniti per la stessa causa organizzeremo una sentenza, senza avvocati o testimoni, solo noi, voi e il vostro "profeta" davanti ad un giudice e una giuria. Lui avrà a disposizione una sola arringa per difendersi dalle nostre accuse, nulla di più e nulla di meno>. La figlia, già pronta per avvertire il suo amato, esclamò una frase prima di andarsene:<Voi avete voluto la guerra e adesso noi vi mostreremo quello di cui siamo capaci, preparatevi, perché sarà la sentenza più bella a cui voi abbiate mai partecipato in tutta la vostra vita. Addio madre, ci vediamo in tribunale>.

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