Capitolo 5

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Gli occhi di Min Yoongi non facevano altro che studiarti, come ci si aspetta da uomo di gran potere aveva un ottima resistenza al contatto visivo, sapeva che solo in quel modo poteva ottenere ciò che voleva, la maggior parte delle volte ci riusciva anche senza macchiare di sangue il tappeto. Ma stavolta quegli occhi felini avevano trovato un avversario di pari armi, due occhi color nocciola che non si sarebbero fermati davanti a niente prima di estorcere informazioni dalla testa di uno dei boss più temuti a Seoul.

 "Perché ti interessa? Devo tornare a dubitare sul fatto che tu sia una spia?" Chiese con tono leggermente divertito e con un ghigno sul viso che presto scomparve alle tue parole 

"perché voglio sapere per cosa hai lasciato morire il tuo migliore amico senza battere ciglio." Lo spiazzasti alla grande e le sue labbra dischiuse ne furono la prova. Sfilò una sigaretta dalla piccola scatola argentata che aveva gettato sul tavolo accendendola e aspirandone un gran tiro prima di parlare. 

"Non fai altro che stupirmi ragazzina..." fece un altro tirò e si mise comodo "Ho saputo che ti hanno raccontato le varie storie compreso Taehyung.." annuisti senza parlare "ti ha detto che siamo fratelli e scommetto che ti ha nominato nostro padre.... peccato che quello stronzo era solo il suo di padre." Ciccò in un bicchiere vuoto senza smettere di perdere il filo."io e Taehyung abbiamo la stessa madre, sono nato prima io a Daegu. Mio padre era un uomo semplice e per bene ma morì molto presto e mia madre si risposò non appena incontrò un uomo notevolmente più ricco e di gran fascino e beh non è che lei fosse poi così scaltra anzi forse anche troppo ingenua..." un sorriso amaro si presentò sulle sua labbra al ricordo della donna che lo aveva dato al mondo "fatto sta che un anno dopo si risposò e  quello dopo ancora nacque Taehyung. È sempre stato una testa calda fin da piccolo, sempre in un mondo tutto suo; mentre io ero quello che si subiva le lavate di capo di quel vecchio bastardo almeno finché non se ne è andato lasciando tutto a noi due. Inutile dire la lotta di potere, per un periodo non ci siamo nemmeno incrociati, era scappato chissà dove così mi sono occupato io di vari affari e uno lo avevo preso proprio a cuore. C'era una famiglia trasferita dalla Cina appartenente al nostro stesso campo, faceva affari con il cartello coreano più ricco di tutto il paese; Finché un giorno hanno fatto il passo più lungo della gamba finendo così sul lastrico. Il figlio maggiore è venuto a chiedere a me di aiutarlo, non voleva solo riprendersi i suoi beni ma voleva proprio radere al suolo l'intero cartello; diventammo amici, era pazzo quasi quanto me e aveva una scintilla negli occhi di puro potere che mi fece impazzire tanto dà accettare ad una condizione:Avrebbe ceduto i profitti restanti una volta che la sua famiglia si fosse rimessa in riga, cosa che non accadde prima di qualche mese fa. Lo ricontattai dicendogli che era giunto il momento, pronto a riscuotere il denaro che avevo già investito in altri affari. Finché non si è presentato stanotte senza ciò che mi spettava di diritto...ancora ricordo quando abbiamo fatto irruzione nella base di quel Cartello e della faccia spaventata di quel coglione di Jiho" fece poi scoppiando a ridere.

 "Aspetta Jiho era nel cartello che avete fatto fuori?" Lo stesso Jiho che ti vedeva come se volesse pugnalarti da un momento all altro? Yoongi annuì ciccando quasi l'ultima parte di cenere formata con disinvoltura 

" si è arreso prima che gli sparassi giurandomi fedeltà e lealtà. Sapeva sparare e sa farlo ancora, ha una mira precisissima, non manca mai il bersaglio." Spense la sigaretta come segnando un punto preciso con la punta rovente del mozzicone."comunque questa è la storia, mi sono fidato di un coglione e questo è stato il risultato." 

"Non mi hai detto che centra lo zaffiro?" 

"Ah giusto, beh per quanto pazzo sembrasse Wang aveva la fissa per le pietre preziose. Era proprio una sua ossessione, le collezionava e le comprava, ne veniva abbagliato dicendo che fossero forse la cosa che racchiudeva più bellezza e ricchezza di tutto l'universo" le parole del ragazzo ora deceduto ti balzarono in testa  per quello che credevi un approccio ti avesse paragonata ad un diamante, quando forse era semplicemente un osservazione data la sua passione." così quando siamo finiti al cartello si ripromise di prendere tutti codici bancari della società e di inciderli sulla pietra che racchiudeva autodisciplina e bellezza. Mi sento un coglione adesso ad aver creduto per tutti questi anni che si trattasse di un diamante" fece poi per ridere ancora.

The sapphire of SeoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora