Stavo andando verso le scale per andarmene via da lì, ma mi sento afferrare un polso e quindi mi giro verso di lui.
Mi guarda con un sorrisetto malizioso e divertito, che mi fa salire immediatamente i nervi e senza pensarci troppo gli urlo contro.
"Cazzo lasciami andare, non abbiamo nulla da dirci"
"Sì invece, dobbiamo discutere del suo percorso lavorativo, se se ne va da qui si consideri licenziata, da domani, può cercarsi un'altro lavoro"
"Ma cosa cazzo stai dicendo, sei proprio uno stronzo, va bhe rimango a cena, ma se osi mettermi un solo dito addosso, ti denuncio per molestie"
"Va bene, tanto sarai tu a volere le mie mani su di te e poi modera i termini, devi portarmi rispetto sono il tuo capo"
e ricomincia a ridere, ma questo é proprio coglione.
"Nei suoi sogni Sig. Style"
Detto ciò mi misi a sedere al tavolo di fronte a lui e decisi di non dire più nulla, infondo era il mio capo e non volevo perdere il lavoro.
"Bambolina lo sai che stasera sei proprio bona, ti scoperei adesso"
lo disse piano sussurando, con una voce roca e sexy che mi fece venire un brivido che mi percorse per l'intero corpo e la rabbia e l'imbarazzo mi fece diventare completamente rossa, odiavo essere chiamata bambolina e odiavo la sua maledetta strafottenza.
Decisi di non dire nulla e continuai a fissare il piatto, facendo l'indifferente.
"Tanto anche se non rispondi so che hai sentito, sei diventata tutta rossa e adesso sei ancora più sexy, dai lo so che mi vuoi, tutte le donne mi vogliono"
Sì alzò di scatto e venne vicino a me non mi sfiorò nemmeno avvicinò solo le sue labbra vicino al mio orecchio, sentivo il calore del suo fiato sulla mia pelle e riuscivo a sentirne anche l'odore era un misto di tabacco e menta.
"Avrei tanta voglia di baciarti quelle labbra carnose e di giocare con la tua lingua e so che lo vuoi anche te, sento che il tuo corpo vibrare quando mi avvicinò a te"
Io volevo lui, si sbagliava, il mio corpo vibrava ma non per il desiderio ma per la rabbia.
Mi girai di scatto verso lui e nel farlo incrociai i suoi occhi verdi, cazzo erano davvero belli, non ebbi il tempo di replicare ciò che mi aveva detto, che poggiò le sue labbra sulle mie, un brivido mi percorse di nuovo, ma non mi lasciai sopraffare e lo spinsi lontano dalle mie labbra, anche se non sono certa che fosse quello che realmente volevo.
"Sei un porco, sfrutti la tua posizione per provarci con le tue dipendenti, fai veramente schifo, se davvero ti credi un fottuto playboy, non usare la tua posizione per intimidire e sedurre, vergognatiiii"
Gli urlai tutto contro, senza curarmi di nulla se mi avesse licenziato avrei trovato qualcos' altro. Ora ero più tranquilla gli avevo detto ciò che pensavo, quindi andai di nuovo verso le scale stavolta convinta di andarmene e mentre stavo andando mi sentii di nuovo afferare, stavolta entrambi i polsi.
"Sai cara bambolina, ti farò pentire di non aver approfittato di questo momento, alla fine tu t'innamorei di me e sarai tu a supplicarmi per scoparti, io posso avere chi voglio ricordatelo"
Detto ciò mi lasciò andare, cazzo finalmente, non è possibile quanto questo sia pieno di sé, io innamorarmi di lui, assolutamente no, io amavo il mio Marco e lui poteva fottorsi, era solo uno stronzo egocentrico, che pensa che il mondo girasse intorno a lui. Stavo andando velocemente verso casa perché anche se era ancora l'una, non era una bella zona dove passeggiare la sera, specialmente vestita come ero io, infatti come se me le chiamassi, sentii un gruppo di uomini dietro di me.
"Ehi zuccherino, dove corri fermati qui con noi"
"Ci divertiamo un pò "
Erano troppo veloci per me e poi su quei maledetti tacchi non riuscivo a correre, la strada era deserta e non potevo chiedere aiuto a nessuno.
In un'attimo mi sentii prendere da dietro e fui circondata da 5 ragazzi, cercavo di liberarmi dalla sua presa ma non ci riuscivo; sentii il sapore del sangue in bocca e capii il motivo quando mi ritrovai stesa a terra, uno di quei tizzi mi aveva tirato un cazzotto, ed ero caduta sul marciapiede, cercavo di rialzarmi ma mi tenevano le gambe e le braccia ferme, uno di quei ragazzi uscì un coltello dalla giacca e me lo puntò contro la gola.
" Se non smetti di gridare ti uccido"
A quelle parole mi si gelo il sangue non volevo morire.
Sentì la lama del coltello strappare i miei vestiti e ben presto rimasi solo con l'intimo, anch'esso mi fu strappato con il coltello, ero nuda e non sapevo come difendermi, quello stronzo inzio a tracciare il contorno dei miei seni con la punta del coltello, bastava un minimo movimento da parte sua o mia e mi avrebbe tagliata rimasi immobile, poi passo il coltello ad un'altro del gruppo e me lo punto alla gola lui si alzò un secondo da sopra me, si calò i pantaloni ed estrasse il suo pene duro dai boxer, ecco stava per violentarmi, gli altri mi reggevo le gambe aperte, incominciai a gridare e a chiedere aiuto anche se ero consapevole che non mi avrebbe sentito nessuno e che forse avrei peggiorato la situazione urlando. Cazzo non poteva succedere a me.
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Scherzi del destino || h.s.||
FanfictionArianna é una ragazza di 22 anni che vive a Firenze sposata da un'anno, pensa che la sua vita sia perfetta e piena d'amore anche se delle volte si sente trascurata da suo marito...ma lei lo ama ed é felice così. ... Harry 23 anni di Londra si è tras...