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*capitolo 🍋💦, il testo della canzone a parer mio è accostabile alla scena, nel caso avete conosciuto musica nuova*

-(T/n)?- Jeff mi svegliò. Mi trovavo nel mio letto, con le lenzuola totalmente accartocciate per terra e la maglia sbrindellata, evidentemente mi ero fatta una bella dormita quella sera.
-Mh?- Mugolai assonnata.
-Preparati,- disse continuando a scuotermi- mangiamo qualcosa e poi dobbiamo iniziare ad andare. Lo sai che non è veloce raggiungere la città a piedi.
-Lo so, ora mi alzo.- Farfugliai confusa, mentre scesi lentamente dal letto cercando di non sbattere a terra, la testa girava vorticosamente.
Erano passati un po' di giorni, luglio era alle porte, e con lui anche le nostre nuove vittime, in quasi un anno avevamo attaccato gran parte della gente.
Jeff uscì dalla camera e se ne andò nella sua, lasciandomi la privacy e la calma di vestirmi. Presi dai cassetti abiti comodi e neri, che potessero andare bene per non impedirmi i movimenti; acchiappai al volo dei pugnali e una pistola elettrica da un cassetto e li infilai nella mia cintura, successivamente afferrai sul comidino i guanti senza dita (mezzi strappati per le uscite precedenti) e li indossai.
Entrai in bagno e sistemai al meglio i capelli in modo da non darmi fastidio in azione, poi presi le scarpe per terra, vicino al lavandino, e le allacciai ai piedi.
-Mi sono preparata!- Urlai scendendo le scale.
-Vieni a tavola allora.
Ci sedemmo entrambi e mangiammo un po' prima di andare, non avevo pranzato molto quindi riuscii a finire tutto.
-Vittima?- Chiesi.
-Un bullo, ha pestato fino al coma un suo compagno di classe ed è stato punito poco rispetto a quanto si merita. Ci penseremo noi.
-Secondo te da cosa è stato spinto a fare così?- Chiesi incuriosita. Di solito dietro le azioni di bullismo c'è sempre qualcosa.
-Il padre lo ha cresciuto con la convinzione che la violenza fosse alla base di tutto.
-Quindi contrastiamo la violenza con altra violenza?
-Semplicemente puniamo.- Mi rispose infastidito. Ero più consapevole di lui sul fatto che le nostre azioni erano estreme, un po' di razionalità mi rimaneva ancora ma stava andando lentamente via, e pian piano mi trasformavo nel killer spietato che lui voleva diventassi. Preferii non aggiungere altro, non avevo voglia di iniziare strane discussioni ipocrite, era soltanto un ragionamento che mi frullava in testa in quel momento quando avevo aperto bocca.
Posammo nel lavandino i piatti sporchi.
-Credo che siamo pronti ora.- Affermai.
-Perfetto, chiudo e andiamo.- Disse, mentre si era già avviato ad abbassare le persiane alle finestre. Il posto in cui abitavamo era comunque isolato dal resto del paesino, e nessuno passava a vedere la casa abbandonata (oltre a noi killer in giro, anche per la scarsa presenza di giovani curiosi nella zona), ma preferivamo sbarrare tutto prima di andare via la notte.
Uscimmo e ci incamminammo.

Era una casa molto buia, eravamo riusciti ad entrare rompendo una finestra, provando a fare il meno rumore possibile. Ovviamente lo sforzo era stato vano, perché il ragazzo si era già svegliato; ci accolse in un caldo benvenuto che comprendeva una pesante mazza da baseball, riuscì anche a colpire Jeff, che era molto agile e allenato, ma subito gli saltai addosso per impedirgli altre mosse. Era davero un osso duro, si notava il probabile studio di qualche arte marziale, perché sapeva difendersi bene; continuava a bloccare i miei movimenti, e Jeff più provava ad attaccare più rischiava di colpire me e non lui, finché non riuscì a dargli un forte pugno in faccia. Ovviamente il ragazzo si imbestialì, attaccando al massimo, colpendoci numerose volte. Il buio ci impediva di vedere molte parti della casa, e man mano andavamo sbattendo contro pareti e porte, mentre tentavamo di combattere l'avversario.
Jeff ad un certo punto gli conficcò un coltello dietro la schiena, spezzandogli il respiro, e lo riempimmo di coltellate finché non cadde a terra privo di sensi.
-Svelta, prendi tutti i soldi che trovi.- Si rivolse a me, ancora col fiatone.
Entrai in ogni camera, aprendo cassetti e ante, afferrando quello che trovavo.
Quando finii raggiunsi come punto di ritrovo la finestra da dove eravamo passati. Uscimmo da lì, e con lo zaino pieno iniziammo a correre tra un tetto e un altro, il parkour che più preferivo era di notte con lui; sentimmo le sirene della polizia avvicinarsi sempre più, così aumentammo la velocita e ci infilammo nei primi vicoli che ci apparirono davanti.

Con l'affanno ci fermammo all'inizio del bosco, ci guardandoci in faccia e ci mettemmo a ridere.
-Guarda qua, siamo zuppi!- Rise Jeff indicando a braccia aperte le macchie scure sui vestiti.
-Ehi, mi è venuta un'idea!- Esclamai, ancora col sorriso sulle labbra- Ho scoperto un laghetto più in là nel bosco, perché non andiamo lì prima di sporcare casa?
Il corvino ci pensò un attimo.
-Ci sta, è estate anche per noi.
Gli feci strada tra gli alberi, ancora a ridere con le torcie in mano, per farci luce tra il buio del sentiero.
Quando arrivammo, nell'acqua rifletteva la luce fioca della luna ed insieme al suono delle cicale creava una strana atmosfera. Ci fermammo poco distanti dalla riva, iniziai a togliermi la maglia e guardai il ragazzo di fianco a me.
-Forza, non sei qui per osservare la natura!- Esclamai scherzando.
Lui uscì da come uno stato di trance e si tolse i pantaloni; rimasti solo in intimo, ci tuffammo nell'acqua tiepida e scura, rimanendo dove riuscivamo a toccare il fondo sabbioso. Tra una risata e un'altra, partì una battaglia di schizzi enorme, un po' come quando si gioca al mare con gli amici, poi lui mi prese e mi lanciò nell'acqua sempre per scherzare.
Man mano ci avvicinammo sempre di più, fino a rimanere a fissarci negli occhi, uno di fronte all'altra, e fu così che accadde.
Le nostre labbra si attrassero fino a toccarsi, fu un bacio avido e veloce, le nostre lingue si incrociavano e stuzzicavano a vicenda. Aveva un sapore metallico, come se le sue cicatrici fossero ancora fresche; passai le mani nei suoi capelli mentre lui posò le sue sui miei fianchi, le gambe si intrecciarono le une nelle altre, sembrava un gesto atteso da un'eternità e finalmente quella passione bruciava.
Mi aggrappai a lui, le braccia poggiate sulle spalle, mentre le sue dita scorrevano sulla pelle nuda sfiorando zone sensibili. Lo sentii indurirsi sotto di me, e la sua mano scese fino a dentro ai miei slip; iniziò a stimolarmi il clitoride, con movimenti circolari resi meno fluidi dall'acqua intorno a noi, e più proseguiva più gemevo nella sua bocca tra un bacio e l'altro. Non ce la fece più, ed estrasse il suo membro dai boxer, mi abbassò il tessuto ed entrò nella mia intimità, che gli si strinse intorno. Gemetti più forte, insieme a lui, che iniziò a spingere sempre più veloce, sempre più avido di me. Quando arrivò al culmine uscì e venne nell'acqua. Quella fu la mia prima volta..
Riprendendo fiato ci guardammo nuovamente in faccia, io con le guance arrossate e lui con i capellu bagnati sulla fronte, la luce fioca della luna rendeva la nostra pelle leggermente perlacea.
-Ti è piaciuto?- Spezzò il silenzio.
-Cazzo se mi è piaciuto.
Ritornammo a baciarci, però più lentamente e in modo sensuale.
-(T/n), non avrei mai pensato che una ragazza mi potesse fare questo effetto.
-Onorata di essere la prima!
Ci incamminammo verso casa, con gli indumenti sporchi tra le mani, e qualche risata sotto i baffi, l'emozione era troppa per entrambi. Non mi sarei mai immaginata che i suoi attimi di follia si sarebbero fermati con me, almeno per qualche minuto.
Mi sentivo vuota, con la testa leggera, per una volta non avevo pensato troppo perché ero troppo concentrata su di lui.

Quando entrammo nella nostra abitazione posammo i panni nel cesto vicino la lavatrice. Salimmo al piano di sopra, io andai in bagno e lui in camera sua; mi feci doccia e shampoo velocemente, presi asciugamano e phon e mi diressi nella mia stanza, lasciando a lui lo spazio per lavarsi.
Mi infilai la maglia come pigiama e mi asciugai i capelli (l/c) (c/c).
Anche se era davvero tardi, non avevo affatto voglia di dormire, i troppi pensieri erano ritornati, e con loro la sensazione di farfalle nello stomaco che si presentavano al solo ricordo di prima.
Impulsivamente entrai nella camera di Jeff, dove lui era seduto sul letto a petto nudo e con i capelli bagnati, già stava facendo effetto su di me.
-Che c'è?- Mi chiese, gli occhi spalancati su di me.
-Voglio dormire qui, con te.
-Vacci piano, basto io a me stesso.- Disse accarezzandosi il viso.
-Lo so,- avanzai verso di lui- ma non voglio stare da sola, se penso troppo mi sale il panico.
-Sare tentato dal dirti di no, ma credo proprio che ti farò restare. Dopo tutto, stasera sei stata magnifica.
Salii sul letto e mi sdraiai accanto a lui.
Quella notte era indimenticabile...

Little Killer - Jeff The Killer X Reader (Creepy X Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora