♤4♤

705 49 8
                                    

Passarono i giorni e più trascorrevo tempo in quella casa, più notavo quanto egocentrico fosse Jeff.
Non mi importava più di tanto, mi sentivo comunque a mio agio.
Nonostante fossi il suo braccio destro, avevo una camera tutta mia, una paga, uno sfogo.
Ormai smisi di fare gli allenamenti, o almeno quelli seri per uccidere, ero abbastanza agile da poter fare tutto.
Passavo gli interi pomeriggi in camera sul letto, disegnando ed ascoltando musica. Quando mi annoiavo profondamente giocavo al tiro al bersaglio, usando coltelli come freccette ed il dorso della sedia come bersaglio.
La notte, spesso verso le 3, giravamo per le case ed uccidevamo chiunque, a noi importava solo la soddisfazione di vedere sangue uscire dalle prede che prima erano predatori.
Con questo le uccisioni aumentarono calando così una piccola parte della crescita demografica della città. Ne parlavano sempre di più in televisione. Ed io non ero né contenta né contraria, a me bastava lasciare una firma sui miei capolavori.
Avevo sempre più allucinazioni, cosa che mi faceva pensare di essere schizofrenica; vedevo un uomo dal volto bianco, altissimo, che mi fissava, nonostante non avesse occhi. Non ne avevo ancora parlato con Jeff, era una cosa che dovevo risolvere io stessa.
Presi in considerazione che lui potrebbe essere reale, ma anche no, pensai di non darci troppo peso per evitare altre paranoie.
20 febbraio.
Io quel giorno, come di routine, dovevo prepararmi per un pluriomicidio inisieme a Jeff the Killer. Avevamo deciso di andare per prima in una casa al centro della città, vicino alla piazzetta, dove c'era una famiglia benestante piena di gente bastarda: gestori di un'attività, aumentavano i prezzi ingannando gli acquirenti sulla qualità dei prodotti venduti.
Ero già vestita: felpa nera, skinny neri, converse nere. Anche uno zainetto sulle spalle del medesimo colore. Il nero mi stava a pennello e soprattutto mi calavo di più nella parte dell'antagonista di questa storia.
Erano le 2.30 di notte quando io e Jeff uscimmo di casa ed attraversammo tutta la foresta, lui con il suo coltello ed io con i miei pugnali, ci mantenevamo sul classico.
-Le regole sono sempre le stesse, non te le rispiegherò. Anche perché ti ho scelta proprio per la tua non stupidità.
-Lo prendo come un complimento?
-A me non interessa.
-Sì, lo prendo come un complimento.
-Mentre io penso ad ammazzare i membri adulti della famiglia, tu uccidi i bambini e ruba tutto ciò che può avere un valore, e anche roba da mangiare, abbiamo finito le scorte.
Annuii.
-In caso di fallimento sarà come le altre volte? Cappuccio e mascherina?- Gli chiesi.
-Non ci saranno fallimenti.- Ridacchiò tra sé e sé Jeff, con un tono molto sinistro.
Arrivammo davanti a quella casa, una singola villetta non molto lontana dal centro della città, situata alle spalle del parchetto comunale.
Lui si affacciò alla finestra che dava sul salotto, dentro notò che una lucetta rossa lampeggiava accanto la porta d'ingresso.
-Come sospettavo, c'è l'antifurto attivo!- Sussurrò il ragazzo nel mio orecchio.
-Dobbiamo far saltare la corrente, ed alla svelta.- Dissi, precipitandomi verso il contatore sul retro.
-Aspetta! Non possiamo sapere come è programmato.- Mi disse Jeff, raggiungendomi.
-E come facciamo ora?
-Ho un'idea...
-Quale?
-Metti i guanti e caccia il tuo pugnale, taglieremo i fili della corrente.
-Di tutta la casa!? Ma lo sai che rischiamo di folgorarci?
-È per questo che lo farai tu.
-Ha ha ha! Divertente.
-Io sono sempre divertente!- Esclamò.
-Sì, meraviglioso!- Borbottai sottovoce sarcasticamente.
Mi abbassai a terra, dove erano raggruppati tutti i cavi della corrente, e mi infilai i guanti da elettricista che avevo nello zaino.
-Inizia a tagliare quelli meno spessi e poi controlliamo se abbiamo tagliato quello giusto.
Annuii, estrassi dalla manica della felpa il mio fidato pugnale. Iniziai a tagliare i cavi, facendo forza dove la gomma era più dura.
-Continua così, io perlustro il territorio.
-Ok.
Finii di tagliare tutti i fili in poco tempo.
-Jeff ho finito!
-Saliamo dalla finestra. Ne hanno lasciato una aperta proprio qui, la camera dei bambini probabilmente.
Ci arrampicammo con poca difficoltà sui tubi della casa e tagliammo la zanzariera della finestra. Con molta attenzione entrammo nella casa, era la stanza da bagno più grande.
-Per fortuna la porta è socchiusa. Dividiamoci, questo è il secondo piano e di conseguenza ci sono solo le camere da letto ed i bagni, giù probabilmenta la cucina ed il soggiorno. Io trovo i genitori, tu i figli.
Annuii.
Uscimmo dal bagno e ci dividemmo, non fu difficile trovare la camera dei bambini. Erano una ragazza, sui 12 anni, ed un bambino di forse 3 anni.
Un ghigno si allargò sul mio volto.
-Morite nei vostri peccati!- Sussurrai, per poi accoltellarli profondamente.
Lasciai la mia firma e presi tutto quello richiesto.
-Hai fatto?-
Mi chiese Jeff, affacciatosi alla porta.
-Sì.- Affermai.
-Perfetto, adesso scappiamo da qui, faremo prima.- Propose, indicando la finestra del bagno.
-Ma non faremo prima a scappare dalla finestra aperta?
-Quella del bagno dà sul retro della casa, usc da lì c'è meno probabilità che ci veda qualcuno.
-ALLORA MI SPIEGHI PERCHÉ SIAMO ENTRATI DA QUI!?- Chiesi molto, ma molto, arrabbiata.
-Mi andava, e poi mi sono sentito osservato. Forse qualcuno ci ha visti.
-Uff e va bene, usciremo dal retro.
Raggiungemmo il bagno alla fine del buio corridoio. Appena Jeff aprì la finestra, l'allarme iniziò a suonare fortissimo.
-Cazzo!Ma non avevamo staccato i fili!?- Chiesi urlando.
-Merda! C'erano altri cavi!- Esclamò il ragazzo, affacciandosi alla finestra.
-Ci sono delle persone sul retro, stanno chiamando la polizia!- Urlò Jeff, notando che dei vicini erano sotto casa.
-Che cazzo facciamo!?
-Usciamo davanti!
Jeff sgusciò davanti a me ed iniziò a correre giù per le scale.
-ASPETTAMI!
Iniziai a  per tutto il corridoio fino a che non trovai le scale. Scendevo ogni gradino con tutta la forza che avevo in coropo; avevo il fiatone, il cuore che batteva a mille, la testa mi martellava. Arrivai a metà scale e sentii un forte ronzio disturbante,
tutto fuori dalla finestra davanti a me emanava una forte luce e la solita figura inquietante mi fissava, il ronzio si fece più forte.
Mentre correvo inciampai sulla mia caviglia destra, cadendo con tutto il mio peso su di essa, gridai fortissimo dal dolore. Rotolai per le scale con tutti i contenitori che si aprivano o spaccavano e sbattei forte la testa a terra; tutto intorno a me si fece buio ed una voce mi chiamava, sembrava così lontana...
-(T/n)! (T/n)!!

Little Killer - Jeff The Killer X Reader (Creepy X Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora