Capitolo 9

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Nelson non seppe bene come riuscì a tornare a casa senza fare incidenti lungo la strada visto che fece tutto il viaggio del ritorno con la testa fra le nuvole. Riusciva a pensare solamente alle sue labbra su quelle di Cesare, a come le sue mani avevano cercato disperatamente il suo corpo, abbandonandosi per un attimo a quella follia e a come si era imposto di staccarsi prima che fosse troppo tardi per fermarsi.

Entrò in casa e si appoggiò con la schiena alla porta, chiudendo gli occhi per un attimo e respirando profondamente al fine di calmarsi. Quello che era appena successo non sembrava vero, sembrava appartenere ad un corpo che non era il suo.

Andò in camera da letto silenziosamente e vi trovò Beatrice addormentata su un fianco, con una mano incastrata sotto la guancia in una posizione infantile. Indossava una sua maglietta che le stava enorme e sembrava in pace con sé stessa. La guardò per qualche secondo assorto e si sentì tremendamente in colpa. Stava con lei, eppure non aveva saputo resistere alla tentazione di baciare Cesare.

Quella notte Nelson dormì malissimo, sentendosi un estraneo nel proprio stesso letto.


*

«Buongiorno rega» esordì Cesare allegro entrando in studio il lunedì mattina. Il bacio della sera prima e la convinzione che non fosse l'unico ad averlo apprezzato gli avevano messo addosso una strana carica e un orgoglio che faceva fatica a nascondere. Si sentiva, in qualche modo, potente. Gli risposero solo quattro voci e notò che mancava proprio Nelson all'appello. Si chiese se lui invece, dopo quello che era successo, si sarebbe fatto vivo in studio. Come a chiamarlo, Cesare non fece in tempo a sedersi sulla sua sedia che Nelson arrivò in studio, trafelato, con un'espressione stravolta in viso che lasciava facilmente intendere che non avesse dormito molto.

«Che occhiaie Nels» disse Tonno ridendo. «Avete giocato a Fifa tutta la notte ieri?» domandò candidamente e senza malizia, ma quando ricevette un'occhiata bruciante da parte di Nelson si accorse di aver toccato un tasto dolente. Cesare rispose candidamente di no e nessuno fece ulteriori domande mentre Nelson si dirigeva in bagno a sciacquarsi il viso. Cesare però si beccò le occhiatacce di tutti e con finta indifferenza alzò le mani, facendo credere di non sapere assolutamente cosa avesse il riccio.

Quella mattina registrarono un Salotto sui complotti più assurdi in circolazione che occupò loro tutta la mattinata, dando poco tempo alle chiacchiere fra di loro. Questo giocò a favore di Nelson, che non aveva nessuna voglia di parlare di quello che era successo la sera prima, ci aveva già pensato abbastanza durante la notte. Quando finirono di registrare, verso l'ora di pranzo, il riccio annunciò che avrebbe pranzato fuori con Bea e nel giro di cinque minuti fu fuori dallo studio, senza dare tempo agli altri di dirgli qualcosa. Sembrava desideroso di uscire da quelle quattro mura, quasi di scappare dai suoi amici e di rifugiarsi in quella che considerava la sua normalità, andando dalla sua ragazza.

«Oggi è davvero strano Nelson, o sbaglio?» domandò Tonno agli altri che erano stupiti quanto lui dei modi bruschi del ragazzo: tutti tranne Cesare.

«Sembra più pensieroso del solito» commentò Dario cupo. «Cesare tu ne sai qualcosa?» gli domandò con fare indagatore e il diretto interessato fece volare il suo sguardo da lui a Nicolas, che aveva assunto un'espressione colpevole.

«Nic, per caso hai detto qualcosa al tuo ragazzo?» domandò sarcastico Cesare, già conscio della risposta.

«Mi è scappato» ammise il piccolino con tono dispiaciuto.

«Detto cosa?» chiese Tonno estremamente interessato e allo stesso tempo confuso.

«Che a Cesare piace Nelson» la voce piatta di Frank risuonò dall'angolo della sua scrivania. Tutti gli sguardi si voltarono di scatto verso di lui, il riccio alzò lo sguardo e con nonchalance scrollò le spalle. «Rega, era palese dai».

Lights Up (Space Valley - Celson/Nicario)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora