Cap 15- Rientro a scuola

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Tiffany stringeva a se Mike con le lacrime agli occhi, tentando inutilmente di farlo rimanere con lei, ma mancava qualche giorno alla riapertura delle scuole e quindi Mike non poteva assolutamente trattenersi ancora. Gabriel, intanto, se la rideva sotto i baffi sapendo che la ragazza non era riuscita nel suo intento di allontanarli, ma anzi, li aveva fatti avvicinare sempre di più. 

Christian sistemò le ultime cose nel suo bagagliaio chiudendolo con un colpo secco per poi rivolgersi a Gabriel sussurrando:

"Sei felice di tornare a scuola eh?"

"Già, puoi dirlo forte, tu invece?"

Christian esitò qualche secondo, come se stesse nascondendo qualcosa che non voleva dire, l'esitazione durò solo qualche secondo però e il ragazzo annuì all'amico con il suo solito sorriso sul volto.

I ragazzi si salutarono prima di ripartire per tornare al college; Gabriel, seduto vicino al posto del guidatore, guardava fuori dalla finestra avvolto nei suoi pensieri con un dolce e piccolo sorriso sulle sue pallide labbra, aveva vinto finalmente. Quella vacanza gli era parsa un incubo, era dovuto stare sempre allarmato tenendo d'occhio Tiffany e Mike per controllare che la ragazza non si avvicinasse troppo a lui. Era finalmente felice che tutto fosse finito.
I suoi pensieri vennero interrotti da Mike che gli strinse delicatamente la mano portando l'attenzione del biondo su di lui.

"Manca poco alla gara di canto, sono un po' in ansia"

Ammise il bruno preoccupato, Gabriel vedendo la sua espressione ansiosa ricambio la stretta di mano e cercò di tranquillizzarlo.

"Andrai benissimo, sei un cantante fantastico"

Concluse avvicinandosi a lui e dandogli un piccolo bacio sulla guancia per non distrarlo troppo dalla guida. Mike sorrise e si calmò improvvisamente, la certezza di avere Gabriel a sostenerlo lo tranquillizzava e gli dava speranza.

Il viaggio durò qualche ora e una volta arrivati i due iniziarono a scaricare i bagagli per portarli nella loro vecchia camera; un altro anno scolastico era iniziato e loro finalmente erano insieme, come coppia.

Nonostante i due se la passavano benissimo da fidanzati era ovvio che ogni tanto scoppiassero a litigare a causa dei loro caratteri molto diversi, ma finivano sempre per fare pace e ricongiungesi spesso grazie a Christian che invece ogni giorno che passava era sempre più cupo e silenzioso. 

***

Era un giornata come le altre, forse un po' nuvolosa quando la lunga limousine della famiglia Druville  si fermò davanti al grande e intimidatorio cancello della prigione. Il maggiordomo di famiglia, un certo Thomas de Angelis, parcheggiò la macchina lanciando uno sguardo pensieroso al suo padrone.

"È sicuro di volerlo fare signorino Christian? Le persone come lui sono solo un poco di buono"

Il ragazzo che fino ad all'ora aveva fissato il vuoto dal finestrino si girò verso il maggiordomo per poi annuire con nonchalance.

"Voglio solo dirgli addio... Sai, un ultimo saluto"

"Comprendo signorino, io sarò qui fuori ad aspettarla"

Christian scese dall'auto mettendosi le mani in tasca e rimanendo qualche secondo in silenzio a contemplare le alte sbarre di ferro che lo separavano dall'entrata in uno dei giardini che era sempre sorvegliato da più guardie che stavano sia a terra che sulle torrette.

Un uomo di bassa statura e robusto gli si avvicinò chiedendo conferma del suo nome.

"Christian Druville, sono qui per una visita"

Disse mostrandogli la carta d'identità per dare più credibilità alla sua risposta ricevendo un sorriso d'approvazione da parte dell'altro uomo che gli fece segno di seguirlo.

"Cosa ci fa un Druville in un posto come questo?"

"Sono venuto a trovare uno dei miei ex-dipendenti, si può dire che fossimo diventati quasi amici"

"Oh capisco certo, nome?"

"Skull- Emh, volevo dire Kevin Taylor, mi scusi; ero abituato al suo soprannome"

"Certo capisco"

Rispose l'uomo sorridendo beffardamente cercando nel cassetto della sua scrivania il fascicolo di Skull per saperne di più.

"Qui dice che è stato colto in fragrante mentre spacciava droga nei vicoli... è sicuro sia lui?"

La descrizione del ragazzo non era di certo quella che corrispondeva al tipo di persona che frequentava una delle famiglie più prestigiose d'Inghilterra; il leggero ed educato sorriso che prima vi era sul viso del ragazzo scomparve lasciando spazio a un aria malinconica.

"Si è lui, potrebbe chiamarlo?"

L'uomo annuì ed ordinò a una delle guardie di andare a prenderlo mentre lui scortava Christian nella stanza nella quale, anche se separati da un vetro, i due ragazzi si sarebbero potuti rivedere; Christian venne lasciato solo qualche minuto prima dell'arrivo di Skull che non si aspettava una visita da nessuno.

Appena il ragazzo si sedette davanti al vetro vedendo il viso di Christian entrambi dovettero trattenere le lacrime per non fare brutta figura; nessuno dei due disse una parola per circa un minuto, passato solo a guardarsi negli occhi con dei dolci anche se sottili sorrisi sulle labbra.

"Che ci fai qui?"

"Volevo parlarti."

"Allora parla."

Concluse Skull guardandolo dritto negli occhi, gli era mancato troppo provocare l'altro ragazzo. Christian ci mise qualche secondo a formulare un pensiero lucido sul cosa dirgli, aveva troppo di cui parlare e così poco tempo.

"Io... me ne vado; i miei hanno trovato un'università in Italia molto prestigiosa nella quale studiare"

Il cuore di Skull sembrò rompersi in mille pezzi, non si sarebbero mai potuti rivedere. Il ragazzo ebbe come un sussulto quasi di protesta, ma era ovvio che non ci poteva fare nulla.

"Ti... ti pagherò la cauzione. In questi mesi ho accomunato dei risparmi e ti tirerò fuori, te lo prometto"

"Sei impazzito? Perché hai fatto questo per me?!"

"Perché ti amo. E tu lo sai bene"

Gli occhi del bruno si riempirono di lacrime dopo questa sua affermazione, non era riuscito a dirglielo l'ultima volta che si erano visti e lo aveva rimpianto per mesi; Skull poggiò la mano contro il vetro come se volesse stringerlo a se, Christian fece lo stesso poggiandola su quella di Skull.

"U-una volta uscito da qui però la smetterai con la droga chiaro? Ti troverai un bel lavoro pulito."

Singhiozzò il ragazzo che ormai non riusciva più a tenersi dentro le lacrime che ora gli rigavano le guance e che finivano per cadere sul freddo tavolo di metallo che aveva davanti.

"Senza di te non credo di farcela..."

"Allora verrai con me, in italia; vivremo lì insieme! Che ne dici?"

Ci fu un momento di silenzio nella quale i due si guardarono piangendo , ma il sorriso commosso di Skull tranquillizzò Christian.

"Appena sono fuori da qui sappi che quel tuo stupido viso te lo riempio di baci."

Concluse Skull lasciandosi scivolare una lacrima sul viso.

𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora