Cap 18- Il signor Williams

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Mike passò tutta la notte in ospedale attendendo con ansia l'arrivo del Dottore così che gli potesse comunicare notizie sulla salute di Gabriel. Era seduto con le mani fra i capelli fissando un punto fisso sul pavimento pesando solo al fidanzato, non si poteva capacitare di come questo fosse potuto succedere proprio a lui.
Un uomo gli si sedette affianco e solo allora Mike alzò lo sguardo per distrarsi, era un uomo di mezza età dai capelli originatamente bruni che però con la vecchiaia stavano diventando grigi e bianchi; l'uomo aveva un portamento elegante e un paio di occhiali rettangolari che gli davano un aspetto professionale, sembra in effetti un medico ma non indossava il camice. Lo sconosciuto aveva sul volto pallido un espressione preoccupata, così preoccupata che fece venire i brividi al ragazzo e che lo spinse a domandargli il perché fosse lì.

"Hm?"

Rispose l'uomo che probabilmente era assorto nei suoi pensieri portando lo sguardo verso Mike.

"Emh... Lei come mai è qui?"

"... Non penso siano informazioni da condividere con uno sconosciuto."

Rispose acido in maniera storcendo il naso assumendo un espressione molto simile a quella che faceva Gabriel quando Mike si divertiva a provocarlo con uno dei suoi scherzi.

"Ok ok mi scusi... Era solo per fare conversazione"

Rispose Mike guardando stranito l'uomo, non capiva il perché di tutta quella strana ostilità verso di lui, ma decise di non fare altre domande e di abbassare la testa tornando a fissare il pavimento finché il dottore non uscì dal corridoio esclamando: "Qualcuno è qui per Gabriel Williams?"

Mike sentendo quel nome scattò in piedi e con sua sorpresa lo stesso lo fece il signore accanto a lui. Tra i due vi fu un attimo di disagio ma poi insieme senza farsi troppe domande si avvicinarono al dottore.

"Come sta?"

Chiese Mike con il cuore in gola timoroso di una risposta negativa.

"Purtoppo è in uno stato comatoso, ci sono buone possibilità che si riprenda ma nulla è certo"

Concluse il dottore abbassando lo sguardo leggendo sulla cartella clinica del suo paziente.

"Possiamo vederlo?"

Gli domandò l'uomo misterioso preoccupato ricevendo un si con la testa prima di venire scortato insieme a Mike nella stanza dove sopra un letto attaccato a dei macchinari di trovava Gabriel.

Era messo in pessime condizioni, aveva qualche osso fratturato e il viso e le braccia coperte di piccoli tagli forse dovuti al frantumamento del parabrezza.

Subito i due corsero dal biondino mettendosi ai bordi dei letti e guardandolo distrutti dal dolore, sia Mike che l'altro uomo avevano gli occhi lucidi e si stavano sforzando per non piangere. Passò qualche secondo di doloroso silenzio prima che uno dei due preferisce parola.

"Jacob Williams, il padre di Gabriel. Lei sarebbe?"

Domandò freddamente l'uomo guardando dritto negli occhi Mike, in effetti lui e Gabriel avevano gli stessi occhi e gli stessi zigomi.

"Io... Emh... Mike. Mike Garcia. Il fidanzato di Gabriel"

Il signor Williams spalancò gli occhi dalla sorpresa, all'inizio pensò di aver capito male ma era chiaro non fosse così.

"Il fidanzato di mio figlio?"

"Si perché?"

"Non... Insomma non è possibile."

"Suo figlio non le ha parlato di me?"

Ci fu un attimo di silenzio come se l'uomo non sapesse esattamente cosa rispondere.

"Noi... Non parliamo da un po' ecco."

Si affrettò a dire con freddezza portando il suo sguardo sul corpo immobile del figlio ritornando silenzioso e dallo sguardo disperato.

"... Gabriel non mi ha mai parlato di lei."

"Diciamo che il nostro rapporto non è dei migliori... Non avevo mai capito la sua importanza e ora che è a un passo dalla morte mi pento di non essere stato un bravo genitore..."

Mormorò con le lacrime agli occhi lasciandosi scappare un singhiozzo. Mike non riusciva a distogliere lo sguardo dall'uomo che accarezzava delicatamente la guancia del figlio.

Il signor Williams portò il suo sguardo sul comodino del ragazzo sulla quale era poggiato il suo piccolo schekbook nero, lo riconobbe subito prendendolo delicatamente in mano e iniziando a sfogliarlo.

"Amava disegnare..."

Mormorò Mike anche se immaginava che il padre di Gabriel già sapesse della sua passione.

"Ho sempre cercato di allontanarlo dalla strada dello stilista... Mi sembrava un lavoro da femminucce ma dio se è bravo..."

Disse il padre lasciandosi scappare una lacrima mentre guardava fiero il piccolo libricino che si era salvato all'impatto con la macchina.

"Già, è davvero bravo..."

Disse Mike portando lo sguardo verso Gabriel e avvicinandosi a lui mettendosi in ginocchio di fianco al letto.

"Ti prego... Svegliati... Non puoi lasciarmi Gabriel"

Supplicò con il cuore in gola il moro cercando si non lasciarsi scoppiare in lacrime prendendo la mano fredda e pallida di Gabriel fra le sue.

***

Passò una settimana, nonostante la gara di canto si avvicinasse sempre di più Mike era disperato; ogni giorno dopo lezione si recava da Gabriel sperando in una buona notizia e lì passava tutto il pomeriggio esercitandosi accanto a lui con la chitarra e con lui quasi tutti i giorni veniva il signor Williams che ogni giorno sembrava più affranto.

"Mike lo so che è dura ma devi pensare alla gara in questo momento"

Gli ripeté per l'ennesima volta Zoey (sua cugina) cercando di spronarlo, quella gara avrebbe potuto dare una svolta alla vita di Mike e anche se questo lui lo sapeva bene riteneva fosse più importante pensare a Gabriel.

"lo so ma..."

"Niente ma. Ora prendi la tua diavolo di chitarra ed esercitati! Fallo per lui Mike, vinci per lui"

Concluse Zoey fissandolo con determinazione.

"Hai ragione... Devo vincere per Gabriel. Posso farcela"

Sorride lui con ritrovata speranza prendendo la chitarra per iniziare ad esercitarsi negli assoni.

𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora