Chapter 4

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*The Prince Charming Doesn't Exist*

Come vi ho detto all'inizio i due ragazzi non credevano alle favole che terminavano con l'amore che sbocciava felice tra la principessa in pericolo e il principe azzurro che correva a salvarla. Ma non vi ho mai rivelato che entrambi credevano nei lieto fine. Lei credeva che la favola sarebbe terminata con la principessa che fuggiva via prendendo a calci il drago cattivo che la teneva prigioniera e che si sarebbe sposata con un uomo che l'avrebbe aiutata a vivere e girare il mondo, mentre lui credeva che il drago si sarebbe mangiato il perfetto principe e che colui che veniva visto come cattivo avrebbe dimostrato il contrario e conquistato il cuore della dolce fanciulla. Due idee opposte per il finale della storia no? Ma vi dirò che entrambi hanno una cosa in comune, nessuno dei due crede al principe azzurro.
Non li biasimo sapete, il principe arriva sempre alla fine e senza fare un granché, bacia la principessa e se la porta via, mentre la fanciulla è costretta ad anni di prigionia, reclusa senza aver mai visto davvero il mondo, salvata per venir chiusa in un castello accanto a un uomo che la considererà ben poco.

Stava camminando lungo i corridoi del Manor quando una dolce e altrettanto triste melodia le giunse alle orecchie trascinandola incuriosita verso la stanza dalla quale veniva. Aprì lentamente la porta trovandosi in un'enorme stanza con diversi strumenti musicali tra i quali un pianoforte a coda nero che anche un occhio poco esperto avrebbe capito che costasse una fortuna. Ma la musica non veniva da quello strumento ma da un violino suonato dal padrone di casa in maniera a dir poco sublime, questo portò la ragazza a porsi delle domande, quante cose non sapeva di Malfoy? Quanti segreti nascondeva il Manor? Rimase incantata ad ascoltarlo, le costò parecchio ma lo ammise almeno a se stessa.
«È bravo vero?» un sussurro che la fece sobbalzare e voltare verso la parte opposta del corridoio.
«Preferisco quando suona il pianoforte però, la melodia è più dolce, ma è molto bravo anche con il violino non trovi?» Hermione si ritrovò ad annuire leggermente scombussolata da quanto aveva appena scoperto.
«Non sapevo sapesse suonare» ammise la ragazza continuando ad osservare il ragazzo, sembrava quasi umano mentre suonava, come se il dolore incanalato lo sfogasse in quel modo facendolo sentire e percepire agli altri.
«Non lo sa quasi nessuno. Io, Lucius e Blaise. Solo noi. Non gli piace suonare davanti agli altri...» la ragazza si trovò a pensare che fosse un peccato nascondere quel talento, distolse lo sguardo da Narcissa per puntarlo nuovamente su di lui.
Draco aveva appena concluso la melodia quando, senza voltarsi verso la porta, parlò.
«Sai Mezzosangue è maleducazione origliare nelle stanze altrui.» lo disse con la sua solita gentilezza facendo sussultare la ragazza che ormai colta sul fatto aprì la porta ed entrò nella stanza.
«Allora c'è qualcosa in cui sei bravo Malferret. E io che credevo che non sapessi fare niente a parte rovinare la vita delle persone o fare lo stronzo.» il biondo inarcò un sopracciglio e ghignò.
«La Granger che dice le parolacce il mondo sta davvero andando a pezzi. Non farti sentire dal tuo bel principe dai capelli rossi oppure deciderà di lasciarti nel mezzo di una strada.»
«Ronald non è il mio principe, e per tua informazione non ho mai tifato per il principe azzurro.»
«Perché la cosa non mi stupisce?» disse ironicamente per poi chiudere nella custodia il suo violino e sedersi allo sgabello del pianoforte non aveva però intenzione di suonare.
«Come prego?»
«Non sei tipo da principessa in pericolo e principe che corre a salvarla. Tu preferisci il rischio all'attesa ed è anche per questo che hai accettato di venire qui. Ammettilo Granger, ti manca l'avventura, i pericoli, appena hai fiutato una possibile occasione ti ci sei fiondata quasi come se la tua vita senza tutto questo non avesse senso, come se in realtà nonostante Potter e i Weasley la tua vita fosse vuota. Fammi indovinare, dopo Hogwarts tu e Lenticchia vi sposerete e avrete tanti bambini solo perché così è scritto. Io non credo nel destino Granger, non dovresti farlo neanche tu.» Hermione rimase immobile sentendo quelle parole, l'aveva colpita, aveva capito tutte le sue ragioni senza che lei avesse aperto bocca, nessuno c'era mai riuscito.

Delle volte le persone a cui meno teniamo riescono a capirci meglio di chiunque altro. Era facile capire perché nessuno dei due credesse al principe azzurro. Egli è raramente caratterizzato in modo preciso; spesso di lui si sa solo che è un ragazzo bellissimo, onesto, sensibile, coraggioso e molto romantico. Il suo stereotipo sono i capelli biondi, gli occhi azzurri e il fatto di montare un cavallo bianco. Di solito ogni favola termina con il matrimonio tra il principe e la principessa dopo varie peripezie nella quale lui dimostra il suo coraggio e la protegge da ogni tipo di pericolo. Non mi hanno mai attirato molto queste favole.
Prendiamo in esempio Biancaneve, ecco lei non mi è mai piaciuta, sono sempre stata convinta che la sua fiaba sia una delle più inutili del mondo. La principessa ingenua che pulisce, cucina e si fa abbindolare da una povera vecchietta per poi essere salvata dal giovane principe con il "bacio del vero amore" sulle labbra facendola miracolosamente risvegliare. Questo tipo di favole non sono mai state tra le mie preferite, mi dispiace. Ma ora torniamo a noi.

«Non rispondi?» chiese Draco guardandola divertito sapendo di aver centrato il punto.
«Non penso siano affari tuoi quello a cui credo o meno, basti sapere che tu non sei e non sarai mai nel mio destino.» rispose piccata incrociando le braccia al petto mentre il biondo sogghignava.
«Se non fossi stato parte del tuo destino, già scritto o ancora in corso di scrittura tu non saresti qui Granger.» la ragazza ovviamente rimase immobile a quelle parole. Non ci aveva mai realmente pensato e questo le provocava una sensazione.
Era una strana sensazione la sua, come se quel ragazzo fosse riuscito a colpirla sul vivo.
A quel punto, miei cari lettori, si fece una domanda "e se davvero lui fosse parte del mio destino?" Così iniziò a cercare delle risposte valide per se stessa che sfortunatamente non trovava.
«Magari tu sei solo un ostacolo da superare Malfoy.»
«Sei sicura di volerlo superare questo ostacolo Granger?» era una domanda retorica la sua, e tutti sappiamo cosa si cela dietro una domanda retorica, no!?
Il dizionario afferma che "La domanda retorica consiste nel fare una domanda che non rappresenta una vera richiesta di informazione, ma implica invece una risposta predeterminata,e in particolare induce a eliminare tutte le affermazioni che contrasterebbero con l'affermazione implicita nella domanda stessa."
Lui era così narcisista da credere che la ragazza volesse stare con lui, voleva dimostrargli il contrario così sorrise ironica a quel commento.
«Certo, non vedevo l'ora di passare due mesi orrendi al tuo fianco Malfoy.»
«Sai Granger non dovresti scherzare con il fuoco, prima o poi ti brucerai, esattamente come hanno bruciato quella stupida capanna di quel bifolco di Hagrid.» sputò queste parole con una cattiveria tale da far infervorare la ragazza che in uno scatto fulmineo sollevò la mano e provò a schiaffeggiarlo senza però riuscire a colpirlo, lui la bloccò prima.
«Non si gioca così Granger, sei sleale» sussurrò al suo orecchio prima di lasciare la presa al suo braccio e andandosene via.
Il giovane, crudele cavaliere che abbandonava la dolce donzella in un luogo buio senza voltarsi indietro, un pessimo finale.

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