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Passai tutto il pomeriggio con Payton, lui non faceva altro che dormire lol, a me piaceva stare a fissare il suo viso rilassato, le sue labbra leggermente umide, i suoi occhi chiusi e il suo respiro lento, gli passavo molto lentamente il pollice sulle guance, oppure, si addormentava con ancora la testa sulla mia pancia e le braccia attorno alla mia vita, con ancora la mia mano tra i suoi capelli.
Verso le 18.00 si svegliò, aveva il viso di un bambino, si stiracchiò e mi guardò e mi lasciò un bacio a stampo, si alzò di colpo e andò in cucina, Avani che era sull'altro divano mi guardò e fece la solita faccia da pervertita e poi fece un piccolo sclero silenzioso, la guardai e sorrisi, ero veramente felice della mia relazione con Payton, ora stavamo di nuovo insieme, non ce l'eravamo detto a voce, ma il suo comportamento, il suo bacio, mi si era addormentato sulla pancia c'è adoro.
Tornò dalla cucina e si sedette vicino a me, mise la testa tra il mio collo e la mia spalla e mi abbracciò, in quel momento perfetto mi arrivò la chiamata che vorrei non fosse mai arrivata, presi il telefono staccandomi dalla presa di Payton, guardai il telefono "Mamma💜", sorrisi e avvicinai il telefono all'orecchio, Payton e Avani mi guardavano, nel bel mezzo della telefonata il mio sorriso si spense, il mio viso si fece pallido e una lacrima rigò la mia guancia destra, abbassai il telefono richiudendo la chiamata.
In quel momento urlai e abbassai la testa e strinsi i capelli tra le mani, Avani venne vicino a me, mentre Payton già cercava di alzarmi il viso.

A: oi che succede?
S: mio nonno sta in ospedale, ha, avuto un, ictus

Dissi tra i singhiozzi, mi strinsi ad Avani, mentre Payton guardava in basso con le mani nei pantaloni. Mi staccai da lei e dissi che dovevo tornare in Italia, corsi di sopra in camera mia e Payton mi corse dietro, entrai in camera mia, presi la valigia e misi dentro i primi vestiti che trovavo, alzai lo sguardo e lui stava li sulla porta, si avvicinò, io stavo presa per il panico, non sapevo neanche io cosa stavo facendo, le lacrime scendevano sempre più velocemente, Payton mi prese il viso tra le mani e in quel momento le mie labbra ritoccarono le sue, si staccò e iniziò a trascinarmi piano i pollici sulle guance, il mio fiato si era fatto più lento, in quel momento lo abbracciai, la sua enorme felpa rossa si fece calda, le sue braccia stavano attorno al mio collo, mentre le mie attorno alla sua vita, affondai il viso nella felpa, con il lato dell'orecchio sentivo il suo cuore battere piuttosto veloce, alzai la faccia e lo guardai, lui fece lo stesso, lui mi faceva stare bene, anche in momenti come questi, lui era l'unica droga cazzo.
Mi staccai tornando sulla terra, gli lasciai un bacio sulla guancia e iniziai a vestirmi, tolsi il felpone e misi una maglietta normalissima e una paio di jeans, Payton mi fissava, non sapevo se la sua espressione era divertita o seria.
Presi il mio paio di scarpe che trovai e corsi di sotto, salutai Avani e Charli con un abbraccio, poi Jaden, lui mi fece alzare da terra, mi disse che gli sarei mancata, anche se fossi stata via per 2 settimane, arrivò il turno di Payton, mi guardò mentre io gli tenevo il viso tra le mani, i suoi occhi si fecero lucidi ma non scese nessuna lacrima, gli diedi un bacio piuttosto lungo, mi staccai mentre lui cercava di "trattenermi" con il braccio attorno alla mia vita, vidi Anth sulle scale, gli feci un leggero saluto con la mano e lui alzò la testa. Uscì dalla porta e presi un taxi per l'aeroporto.

...

Ero sull'aereo, non facevo altro che muovere velocemente la gamba, mi mordevo le labbra, avevo ansia, volevo vederlo, subito, ora.
Il mio nonno, al solo pensiero mi scese una lacrima ma la asciugai subito.

Arrivai in città, presi un taxi per arrivare almeno in centro.

Una volta lì, presi un bus, arrivò vicino all'ospedale, camminai per circa 10 minuti, appena arrivata entrai correndo, chiesi al medico del banco la stanza.

Stanza 117, stanza 117, ripetevo nella mia testa, arrivai nel corridoio e vidi mia madre seduta su una sedia e mia nonna vicino, corsi da loro appena mia mamma mi vide fece per alzarsi, ma io gli sorrisi come per salutarla.
Entrai nella stanza, mio nonno era sveglio, gli corsi in contro e lo abbracciai, lui mise una mano sulla mia testa, sussurrò qualcosa, ma io non capì allora lo guardai

S: nonno ti voglio bene, tutto il bene del mondo, ti amo tantissimo
N: amore... Sei la mia nipotina, come potrei... Non volerti un bene dell'anima... È questo.... Che fanno i nonni... Donare l'amore.... Ai propri nipoti...
S: non mi dimenticherò mai di te nonno, ti amo tantissimo

Lui mi sorrisi e mi porse una foto, la guardai, era lui con me da neonata in braccio e mia sorella vicino che rideva, scesero tante lacrime

N: tienila te... Basta che quando la guarderai non scenda nessuna lacrima, ma solo sorrisi
S: ti voglio bene

La mia mano stringeva la sua e proprio in quel momento la sentì alleggerirsi, i suoi occhi si chiusero.
Lo guardai e gli passai una mano sulla guancia e gli dassi un bacio.

||Spazio autrice||
Ehiii, ho scritto un po' meno per questo, ma vi dico solo che ho pianto alla fine lol, nulla è significativo questo capitolo e boh ci vediamo domani byee
-TINA🧸

Quel Dannato Sorriso 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora