Il LORO Primo Appuntamento

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Quello, quello era il grande, fantastico giorno di merda in cui il MIO fidanzato sarebbe uscito con...Giulia.

Non la odiavo in realtà, ma avevo paura di quei sentimenti che, fin troppo spesso, faceva vedere. Non era una cattiva persona...solo era cotta e non poteva non infastidirmi.

Dovevo solo restare calmo e far passare quelle due ore in cui sarebbero usciti.

Come? Playstation e giochi in cui uccidere le persone. 

Come? Cibo, cibo e tanto cibo.

Come? Piangendo disperato fra le braccia di Diego.

La più probabile?  La terza. Ero e sono un'anima fragile, okay?

T: “Lello puoi smetterla di pensare? Sento le tue strane congetture da qua”

L: “Lasciami stare, stronzo.”

T: “Le, dai, cosa vuoi che succeda? E' solo Giulia..si accollerà un po' e basta. Nulla di così grave e irrisolvibile”

L: “Già me la vedo. Non voglio odiarla, perchè non è nemmeno colpa sua, mi..innervosisce però”

Sospirai girandomi nel letto verso di lui. Perchè doveva essere bello? Potevo scegliermi uno normale,proprio uno così? 

Avrei scelto io il suo outfit, basta.

L: “Amore, te li scelgo io i vestiti”

T: “Così esco vestito come un barbone? Non ci penso nemmeno”

L: “Non hai possibilità di scelta. Ho detto che scelgo io.”

Detto quello mi alzai dal letto e mi diressi verso il nostro armadio alla ricerca degli abiti adatti. Presi un bel paio di jeans a sigaretta, in modo che non risaltassero troppo le sue gambe, una felpa grigia, oversize e una maglia nera da mettere sotto. 

Perfetto. 

T: “Un bel bidone”

L: “No, ti starà benissimo, fidati di me”

T: “Certo. Lo faccio solo perchè sei tu eh...”

Lo guardai cambiarsi e..mi disperai, Era così dannatamente tenero. La mia vita era una merda, una vera merda.

Mi avvicinai e decisi che me ne sarei sbattuto il cazzo delle sue stronzate da freddo: lo presi in braccio e gli feci intrecciare le gambe alla mia vita.

L: “Il mio Tanche, il mio piccolo Tanche”

T: “Mi fai salire lo sbocco. Cosa ho fatto per meritarmi tutto ciò?”

In realtà, era ancora stretto a me e aveva la testa poggiata sulla mia spalla. Sapevo che fosse molto più dura per lui che per me e non potevo lasciarlo solo in quel momento.

T: “Mettimi giù ora. Non sono un bambino”

L: “Va bene Mr Freddezza”

Lo feci scendere e sentii suonare il campanello. Era già ora? 

Scendemmo e sentimmo tre voci ben distinte: Gian, Diego e lei. Entrammo in cucina e subito lei iniziò con la sua scena.

Non dovevo odiarla. 

Non dovevo

G: “Tancredi, tesoro, ciao! Mi sei mancato!”

T: “Ciao Giuliè, pronta ad annoiarti due ore assieme?”

G: “Con te non mi annoio mai  e poi sono più di due ore: abbiamo anche una cena con le mie amiche”

L: “Comunque ciao anche a te Giulia”

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