1. Centro di gravità permanente

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C'era una ragazza. Appollaiata sotto il bancone di un'antica libreria romana, sfogliava con delicata precisione le pagine del libro fra le sue mani, attenta a non fare neanche il minimo strappo. Il suo nome, era Amanda Russo.

Amanda leggeva di nascosto, perché sapeva che, per quanto esternamente potesse apparire come una donna gentile e a modo, se il suo capo, Giorgia Meloni, l'avesse scoperta a leggere sul posto di lavoro, non avrebbe esitato un secondo a licenziarla in tronco. A maggior ragione, poi, considerando che il libro che Amanda aveva in mano proveniva proprio dagli scaffali di quel negozio. E no, non era stato pagato. Ma nemmeno rubato. Tra un cliente e l'altro, Amanda si dilettava a prendere in prestito i libri che avrebbe dovuto in teoria vendere, senza però farli mai uscire dal negozio. Le sembrava impossibile la sola idea di passare ore ed ore intere circondata da tutti quei libri, senza poterne leggere neanche uno. Avrebbe preferito trovarsi da qualche altra parte, piuttosto.

Quando anche l'ultima parola dell'ultima pagina fu letta, Amanda chiuse amorevolmente il volume e passò con dolcezza la mano sinistra sulla copertina. Le sue labbra, ormai piegate in un leggiadro sorriso, lessero silenziosamente il titolo, "Per abbracciarci con più calore domani", e lei rimase per un tempo non ben definito ad osservare l'immagine davanti a sè: una vecchia foto di Giuseppe Conte, il suo scrittore preferito, le sorrideva in bianco e nero, i capelli scompigliati, gli occhi vispi e lo sguardo di un giovane con tutta la vita davanti. Poi aprì la terza di copertina, ed ecco un'immagine di Conte come si presentava adesso, i capelli leggermente striati di bianco, qualche ruga sul volto e lo sguardo maturo di chi ha il peso del mondo sulle spalle, ma con lo stesso energico sorriso di sempre. Eccolo, con almeno trent'anni in più. Ma, suo malgrado, ancora più ineluttabilmente, dannatamente, irreparabilmente, affascinante di prima. Lo diceva sempre, sua madre: "Gli uomini sono come il vino: i peggiori inacidiscono, ma i migliori invecchiano bene." Ecco, Giuseppe, decisamente, era uno dei migliori.

Il vortice di pensieri che attraversava la mente di Amanda fu però interrotto dal suono della campanella da porta, segno che qualcuno stava entrando nel negozio. La ragazza sobbalzò sul posto, sbattendo la testa sul bancone in mogano e lanciando un urletto a causa del dolore generato dal colpo.

-Eccomi!- disse, alzandosi e massaggiando il capo dolorante.

Sergio Mattarella, il postino, la guardò divertito. Dopo tanti anni, conosceva le sue strane abitudini lavorative e non rimaneva più stupito di trovarla rintanata là sotto. -Buongiorno, cara. Come va?- la salutò, poggiando un grosso scatolone targati Amazon a terra. Poi si passò una mano fra i capelli bianchi come la neve, un po' folti perchè il poveretto si scordava sempre di andare dal barbiere, nonostante suo marito Giovanni gli stesse dietro dietro. Quei capelli ricordavano tanto ad Amanda il nonno di Heidi

-Oh, sei tu. Credevo fosse la Meloni.-

-La signora Meloni che si presenta in negozio? Un evento più unico che raro.-

La ragazza fece spallucce. -Beh, è pur sempre la sua libreria-

Sergio la guardò con quella sua solita aria da nonno saggio, che ad Amanda faceva tanta tenerezza, perché aveva sempre desiderato un nonno così e, porgendole il tablet aziendale con annesso pennino, le disse: -Non basta possedere un posto per appartenervi, Amanda cara. Bisogna prendersene cura, come fai tu con questo negozio. I posti, proprio come le persone, vanno amati, rispettati, trattati con affetto e dedizione. Altrimenti, se li abbandoniamo, smettono di appartenerci e, molto spesso, diventano di qualcun'altro. Per quanto mi riguarda, questa libreria è tua.-

Amanda non sapeva come rispondere. Tante volte, quando le avevano chiesto di cosa si occupasse, aveva risposto che aveva una libreria nel centro storico di Roma e non che vi lavorava. Era d'accordo con lui: per lei, nel suo cuore, quel negozio era suo. Ma non era così facile, perché sebbene la Meloni non avrebbe avuto problemi a sbarazzarsi di quel luogo, il prezzo era troppo alto per lei. -Sei sempre così saggio, Sergio. Vorrei tanto che fosse così facile.- Il signor Mattarella le sorrise, poi, apponendo la firma elettronica sul dispositivo, lei si ricordò di non aver chiesto al suo amico del coniuge e rimediò alla dimenticanza.

Mentre rispondeva, gli occhi di Sergio acquisirono un'intensa luce, comune solo agli innamorati. -Benissimo! Tra un paio di settimane facciamo cinque anni di matrimonio e ho prenotato un weekend a Parigi, ma lui non lo sa. Non vedo l'ora di vedere la sua faccia quando lo scoprirà, adora quella città.-

Amanda gli sorrise caldamente. -Parigi, eh? Non ci siete già stati in viaggio di nozze?-

-Sì, ma Giovanni la adora. Sono anni che vorrebbe ritornarci, ma tra una cosa e l'altra...- S'interruppe, facendo un gesto che lasciava sottintendere un qualcosa di vago.

-So cosa intendi dire. Vorremmo sempre fare tante cose, vedere tanti posti, provare nuovi stimoli... ma poi la vita ci cade addosso e diventiamo vittime della routine. E poi gli anni passano e ci troviamo vecchi e stanchi, senza aver fatto tutto quello che avremmo voluto fare...- Rendendosi conto di aver appesantito il discorso, la ragazza sospirò. -Ma non pensiamoci! Senti, visto che ci siete già stati potrebbe essere un po' scocciante fare lo stesso itinerario. Credo di avere il libro che fa al caso vostro- disse, per poi scomparire in mezzo agli scaffali della sezione viaggi e riapparire un paio di minuti dopo con un libro dalla copertina celeste nella mano sinistra.

-111 luoghi di Parigi che devi proprio scoprire di Katia Thomas, Renèe Grimaud e Sybil Canac- lesse Sergio, dopo aver inforcato gli occhiali. -Hai ragione, è perfetto! Lo prendo. Me lo incarti per favore?-

-Certo! Sono dodici euro- Disse Amanda, passando il volume sul codice a barre. -Parigi, che città incantevole!- Aggiunse poi, incartando il libro. -Ci sono stata alle superiori con la scuola. Ma tu lo sai che proprio in quell'occasione diedi il mio primo bacio? Mi sembra sia passata una vita! Mi piacerebbe proprio tanto tornarci.-

-Beh, magari con la persona giusta...- 

-Eh! Sergio, Sergio! Che se ne fanno gli uomini di un topo da biblioteca come me?- 

-Oh, Amanda cara, non disperare. L'amore trova sempre il modo di sorprenderci. Tu sei qui, vivi la tua vita, leggi i tuoi libri e sistemi il tuo negozio. E magari domani, fra una settimana, o fra tre giorni arriverà qualcuno dal quale non riuscirai proprio a togliere gli occhi di dosso. E magari fra, che sò, sei mesi sarete insieme a Parigi!-

Amanda scosse la testa e, porgendogli il volume, gli disse: -Tu leggi troppi libri!-

Lui rise. -Eh! Poi mi dirai se non avevo ragione!-

La ragazza aprì bocca per rispondere, ma proprio in quel momento si avvicinò alla cassa una donna disperata alla ricerca del regalo di compleanno perfetto per il figlio. Così, Sergio si congedò calorosamente e lei mise distrattamente da parte la scatola di Amazon, per dedicarsi alla cliente, che cercava due vecchi libri di Geronimo Stilton. Ma se solo la ragazza avesse speso un secondo a leggere il nome su quello scatolo, si sarebbe resa conto di come, forse, Sergio non avesse tutti i torti. Amanda ancora non lo sapeva, ma presto la sua vita avrebbe preso una piega del tutto inaspettata.

To be continued...

Andrà tutto bene: A Giuseppe Conte storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora