5. Can't help falling (in love with you)

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Ragazz*! Scusatemi se non sto riuscendo a tenere il ritmo con gli aggiornamenti, ma fra compiti, famiglia e tantissime altre mille cose mi è difficile scrivere quanto vorrei :c
Comunque, anche se con un po', di ritardo, eccovi il quinto capitolo della storia (ed è anche bello lungo eheheh) :)
Buona lettura, Aurora <3

I suoi profondi occhi marroni, il suo naso pronunciato, la sua bocca leggermente schiusa, le sue fossette... oh, Cristo Santo, le sue dannatissime fossette. Tutto. Tutto di lui. Amanda poteva vedere alla perfezione ogni singola ruga, ogni solco, ogni singola imperfezione del suo volto. C'era persino una piccola cicatrice sul labbro superiore, impercettibile, che non aveva mai colto in anni ed anni a fissare le sue foto sulle riviste. La ragazza dovette cacciar fuori tutto il suo buon senso e la sua logica per non allungare una mano e toccarla. Abbassò lo sguardo. Da lì, poteva benissimo scorgere una vena pulsare feroce sotto il colletto della camicia. Si morse un labbro. Era bellissimo. Come un cielo stellato, la copertina di un libro antico, una pizza fumante... no, macché, centomila volte meglio! Era incredibilmente meraviglioso.

Ed era sotto di lei. A terra. In mezzo al fango. Durante un temporale. Il suo corpo completamente schiacciato da quello della ragazza, che in quel momento si sentiva più pesante che mai e non riusciva a pensare ad altro che al cuore che sentiva battere sotto di sé. E alle gambe di lui in mezzo alle sue cosce... anche se non era poi tanto sicura che quella protuberanza che sentisse in mezzo alle cosce fosse una gamba... e, sicuramente, se non fossero stati in mezzo all'acqua e se lei non fosse stata al limite dell'imbarazzo, non le sarebbe affatto dispiaciuto indagare. Ma, in quel momento, l'unica cosa da fare era cercare di liberarsi da quel groviglio di braccia e gambe.

Giuseppe, dal canto suo, era stato pronto a mettersi ad inveire ferocemente contro chiunque l'avesse aggredito in quel modo, aveva già l'insulto pronto sulla bocca della lingua, finché non aveva alzato lo sguardo ed incontrato quei grandi occhi... verdi? Grigi? Non riusciva ad identificare bene la tonalità di quello sguardo vispo, che lo fissava con uno strano misto di imbarazzo, disagio e... era forse ammirazione, quella? No, sicuramente si stata solo impressionando: lei era davvero una bella ragazza e lui un uomo che non toccava una donna da troppo, troppo tempo. Chiunque sarebbe finito per fare strani pensieri. Senza contare che il suo petto era schiacciato dal seno di lei... che lui poteva sentire, eccome se lo sentiva. Ed era anche bello abbondante. Da sotto il cappotto, poi, riusciva benissimo a scorgere la scollatura che fuoriusciva dal maglioncino giallo. Distolse a malincuore lo sguardo, cercando di concentrasi sul ponte alla sua sinistra o sulla strada alla sua destra. Era passato tanto tempo dall'ultima volta che Giuseppe aveva avuto una donna stesa su di sé in quel modo... e in realtà quella situazione non gli sarebbe affatto dispiaciuta, se non si fossero trovati in un contesto diverso. E più asciutto, magari. 

La ragazza tentò di alzarsi, ma aveva preso a piovere ancora più violentemente e le sue mani scivolarono sul marciapiede bagnato, facendola sprofondare con la testa sul petto di lui. Era una situazione al limite dell'imbarazzante, per entrambi. Ma, in fondo, in un certo senso aveva anche un che di eccitante. Imperterrita, lei si mise a cavalcioni su di lui, che riusciva benissimo a sentire la presenza della sua intimità al disotto di tutti quegli strati di vestiti bagnati. L'uomo deglutì e trattenne un respiro, gli girava la testa e non capiva se fosse a causa dell'impatto con il suolo o di quella situazione così surreale. Probabilmente, entrambe. Lei gli fece un timido sorriso, a mo di scuse, e posò le mani sulle sue spalle, cercando di fare leva per alzarsi. Giuseppe trattenne un respiro, cercando di pensare ad altro. In quel momento qualsiasi cosa, ma davvero qualsiasi, sarebbe stata meglio di pensare a quella rossa da urlo che gli si stava praticamente strusciando addosso. Era ad un passo dall'avere un'erezione così, nel bel messo di Roma, sotto una ragazzina della quale non sapeva neanche il nome. Socchiuse gli occhi e cercò di concentrarsi su qualcos'altro... come per esempio il terribile dolore che si stava propagando lungo la nuca. O la sua vista che si stava misteriosamente sdoppiando. Perché all'improvviso c'erano due ragazze, sopra di lui?

Andrà tutto bene: A Giuseppe Conte storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora