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29 SETTEMBRE 2019. MARTEDI' ORE 7:50

Era una mattina accompagnata da un tempo che minacciava pioggia sul cielo di Roma. Alice era salita da appena 2 minuti sul suo scooter, stava allacciando il casco sotto il mento. Reggeva il motociclo con entrambe le gambe. I risvolti fatti ai jeans lasciavano la pelle bianca delle sue caviglie, scoperte. Ai piedi aveva delle sneackers bianche dell'adidas. 

Elia era in un ritardo assurdo quel giorno. Non aveva sentito la sveglia, e sua madre si era dimenticata di svegliarlo presto quella mattina, in ritardo anche lei per il suo turno in ospedale. Aveva messo i primi indumenti che aveva trovato in giro per la sua camera, non badando alla felpa che aveva già messo ieri, e lasciata anche per la sera per uscire con i suoi migliori amici per andare al baretto, e poi in qualche posto nascosto per fumare le loro cannette prima di ritornare a casa. 
Solo quando si avvicinò all'ingresso riuscii a sentire il tanfo di erba dalla stoffa.

" Ma che cazzo.." 
Uno sbuffo uscì dalle sue labbra, seguito da una smorfia e dallo zaino lasciato cadere per terra, vicino ai suoi piedi. Tolse l'indumento gettandolo sul divano in pelle in salotto, riprendendo lo zaino e correndo per le scale. 

Era sicuro che non sarebbe arrivato in tempo, e che sarebbe dovuto entrare in seconda ora.  

Non era un buon modo per iniziare l'ultimo anno scolastico! Si era promesso che si sarebbe impegnato per la fine, quando avrebbe dato la maturità, in modo da poter partire per tre mesi, con i suoi amici per Ibiza. Un sogno, no?

Alice mise in moto il motorino. Lo zaino ai suoi piedi, pronta a partire. Quando Elia la riconobbe, corse contro la sua figura, e salì sullo scooter, sotto lo sguardo stranito della mora. Non si era spaventata, conosceva Elia di vista, ma quello che la lasciò perplessa fu il gesto del ragazzo che, dopo aver preso posto dietro di lei, parlò:

" Sono in ritardo, 'nme posso permette di entra' tardi. "
Dalle sue labbra uscii il solito accento romano marcato che non mancava mai in ogni sua frase. Pure i professori si erano abituati a questo, rinunciando di spiegare al ragazzo che il romano nelle interrogazioni non fosse ben gradito. 

" Un per favore non ti andava di accompagnare la frase? Prego, comunque! "
Alice scosse la testa dopo aver ironizzato, e partì verso la direzione del liceo classico Kennedy. 

Elia le fu grato per non averlo lasciato a piedi, ma non glielo disse.

Con la velocità con cui Alice quella mattina guidò il suo scooter, riuscirono ad arrivare a 5 minuti prima che la campanella suonasse, facendo raccogliere gli alunni nelle proprie classi per l'inizio delle lezioni.
Elia vide i suoi amici appoggiati come ogni mattina, da 5 anni quasi, al muretto che aspettavano sicuramente il suo arrivo. Notò lo sguardo di Giovanni su di loro. 

" Puoi farmi scendere qui. "
Disse Elia con un tono alto di voce, pensando che la ragazza non l'avesse sentito.

" Qui? Ma perderesti tempo! "

" Si, non importa. Due minuti idi ritardo non sono un'entrata in seconda ora. "
Cercò di essere persuasivo col tono di voce, ma non ricevendo nessuna emozione dalla ragazza. Quasi pensò che fosse apatica.

" Come vuoi! "

Alice accontentò il moro che scese a pochi metri distante dall'entrata della scuola. Elia la guardò in viso, giusto il tempo di ringraziarla nuovamente, che lei partì lasciandolo perplesso. La guardò finché non la vide scomparire dentro il cancello dell'istituto. Iniziò a camminare verso i tre amici che attendevano il suo arrivo da, ormai, 10 minuti. 

Giovanni lo guardò col solito sorriso stampato in volto:
" Chi è quella che ti ha dato lo strappo, zì? "

Elia scrollò le spalle non guardando in faccia l'amico, distraendosi dando il cinque a Martino che, al contempo, gli diede due pacche sulla spalla.

" La mia vicina di casa. Non l'avevo mai vista prima a dirti il vero. Mi sono fiondato sullo scooter stamattina, stavo in un ritardo fottuto zì!  Mi ha parato il culo! "

Giovanni lo guardò attentamente, decidendo poi di entrare in aula perché non volevano rischiare di entrare in seconda ora dopo che avevano fatto l'impossibile per essere puntuali. 
O, per lo meno, Elia aveva sfidato una stupida sorte, forse di fortuna si trattava, quella di avere un passaggio senza chiedere o dare informazioni su dove la ragazza dovesse andare. 

Alice, invece, era rimasta fuori. Stava sistemando il casco sotto il sedile del suo motorino, quando vide i 4 ragazzi, tra cui lo stesso Elia, entrare dentro la scuola. Si scambiarono uno sguardo fugace nello stesso tempo in cui Alice si accorse di Katherine che le correva incontro, ed Edoardo uscire dal parcheggio all'esterno della scuola. Lo salutò con un cenno della mano. 
Katherine si era trasferita dall'America l'estate scorsa insieme al riccio, avrebbe dovuto finire l'ultimo anno anche lei. 

Le due amiche si sorrisero ed entrarono anche loro, per ultime, quando tutta quella confusione si sarebbe dispersa nelle varie aule.




Spazio autrice:
Ecco una nuova storia, esco un po dalla zona di confort e mi imbatto in ciò.
Spero che possa piacervi!
Fatemi sapere❤


SKAM ITALIA - ELIA SANTINIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora