Helene non era mai stata così nervosa come quel giorno. Sentiva i brividi percorrerle tutta la schiena, e ciò non la metteva a proprio agio. Dannazione, aveva solamente sedici anni e mezzo, era poco più che una bambina!
Si stava presentando davanti all'altare per giurare fedeltà al ragazzo che amava, e che aveva ereditato uno tra i ducati più importanti di Prussia e ciò le faceva sentire nuove emozioni, un misto tra paura ed eccitazione.
Le sue damigelle stavano chiacchierando amabilmente fuori dalla cappella, dicendo varie volte quanto fosse bello e giovane Heinrich, ma lei fece finta di ascoltarle, tremando dalla testa ai piedi.
Suo padre, il duca Edouard, si presentò al suo cospetto, in tutta la sua stazza: i suoi baffi alla prussiana erano ben curati, il vestito nuovissimo e impeccabile, i suoi gradi dell'esercito in bella mostra e un sorriso che riservava solo a poche persone: una di queste era proprio Helene.
Lei si avvicinò, tenendolo per mano e facendo dei respironi profondi, mentre le damigelle si inchinavano di fronte al duca e le prendevano il velo nuziale, di colore bianco, mentre il resto del vestito aveva un tono azzurrino. Non era raro vedere vestiti di quel colore e di quella fattura, era la moda dell'epoca dopotutto ed il vestito bianco che tutte le spose indossano al giorno d'oggi fu utilizzato per la prima volta nel 1840.
La ragazzina abbassò lo sguardo mentre percorreva la navata centrale della chiesetta, non volendo incrociare gli sguardi di tutti i suoi parenti e di sua madre, la quale stava piangendo come una fontana proprio perché un'altra delle sue figlie stava lasciando la sua casa e si sarebbe trovata sempre più sola.
La fortuna volle che il castello di Heinrich non fosse molto distante da quello di Edouard e Mathilde, dunque la madre avrebbe potuto venire a trovare la sua bambina ogni volta che desiderava, e viceversa.
Appena fu davanti al suo sposo le sfuggì un sorriso: aveva desiderato tanto rivederlo, le era mancato così tanto prima del matrimonio! Avevano dovuto aspettare qualche giorno com'era da prassi, dopotutto il fidanzamento era avvenuto due mesi prima e secondo sua madre avevano accordato tutto con troppa fretta.
Lei amava tanto Heinrich, era la sua ragione di vita e mai si sarebbe aspettata di dover pensare il contrario quando sarebbe diventata donna. Incrociò varie volte lo sguardo con il ragazzo dai capelli stecchi e mori e dagli occhi verdi come lo smeraldo, arrossendo sempre di più nel pensare a quanto fosse bello.
La cerimonia le parve infinita tra canti in tedesco, sermoni interminabili del pastore e le varie fasi del sacramento, e quando pronunciò il fatidico "sì" si sentì come se avesse liberato da dentro di sé un peso enorme. Lo stesso valse per Heinrich: all'inizio della cerimonia era molto nervoso ed aveva evitato tutti i consigli di sua madre e di sua sorella, Augusta, ma aveva comunque cercato di fare il suo meglio proprio per evitare brutte figure.
Da quel giorno Helene sarebbe diventata molto più importante: la posizione che aveva ricoperto fino ad adesso poteva sembrarle assai irrilevante e poteva dire addio alla sua vecchia e noiosa vita.
Gli applausi rimbombarono in quella piccola cappella, costruita ottocento anni prima per volere del primo fondatore della casata di Heinrich: un certo Willem, che aveva costruito il castello e la cappella per sfidare apertamente suo padre che poteva assoggettare qualsiasi cittadino nonostante egli stesso fosse albino.
Dopo la cerimonia tutti i parenti andarono a congratularsi con i novelli sposi ed i bambini iniziarono a bombardare la povera ragazza di domande, trascinandola anche per un braccio per poter giocare con loro prima del pranzo.
La ragazza accettò, spostando qualche ciocca di capelli bianchi dalla fronte: anche lei, proprio come il progenitore di suo marito, era albina: d'altronde anche entrambi i suoi genitori lo erano e non si vergognavano affatto ad uscire e a frequentare altre persone.
Gli albini erano sempre stati visti negativamente dalla religione, ma nel loro villaggio e in tutta la regione, dato l'alto tasso di persone con questa malattia genetica, anche i pastori delle chiese luterane avevano iniziato a vederli di buon occhio, dunque lei aveva vissuto un'infanzia senza troppi problemi, al riparo dagli insulti delle persone ignoranti che credevano che quelli come lei fossero nati dal rapporto di una prostituta con il diavolo e dai freak show, i quali erano molto frequenti nel diciannovesimo secolo.
Giocò a nascondino e ad acchiapparella con i nipotini del suo novello sposo, ma ad Heinrich non gli andava giù che sua moglie si sporcasse quel suo bel vestito, dunque si avvicinò a lei abbastanza contrariato e la prese per il braccio destro, riportandola nella sala da pranzo dove si stavano servendo gli antipasti.
Helene desiderò tanto controbattere contro di lui, ma non sarebbe stata ascoltata minimamente dato che era una donna e che, in qualità di moglie del duca, doveva stargli sottomessa.Si sedette a tavola a malincuore, osservando il piatto che veniva riempito dai domestici e abbassando lo sguardo, odiando quando Heinrich voleva imporre a tutti i costi la sua autorità senza interpellare minimamente il suo parere.
Dopo il matrimonio, e dopo che suo marito l'aveva presa per il braccio così bruscamente, le era passato un pensiero per la mente: quello di dover perdere la verginità quella sera stessa. Al solo ripensarci le veniva da vomitare tutta la colazione, e non aveva mangiato un granché.
Diede qualche forchettata al piatto, anche se riluttante, e "con le buone parole di suo marito", riuscì a mangiare tutto quello che le era passato sotto gli occhi. Buone parole per modo di dire, dato che erano delle vere e proprie minacce.
Aveva pensato anche a quante volte sarebbe stata picchiata da Heinrich se lei non lo avesse soddisfatto, ed aveva continuato a tremare per tutta la durata del pranzo. Venne servita una quantità stratosferica di portate, e volentieri il suo stomaco si sarebbe preso una bella pausa per poter digerire il tutto. Si toccò la pancia, sazia, ma non aveva ancora affrontato i balli ed i giochi di gruppo che avevano organizzato.
La festa continuò con grande entusiasmo da parte di tutti gli invitati e degli sposi stessi: ad Helene le era venuto un po' da sorridere, anche se non avrebbe perdonato facilmente Heinrich per il suo comportamento precedente. Scartarono qualche regalo: non avevano assolutamente il tempo per dedicarsi a tutti, dato che avevano da parlare con tutti i parenti uno per uno, discorrendo di vari argomenti.
Helene quel giorno ringraziò Dio che non le fosse venuto un atroce mal di testa, altrimenti non sapeva come avrebbe potuto affrontare tutta quella schiera di invitati e di giochi stupidi che si facevano solamente ad un matrimonio.
Verso le nove la festa era finita, e fu il momento per gli sposi di ritirarsi nella loro stanza. Alla ragazza iniziò a battere forte il cuore, di sicuro Heinrich le avrebbe fatto molto male, anche perché non era la prima volta del marito, dato che lo aveva fatto con una prostituta e sua madre le aveva confessato che era atroce il dolore provato dopo la penetrazione.
Appena Heinrich chiuse la porta della camera lei iniziò a respirare più velocemente, mentre sentiva che le mani del marito si inoltravano dentro il suo vestito per poterlo togliere. Fu un'operazione assai veloce, dato che pochi minuti dopo si ritrovò senza vestiti e completamente inerme.
Chiuse gli occhi, non volendo vedere Heinrich nudo, e si stese lentamente sul letto, deglutendo. Ricordò solamente di un gran dolore nelle parti basse, e di un crescente piacere farsi in lei mentre suo marito esplorava le parti più proibite. Le piaceva veramente tanto l'atto sessuale, probabilmente lo avrebbero fatto molte altre volte e la cosa l'aggradava.
Fece un sorrisino, continuando a gemere molto forte, prima di raggiungere l'orgasmo. Anche suo marito, molto dopo di lei, venne e sentì un caldo liquido correrle all'interno del suo organo sessuale, e raggiungere il suo utero.
Quella sera venne fecondata: non contava assolutamente i giorni fertili e le mestruazioni le venivano improvvisamente, facendo di conseguenza infuriare sua madre.
Quella sera andò a dormire con l'ansia che l'attanagliava, con l'ansia di non aver fatto abbastanza per compiacere suo marito. Quella sera uno spermatozoo riuscì a raggiungere la cellula uovo e a dare vita ad un nuovo essere vivente, quella sera era destinata a cambiare radicalmente le abitudini della coppia di nuovi sposi. Quella sera iniziò la storia di Frederick.
STAI LEGGENDO
DEUTSCHE STUPOR MUNDI
Historical Fiction"Non è facile essere un albino e il figlio ereditario di un duca, soprattutto se costui ti odia e non riesce mai a guardarti negli occhi" Frederick Albert è un ragazzino curioso, affascinato dai libri e sempre desideroso di imparare. Nato prematuro...