1. La strana ragazza giapponese

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KUMIKO POV

"Perché oggi non mi dai ciò che cerco?"
"..."
"Rispondimi!!"
"..."
"Niente, ci riproveremo domani"

Chissà perché oggi la mia finestra non mi risponde...

Vi starete chiedendo il motivo per cui io stessi parlando con la mia finestra.

Beh, semplice, attraverso le sue tende, c'è il mondo ed essendo io una pittrice, traggo ispirazione dai suoi paesaggi, specialmente dal cielo della mia città, Seoul.

Adoro Seoul, così piena di vita... Le macchine che sotto il mio enorme palazzo scorrazzano rumorose, i pedoni che attraversano la strada stando attenti che non scatti la luce rossa del semaforo... Sarebbe tutto così splendido da riportare sulla tela...
Eppure quella stronza se ne sta lì, completamente bianca, ad osservarmi.

"Che cazzo guardi eh?!"

Lanciai un pennello ancora sporco di chissà quale colore contro di essa, creando uno schizzo proprio al centro.

__

"Hey Kumi, c'era la porta aperta quindi sono entrato, ti dispiace se-... Che diavolo è quella cosa?"
"Ti piace??? Non è fantastico, però penso abbia un qualcosa di particolare"
"Ah questo è poco ma sicuro"
"Trovi anche tu??"

Guardai Seungmin con un sorriso gigantesco stampato in volto, ero contenta gli piacesse, ci tenevo molto alla sua opinione.
Non c'era stato dipinto che non avessi venduto prima di aver sentito il suo giudizio.

Seungmin era il mio vecchio compagno di università, il migliore del nostro corso, mio e di Jeongin, un ragazzino del primo anno che ora abitava con lui.

Entrambi si erano trasferiti nell'appartamento proprio accanto al mio.
È uno strano piano quello del palazzo in cui vivo... Ci sono molti individui sospetti, ma probabilmente io ai loro occhi sono la prima.

"Dimmi, che sei venuto a fare?"
"Come? Ah sì, scusa, ero concentrato sul quadro e mi sono perso via... Senti non è che potrei farmi la doccia qui da te? Quell'idiota di Jeongin doveva pagare le bollette ma si è scordato, e per non farmelo sapere si sta facendo la doccia con l'acqua gelida. Io ovviamente non ci penso nemmeno a farmi una doccia congelata... Mi si ghiacciano le palle"
"Sì, sì, vai pure! Io adesso esco un attimo, fai quel che devi poi chiudi tutto ok?"
"Dove stai andando conciata cosi? Sei ancora sporca di pittura"
"L'arte non può aspettare!"
"L'arte?"
"No, volevo dire l'artista"
"Eh!?"
"Non lo so, ma mi è venuta fame, scendo a prendere un trancio di pizza, voi due universitari volete favorire?"
"Saresti anche tu un'universitaria, se solo avessi tutte le rotelle apposto... Comunque una m..."

Prima di riuscire a sentire la sua risposta, mi trovai già fuori dall'appartamento.

"Oh, ciao vicina"
"Ciao tipo losco che abita di fronte casa mia"

Changbin, il classico ragazzaccio pieno di tatuaggi, ma che in verità nasconde un cuore d'oro, anche se secondo me ha ben altro da nascondere...
Ogni volta c'è un via vai pazzesco di gente inquietante che entra in casa sua in un certo modo, ed esce piena di cerotti.
Chissà che cosa combina... Adoro

"Dove stai andando di bello?"
"Giù al domino a prendere la pizza"
"Ohhh, per te?"
"Per me e per i due ragazzi del 600"
"Ah capisco"
"Bang è in casa?"
"No, è di turno stasera"
"Se ci sono omicidi me lo dirai?"
"Ehm... Non so se posso, ma ci provo"
"Grazie!"

Saltellai allegramente giù per le scale.
Feci le sei rampe, fino ad arrivare al portone d'ingresso, dove incontrai un'altra mia vicina, Iris.

"Buonasera stramboide"
"Buonasera Iris!"

Dopo circa una ventina minuti tornai al mio appartamento, con due cartoni di pizza impilati sulla mia mano sinistra.

Con l'altra mano libera citofonai, facendo esattamente tre suoni da tre secondi l'uno.

Non so se l'ho spiegato, ma diciamo che ho qualche fissazione... Vabbè, per spiegarle c'è tempo... Torniamo alla storia.

Sentii una presenza arrivare alle mie spalle, così, non persi tempo e mi misi ad urlare.

"No, Kumi, non gridare! Sono io, Changbin! Volevo solo aiutarti con le pizze"

Ah, è solo il presunto assassino, meno male!

"Changbin, che spavento!"
"Lo so, scusami"
Sorrise imbarazzato, afferrando entrambi i cartoni.
"Sei molto gentile!"
"Oh, figurati, ci mancherebbe altro, tra vicin-"
"SEUNGMIN!!!! Apri questa stra cazzo di porta o la butto giù a testate!!!! ...
Eh? Oh sì, infatti, se non ci si aiuta tra vicini!"

Inclinai leggermente la testa, tenendo un'espressione dolce, mentre continuai a battere i pugni sulla mia porta d'ingresso.

"Ma sei imbecille!? Rischi davvero di buttarla giù! Oh, ciao Changbin"
"Heilà Seungmin. Dove metto le pizze?"
"Vieni, appoggiale sul-"
"Seungmin! È casa mia, decido io se può entrare o meno e dove può mettere le pizze!"
"E va bene... Fai tu, io vado a mettermi qualcosa addosso che sono ancora in accappatoio"

Entrai in casa e mi voltai verso Changbin.

"Vieni, appoggiale pure sul tavolo in salotto! Ma non guardarti in giro ok?"
"Vaaa bene!"

Camminai a passi lunghi verso la sala, Changbin al mio seguito.

"Grazie mille, sei stato molto gentile"
"Smettila di ringraziarmi, l'avrebbe fatto chiunque"
"Ok"

Rimasi a guardarlo in silenzio, mantenendo sempre il mio sorriso di repertorio.
Questa volta però era sincero, ero davvero contenta che si fosse offerto di aiutarmi.

"Ehm ok... Allora vado"
"Sì, e ricordati di avvisarmi se-"
"Se a Chan capitano casi di omicidio, lo so"
"Bravissimo"

Salutai il moro che uscì in fretta dal mio appartamento.

CHANGBIN POV

Sono più che certo che la stanzetta luminosa che ho intravisto fosse...
Devo assolutamente saperne di più!

*Baciati dall'arte* || Seo ChangbinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora