Abbozzare: arrendersi, subire passivamente, rassegnarsi.
Accannare: rinunciare, abbandonare un proposito o un progetto.
Ahò: la più tipica esclamazione romanesca, usata per attirare l'attenzione altrui, sovente con tono risentito.
Alzare: prestare dei soldi, anche senza obbligo di restituzione.
Ammazza: esclamazione di sorpresa, meraviglia e/o ammirazione.
Anvedi: esclamazione di sorpresa, traducibile con "guarda qui!" o "guarda chi si vede!". Spesso seguita dal nome o soprannome di una persona.
Attaccarsi (ar cazzo): dover rinunciare a un proposito o un piano. T'attacchi ar cazzo è tipica esclamazione beffarda da rivolgere a un avversario sul quale si è ottenuto un vantaggio.
Bbono/a: persona fisicamente molto attraente e dotata di sex appeal.
Beccarsi: vedersi, incontrarsi. Di solito in frasi come "ci becchiamo", "se beccamo" e simili.
Bella: tipico saluto dei giovani adulti romani, di solito seguito dal nome dell'amico/a o da appellativi affettuosi quali zi' e frate' (vedi sotto). Come dire "ciao".
Bella prova: esclamazione con la quale ci si complimenta con qualcuno per un'azione ben riuscita.
Botto (un): una grossissima quantità. Alternativamente, un boato.
Caciara: rumore forte e fastidioso. Caciarone/a è qualcosa che produce molto rumore.
Cagare fuori dal vaso: esagerare nei comportamenti, finendo per non ottenere il risultato voluto e, probabilmente, fare una brutta figura.
Capoccia: testa.
Cartone: colpo inferto con la mano a pugno.
Cifra (una): una grossissima quantità.
Cioccare: beccare qualcuno a fare qualcosa che non dovrebbe.
Ciofeca: bevanda cattiva o, per estensione, qualsiasi cosa brutta, di scarso valore, sgradevole ai sensi.
Coatto/a: persona (di solito giovane, ma non necessariamente) rozza, volgare nel parlare e vestirsi, spesso con tendenze violente. Recentemente si è diffuso anche il sinonimo settentrionale "truzzo".
Come te butta?: come va?
Daje: tipica incitazione romanesca, dai molteplici utilizzi: può essere utilizzata come "forza", "avanti", "sbrigati", "non mollare", etc.
Du' scudi: tipico quantitativo di hashish venduto da piccoli spacciatori per uno personale, equivalente a un valore di 10.000 lire (1 scudo=5000 lire).
Faggiano: persona di scarsa intelligenza, ingenua. La doppia "g" non è un errore, riflette la pronuncia!
Fare il culo: picchiare; spesso usato nella frase "te faccio un culo così", con aggiunta di gesto esplicativo effettuato con entrambe le mani. Da non confondere con il termine successivo.
Farsi il culo: faticare molto.
Fare il vago: far finta di niente, fingere disinvoltura.
Fare 'na pippa: non valere niente al confronto. Spesso usato in modo sarcastico, per comunicare il contrario di quello che si sta dicendo.
Frate': appellativo affettuoso con il quale ci si rivolge ad amici intimi. Abbreviazione di fratello. Vedi anche zi'.
Fumo: hashish
Gonfiare: picchiare; tipicamente usato nella frase minacciosa "te gonfio", ovvero "ho intenzione di picchiarti".
Imbucarsi: entrare da qualche parte senza essere stato invitato.
'Mbriacasse: ubriacarsi.
Menare: picchiare.
Mo': adesso
Mozzico: morso.
Non c'è trippa pe' gatti: modo di dire con il quale si sottolinea che non c'è speranza o possibilità di raggiungere un certo obiettivo.
Paccare: pomiciare intensamente, fare del petting.
Pariolino/a: ragazzo/a che adotta uno stile di vestiario ricercato, alla moda, e si dedica a passatempi altrettanto modaioli; fighetto/a.
Pijare: pigliare, nel senso di "scegliere qualcuno per avere una relazione sentimentale".
Pischello/a: ragazzo/a, anche nell'accezione di "fidanzato/a". Usato in particolare per persone sotto i diciott'anni.
Popo: abbreviazione di "proprio".
Prendersela a male: deprimersi. Il contrario è, ovviamente, "prendersela a bene", ovvero essere contenti.
Purciaro: tirchio.
Rega': abbreviazione di "ragazzi", usato per rivolgersi, richiamare l'attenzione o salutare qualcuno.
Rodere il culo: essere arrabbiati. Sempre con un pronome davanti, come in "te rode er culo", "je rode er culo", etc.
Rosicare: provare una forte gelosia, invidia o disappunto.
Sbattersene: non provare alcun interesse verso qualcosa o qualcuno.
Sborone: persona che si vanta delle sue capacità o esperienze, siano esse vere o presunte.
Sbrattare: vomitare.
Scapicollarsi: affannarsi a fare qualcosa.
Schioppare: morire
Sgamare: scoprire qualcuno a mentire, o a fare qualcosa che non dovrebbe.
Spacca: si dice di cose molto entusiasmanti, per es. una canzone o un film.
Spacco: divertimento, spasso. Meno comune di "tajo" (vedi sotto).
Spigne: spacciare droga (lett. "spingere").
Spizzare: guardare, specialmente nell'accezione "guardare in tralice, cercando di non farsi notare".
Stare a bambinello: essere in cattive condizioni fisiche (in riferimento alla statuetta del "bambinello" nel presepe, che è sempre rappresentata distesa sulla schiena).
Steccare: bocciare.
Sticazzi: chi se ne frega, non importa. In altre parti d'Italia può essere un'esclamazione di meraviglia o ammirazione, ma a Roma è accettato solo il significato locale.
Svongolare: vomitare.
Tajo: divertimento, spasso. Che tajo! è ciò che si esclama davanti a qualcosa di molto divertente. Un tajo è una cosa o una persona divertente. "Tajassela" vuol dire "divertirsi".
Tòcco: pezzo
Tranquillo: si dice di persona che si comporta in maniera rilassata e simpatica.
Zaccagna: coltello.
Zappa: persona incapace.
Zi': appellativo affettuoso con il quale ci si rivolge ad amici intimi. Abbreviazione di zio. Vedi anche frate'.
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Una festa per la fine del mondo
Teen FictionCosa succede se sei rimasto bloccato in casa per colpa della pandemia, i tuoi genitori ti hanno sequestrato il telefono, ma devi a tutti costi partecipare all'evento del'anno - il Quarantena Party - dove c'è una ragazza che ti aspetta? A Savino succ...