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Alle sette in punto Yibo fermò la musica, staccò il cellulare dallo stereo e cominciò a rimettere in ordine le proprie cose. Si mise un asciugamano attorno al collo e lentamente iniziò ad asciugarsi il sudore, mentre con la mano libera si portava la bottiglia d'acqua alla bocca.

Lanciò un'occhiata in direzione dell'angolo opposto della sala e vide Zhan che, stringendosi le gambe al petto, stava appoggiato contro la parete. Aveva il viso rivolto verso l'alto, sostenuto dal muro che gli scompigliava i capelli. Yibo sorrise.

Come aveva fatto ad addormentarsi nonostante la musica fosse così alta? Per non parlare del rumore che faceva mentre ballava, quando i suoi passi facevano tremare l'intero pavimento.

Doveva essere molto stanco.

Yibo finì di bere, chiuse la bottiglia e la infilò nella borsa, poi si mise questa in spalla e si avviò verso Xiao Zhan, che dormiva tranquillamente. Si abbassò su di lui e lo osservò per un po'. Il suo viso era tremendamente dolce mentre dormiva, i suoi lineamenti delicati e l'aria innocente gli fecero saltare un battito. Sentiva l'irrefrenabile voglia di carezzargli una guancia, o i capelli, o passare i propri polpastrelli su quelle labbra... Qualsiasi cosa, purché fosse sentire la sua pelle viva a contatto con la propria.

Erano passati mesi dall'ultima volta che aveva avuto un impulso così forte di toccare qualcuno, di avere un contatto, di sentire il calore di qualcun altro. Non amava il contatto fisico, soprattutto con persone con cui non era in confidenza, perciò logicamente non avrebbe dovuto sentirsi in quel modo.

Ma c'era qualcosa. Qualcosa che non riusciva a spiegarsi e che lo attraeva verso Xiao Zhan. Allungò la mano come per sfiorarlo, ma la bloccò a mezz'aria, ricordandosi di come il ragazzo si era allontanato durante la pausa, quando gli si era seduto accanto per osservare le foto del suo shooting.

Probabilmente era come lui. Probabilmente anche lui rifuggiva dal contatto con le persone che non gli erano vicine. Probabilmente non gli avrebbe fatto piacere svegliarsi e ritrovarsi così vicino a Yibo; magari lo avrebbe messo a disagio.

Yibo arricciò le dita e ritrasse la mano, schiarendosi la gola. Optò per un paio di pacche leggere sulla spalla, sentendo subito il corpo irrigidirsi di fronte a quel contatto improvviso. Xiao Zhan aprì gli occhi e sollevò la testa dal muro, osservandolo con sguardo assonnato e un po' confuso.

Quando si rese conto di chi aveva davanti, scosse la testa, cercando di svegliarsi in fretta. Si portò una mano sulla fronte e si ravvivò i capelli, mentre con l'altra si sfregava l'occhio destro, ancora sensibile alla luce.

«Hai finito?» mormorò, biascicando leggermente.

Yibo sorrise mentre lo osservava riprendere vita, non riuscendo a non fissare il proprio sguardo sulle sue labbra, leggermente umide e gonfie. Annuì, trattenendosi dal ridacchiare, e si alzò.

«Si, sono le sette. Dobbiamo andarcene.» rispose, porgendo una mano a Zhan per aiutarlo ad alzarsi.

Il ragazzo osservò il palmo aperto nella sua direzione, deglutì e poi afferrò la propria roba con una mano. Si infilò la giacca e, quando tornò a guardare nella direzione di Yibo, la maso era sempre tesa verso di lui, nella stessa identica posizione.

Non aveva idea di come svincolarsi da quella situazione senza far capire all'altro che ci fosse qualcosa di strano in lui. Sospirò e mentalmente si fece forza, afferrando timidamente quella mano, che subito si strinse intorno alle sue dita, tirandolo su da terra. Quando fu in piedi, Zhan ritirò in fretta la mano, per poi afferrare lo zaino da terra e infilarselo in spalla.

Yibo continuò a sorridergli amichevolmente, fingendo di non aver notato nulla. Intanto ipotesi riguardo a quei comportamenti si iniziavano a formare nella sua testa.

𝑵𝒐𝒏 𝒔𝒊 𝒓𝒆𝒔𝒊𝒔𝒕𝒆 𝒂𝒍 𝒔𝒐𝒓𝒓𝒊𝒔𝒐 𝒅𝒆𝒈𝒍𝒊 𝒂𝒏𝒈𝒆𝒍𝒊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora