Mi svegliai nell'acqua gelida del fiordo di Arendelle, i polmoni chiedevano ossigeno, non sapevo perchè mi trovavo li. Non sapevo come ci ero finito, volevo solo salire in superficie. Non ero un genio, ma sapevo che se sarei rimasto li sotto sarei morto congelato prima ancora di affogare. Non riuscivo a muovermi, ero paralizzato. Mentre sprofondavo nel silensio del fiordo. Poi, a un tratto, sentii una voce. Era calma e profonda, non capivo cosa potesse essere. Finchè non alzai lo sguardo. Non ci credetti fino a quando non parlò dinuovo, era la luna. Mi stava dicendo che mi chiamavo Jack, Jack Frost. Che mi aveva scelto. Iniziai a risalire, spinto da una forza magica. Mi portò fuori dall'acqua e mi sollevò fin sopra la punta dei pini. I raggi della luna mi illuminavano. Di nuovo quella voce.
'Jack Frost, io ti ho scelto, tu sarai uno dei guardiani.'
Ero così confuso.
'Tu proteggerai i bambini, ma ricorda, dovranno credere in te perchè tu possa vivere.'
Volevo parlare, ma avevo ancora la voce spezzata.
'Tu c-chi sei?' Avevo la voce spezzata.
'Io, sono la luna, e tu sei Jack Frost. Sei un guardiano ora, perchè io ti ho scelto.'
Di colpo i raggi lunari si concentrarono sul mio corpo fluttuante e mi colpirono, inondandomi di una forte corrente magica. Sentivo la magia formicolarmi nelle dita. E subito mi sentii ringiovanito, vivo. Riuscivo a respirare, i miei arti non erano più bloccati dal freddo, i miei caoelli pian piano diventarono bianchi, mentre i raggi mi riportavano sulla terra ferma. Non capivo esattamente ciò che era successo, non ricordavo nemmeno chi ero. Sapevo solo che mi chiamavo Jack Frost. Oh, ed ero un guardiano. Mi appoggiai ad un albero mentre i miei piedi nudi toccavano la neve fresca. Quando staccai la mano dall'albero mi accorsi di alcuni piccoli ghirigori fatti di ghiaccio. Li fissai accigliato, spostando lo sguardo dall'albero alla mia mano. Era possibile che fossi stato io?
Ci riprovai, e questa volta i ghirigori si ripeterono più grandi, si articolavano in giri e fiocchi di neve. Tutto ciò era fantastico. Iniziai a ridere incredulo, ci riprovai, stavolta nell'aria e un piccolo fiocco crebbe scoppiando poi in neve che cadde candida. Non potevo crederci. Provai qualcosa di più grande, pian piano iniziai a muovermi, a correre sul ghiaccio mentre una scia di sbruzzi, di sbuffi, di strane forme che prendevano vita sotto le regole delle mie dita. Risi più forte, e mi ferai di colpo. Davanti a me c'era un bastone dalla forma curiosa illuminato dai raggi della luna. Guardai essa con sfida, lo raccolsi, lo battei per terra, ma il ghiaccio non si ruppe, al contrario spiccai in volo, trasportato dalle fredde correnti di Arendelle. Volai sopra tetti, sopra foreste, il freddo vento che mi passava tra i capelli, e io mi sentivo vivo.
Atterrai sul tetto di un castello, dove c'era una grande finestra. Sbirciai dentro: c'erano due lettini. Il primo, era tutto rosa, tanto da dare il volta stomaco. Entrai di soppiatto, nel lettino rosa stava dormendo un piccolo fagottino dalle trecce rosse. Qualche volta si girava e rigirava cercando il suo pupazzetto.
Il lettino dall'altra parte era decisamente più carino. Era azzurro, le coperte blu ricoperte da fiocchi di neve bianchi. Mi avvicinai, c'era una piccola bambina, molto simile a quella con le trecce rosse, solo che lei era bionda,sicuramente erano sorelle.Portava un piccolo nastrino blu scuro a tenerla la treccia ferma, dormiva così pacificamente. Era candida come la neve e per un secondo volli toccarla, per vedere se davvero erano così soffici i suoi capelli, prima che potessi fermarmi le stavo accarezzando la testa. Istantaneamente la bambina si illuminò dove l'avevo toccata, si sollevo e fu avvolta da un vortice di neve e magia. Strabuzzai gli occhi cercando di far smettere tutto ciò. Cosa avevo fatto?
''Cavoli, ehy no, basta ti prego'' Sussurrai a bassa voce e la bambina ricadde a letto, addormentata e incoscente. C'era mancato poco, tirai un sospiro di sollievo, ma poi mi irrigidì guando lei si mosse e sbatté gli occhi grandi, erano azzurri ghiaccio, bellissimi. Mi accorsi che in realtà io non dovevo esseri li. La bambina si mise a sedere, si strofinò gli occhi e si guardò in torno. Io mi nascosi dietro il comodino, accucciato, le spalle contro il legno bianco.
''Jack? Jack sei tu?''
Il sangue mi si raggelò nelle vene. Aveva chiamato il mio nome. Mi aveva visto? Impossibile. Forse mi conosceva? Non lo sapevo. Restai in attesa, ma la bambina tornò a dormire.
La luna diceva questo? Protettore dei bambini? In che modo? Io, avevo mai avuto una famiglia, una sorella. Come quelle due bambine? Guardai la luna, confuso, poi scossi la testa e ripresi a saltare da un tetto all'altro, mentre cercavo di scoprire di più sui mei nuovi poteri.
SPAZIO AUTRICE: EHILA'! Volevo solo dirvi che questa storia è per tutti quelli che amano i Jelsa, proprio come me! *-* Buona lettura. Ci vediamo al prossimo capitolo.
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Baci fiorellini miei :*
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The Cold Never Bothered Me Anyway.
FanfictionTRATTO DALLA STORIA: 'Tutto ciò che devi fare è lasciarla andare, Jack.' 'Come puoi lasciare andare l'unica cosa che ti tiene vivo al mondo, Anna?' La vedevo allontanarsi, ogni passo era un passo lontano dal mio cuore, lontano da me. JACK FROST:...