delusioni

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Una qualsiasi persona normale, nella mia situazione, sarebbe fuggita immediatamente.

Avrebbe raccolto in fretta e furia baracca e burattini e sarebbe scappata, che ne so, in Messico.

Invece io resto ferma li a guardarla, impalata, paralizzata, congelata, mentre lei continua a chiedermi di togliermi la camicia.

Si amici, i capelli rossi di Ginny (e non solo) alla fine mi hanno convinta.

Prima di stasera, non avevo avuto molte occasioni per entrare nel dormitorio di Grifondoro.

Una volta entrata, tutte le sue compagne di stanza sono evase velocemente: ho pensato che saranno ormai abituate alle continue "visite" notturne degli "amichetti" di Ginny.

Quindi siamo davanti al letto, lei è rimasta in mutande, io ho ancora addosso tutto.

<<Dai!>> mi incita lei

Attraverso la paralisi, riesco comunque a percepire un riflesso mentale.
Una vocina, che nel profondo mi dice "finiscila con questa pagliacciata e levati quella parrucca, cretina".

Allora, con le gambe saldamente ancorate a terra e il busto bloccato, lascio che la mia mano destra, accompagnata dalla mano sinistra, sfili la parrucca.

Ginny, che fino al momento prima impazziva di gioia, ora non riesce a capire cosa stia succedendo.

Lascio cadere la parrucca per terra e, con un nodo alla gola, levo anche il resto dei vestiti.

Così rimango io, Luna Lovegood. Niente capelli da uomo, niente petto da uomo, niente di niente che possa essere accettato dalla Weasley.

Dopo un momento di sconforto, lei si pulisce le labbra con disgusto, si dirige verso la porta e me la apre.

<<Indossa quella roba e sparisci>> sussurra.

Obbedisco all'ordine più in fretta che posso ed esco dalla stanza. Appena uscita, Ginny chiude in fretta la porta e sento, origliando, che sta piangendo.

Scendo le scale due gradini alla volta, rischiando di cadere, e attraverso la sala comune in fretta e furia, con gli occhi delle sue compagne addosso come fossi una qualche celebrità.

<<Già fatto?>> mi domanda una ragazzina, suscitando le risate di tutta la casata.

Io non rispondo ed esco.

~•~

È l'una di notte. Sono davanti alla mia casata.

Risolvo l'indovinello e corro su per le scale in cerca di Cammy.

Entrando in camera, noto che lei è seduta su una poltroncina: mi stava aspettando.

<<Dimmi tutto bella>> mi dice lei, con il suo solito accento toscano.

Io, in tutta risposta, scoppio a piangere.
Lei mi fa posto sulla poltrona e mi accarezza i capelli.

<<Passerà, bella. Passerà>> continua a ripetermi.

~•~

Restiamo sveglie fino alle due di notte: lei che mi consola, e io che piango.

Decidiamo di accendere un fuoco, io inserisco tra la legna la parrucca, la camicia, i pantaloni. Li vedo bruciare piano piano.
L'odore di Ginny si disperde nell'aria, credo, perché non riesco a sentirlo.
Cammy decide di andare a dormire:

<<Buonanotte bella, dormi bene>> mi dice abbracciandomi.

Io rimango qualche minuto davanti al caminetto, ripensando allo sguardo della Weasley e alle sue parole.

Ripensando al suo comportamento, capisco che forse è meglio che sia andata cosi.
Sapevo già da prima a cosa andavo incontro, e se per lei l'amore non è fluido ed è soltanto "forza levati quella camicia, dai!", allora è meglio che le nostre vite si siano separate fin da subito.

E pensando a ciò, mi addormento davanti al caminetto, che nel frattempo è ormai spento.

I LOVE YOU, STUPID WEASLEY!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora