tentativi di riconciliazione

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Dopo aver sussurrato quelle poche parole a Ginny, la Sala Grande esplode nuovamente: c'è chi insulta la Weasley, chi applaude Camilla. Una ragazza del primo anno, mi domanda:

<<Ma cosa vuol dire "lesbica"?>> suscitando più di una risata.

A questo punto, io, Cammy e la rossa siamo circondate, fino a quando una professoressa, tale Minerva Mcgrannit non si avvicina a noi, allontanando tutti gli altri studenti:

<<Fuori dalla Sala>> ordina in modo pacato

<<Ma professoressa io...>> cerca di giustificarsi Ginny

<<FUORI>> urla allora lei <<tutte e tre. Siete sospese fino al giorno degli esami>> detto questo, ritorna al suo posto con eleganza, lasciando tutti quanti a bocca spalancata.

<<sarà meglio uscire, boia>> afferma Camilla, suscitando altre risate per quel suo indiscreto "boia".

<<sono d'accordo con te>>

~•~

Siamo uscite tutte e tre, insieme, e non ci siamo ancora separate: io cammino a testa bassa, Ginny trattiene a stento le lacrime e Cammy impreca in toscano, borbottando cose come "cane" e "maremma" in continuazione.

A questo punto la Weasley si ferma:

<<Era proprio necessario fare quella scenata davanti a tutta la scuola?>>

Nonostante la "vera" offesa sia stata pronunciata da Camilla, lei si sta riferendo a me: al mio discorso sull'identità e soprattutto al bacio, credo.

Guardo la mia amica, che nel frattempo mi fa un cenno veloce, volendo dirmi una cosa come "scappo perché sto a disagio". Così mi lascia.

Io mi dirigo verso il bagno delle ragazze, Ginny non capisce se deve venire con me oppure no.

<<Vieni?>> le domando seccata.  A questo punto inizia a seguirmi.

Tutti stanno pranzando, così il bagno è desolato. Chiudo la porta alle mie spalle e mi siedo per terra, consapevole della sporicizia presente su questo pavimento. Lei si siede accanto a me.

<<Magari non ci crederai, ma non volevo farti stare male>> le dico, piano.

Non la guardo, ma so che lei mi sta fissando.

<<Ah no?>> mi risponde incredula

<<Cosa ho detto di così sbagliato?>>

<<Tutto>> risponde in modo tragico <<Tu hai frainteso tutto, e mi hai coinvolta in questo tuo mondo di fantasia che, sinceramente, non mi piace. No, non mi piace per niente>>

Finalmente la guardo

<<Non ho nessuna colpa se mi sono innamorata di te>>

<<Sciocchezze! Tu non mi ami affatto!>> risponde lei, arrabbiata e confusa, alzandosi in piedi.

<<Cosa ne vuoi sapere tu dei miei sentimenti, sentiamo?>> le domando, alzandomi a mia volta in piedi.

Allora si avvicina a me e, inizialmente, ho paura che voglia tirarmi un pugno o qualcosa di simile. Poi sembra calmarsi improvvisamente.

<<Tu sei proprio come uno qualsiasi di quei ragazzi che mi chiedono di uscire, e che dicono di amarmi ma no, non è così. Lo so io, lo sai tu>> finito questo suo discorsetto, capisco che ha intenzione di andarsene.

<<Camilla ha sbagliato a darti della puttana>> le dico

<<Non è la prima persona che me lo dice>> risponde, prima di uscire dalla bagno.

All'inzio non voglio seguirla, poi cambio idea.

Spalanco la porta, ed è ancora qui: appoggiata al muro, vicino ad una finestra.

<<Se non lo sei, perché ti comporti come se lo fossi?>> le domando.

Noto che questa mia osservazione, forse un po' cruda, l'ha offesa

<<Io, non voglio dire che sia sbagliato andare con molti ragazzi. Ma dire che sono una "lesbica di merda", davanti a tutti, beh, mettiamola così, non ti ha reso proprio la ragazza più simpatica della scuola>>.

<<Cosa vuoi, Luna? Tutti quanti credevano che avessi avuto una storia con una ragazza! Mi sono semplicemente difesa>> si giustifica lei. Patetica.

<<Ma è vero, Ginny: tu hai avuto una storia con una ragazza!>> le dico, con un tono più forte di quello che volevo utilizzare.

<<No, invece>> grida a sua volta lei

<<Si, invece>>

A questo punto mi afferra per le spalle e mi spinge contro il muro. Sguaina un dito come se fosse un coltello affilato e lo piazza proprio davanti alla mia faccia.

<<No, invece. Io ho avuto una relazione con un ragazzo che si chiama Freddy Parker>> afferma, mettendo in risalto quel nome, inventato da me <<Un ragazzo che casualmente ha la tua stessa faccia, i tuoi stessi vestiti e il tuo stesso corpo>>

Una goccia di sudore, fredda, mi percorre il lato destro del viso, lei la asciuga con un dito: è un gesto carino ma altrettanto preoccupante.

<<Se avessi saputo la tua vera identità, non ci sarei mai stata>> conclude

<<Ma cosa...>>

<<SE AVESSI SAPUTO>> ripete questo parole, a tono più basso, ma più cattivo.

A questo punto mi lascia andare, io sono immobilizzata.

Lei, diretta verso sinistra, verso la sala comune di Grifondoro presumo, se ne va, lasciandomi completamente sola.

I LOVE YOU, STUPID WEASLEY!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora