Chapter 3

42 6 1
                                    

Il brontolio allo stomaco, dovuto ad una colazione poco abbondante, quale era solita la riccia a consumare, disturbò tutta la giornata di Hermione; per quanto volesse rimanere concentrata durante tutta la durata della lezione della McGranitt, la sua mente continuava a tornare all'episodio di qualche ore prima, in Sala Grande.

Si chiedeva come mai Fred avesse avuto quello strano atteggiamento che mai avrebbe riservato a lei, nonostante fossero amici. Non la turbò più di tanto, conoscendolo da anni e considerandolo quasi come una seconda famiglia, ma il suo cervello non poté fare a meno di razionalizzare e cercarne una motivazione, che comunque non trovò.

«Hermione mi stai ascoltando?» Si sentì picchiettare velocemente sulla spalla coperta dal maglione scuro dalla mano di Harry, il quale la guardava contrariato ma al contempo sorpreso dalla sua disattenzione. Capitava di rado che l'amica non lo stesse a sentire e quando succedeva le motivazione erano alquanto preoccupanti, per cui si fermò aspettando che l'amica cessasse di camminare. «Tutto okay?» Le chiese dolcemente accarezzandole il braccio esile, la riccia gli sorrise prima di rispondergli tranquillizzandolo, non voleva si agitasse per lei, tanto meno per una sciocchezza.

«Sì, certo, scusami Harry, stavo ripensando alle parole della McGranitt di stamattina, dicevi?» Il prescelto sapeva quanto per la sua amica fosse importante lo studio e la diligenza nelle lezioni, per cui credette alle sue parole, sorridendole divertito, scacciando immediatamente la preoccupazione dal suo volto.

«Non ti preoccupare Herm, sa quanto tu sia eccezionale nella sua materia, l'avrà fatto solo per spronarti,» La riccia in risposta annuii lieta di aver un amico così altruista e protettivo nei suoi confronti, si riteneva fortunata, seppure non volesse ammetterlo ad alta voce. «comunque ti stavo parlando di Ron, credo sia molto preoccupato per le selezioni di Quiddich di domani pomeriggio, dovresti parlargli per calmarlo.» La giovane annuì essendo a conoscenza di quanto contassero queste per Ronald, così promise al moro di aiutarlo con la sua ansia.

«Ci saranno le patate arrosto a pranzo?» Harry pensò ad alta voce facendola scoppiare inevitabilmente a ridere; non cambierà mai, pensò la riccia.

«Mi auguro di sì, sto morendo di fame.» Rispose immediatamente la ragazza velocizzando il passo trascinandosi dietro l'amico leggermente perplesso dall'ammissione di Hermione.

«Chi sei e cos'hai fatto alla mia amica Hermione?» Un risolino uscì dalle labbra della giovane ma fu subito spazzato via quando ricordò la causa della sua fame isterica che le logorava lo stomaco da tutta la mattina; faceva di tutto per non pensarci ma sembrava che il fato volesse giocarle un brutto scherzo.

«Se non ti muovi ti finisco la porzione di patate.» Urlò ormai all'ingresso della Sala Grande Hermione ridendo quando un'espressione tra la rabbia e il divertimento attraversò lo sguardo di Harry, ancora immobile in mezzo al corridoio, incurante degli studenti che gli passavano accanto parlottando tra loro, commentato la loro prima giornata.

Il pomeriggio passò più velocemente per la ragazza che trascorse la maggior parte delle ore in biblioteca, dove fece una ricerca approfondita su Storia Della Magia, pergamena che avrebbero dovuto consegnare entro la fine della settimana, ma decise comunque di mettersi avanti.

«Hermione, cara, ho trovato il libro da te richiesto.» Madama Pince sbucò da uno dei corridoi della biblioteca poco affollata, porgendole un tomo spesso e rovinato. Nonostante non provasse particolare simpatia per i giovani, Hermione sembrava esserle entrata nel cuore, forse per la sua dedizione allo studio e la sua buona educazione impartitela dai suoi genitori, infatti la considerava quasi come una nipote.

«La ringrazio molto Madama Pince.» Afferrò il libro e lo mise nella sua tracolla già strapiena di tomi per i compiti aggiuntivi che si era fatta assegnare dalla McGranitt. Allo scoccare delle sei sgomberò il tavolino ancora illuminato da una tiepida luce del sole ormai calante e si diresse in Sala Comune, dove si sarebbe dovuta incontrare con i suoi due amici, situazione che avrebbe sicuramente sfruttato a suo favore per parlare con Ronald.

Percorse velocemente i corridoi ancora gremiti di ragazzi e prese le scale dirette verso il quadro della Signora Grassa e, dopo aver pronunciato la nuova parola d'ordine, raggiunse i ragazzi seduti intorno al caminetto accesso; non si accorsero immediatamente della presenza della loro amica poichè concentrati a giocare a Scacchi Magici.

«È così che si saluta un'amica?» Ron si portò una mano sul petto respirando affannosamente riservando alla riccia uno sguardo carico di risentimento.

«Miseriaccia Hermione, ti sembrano questi i modi?»Harry rise di gusto alla vista del suo amico ormai paonazzo, tanto quanto i suoi capelli spettinati, e fece spazio ad Hermione sul divanetto di velluto rosso su cui era comodamente seduto.

«Allora? Come avete passato la giornata?» Hermione lasciò la tracolla ai suoi piedi e, dopo essersi sfilata il mantello nero della sua divisa, si buttò a capofitto sul divano comodo, era davvero esausta e il pensiero di dover affrontare una ronda notturna dopo cena la gettò nello sconforto, voleva solo lavarsi e crogiolarsi tra le sue lenzuola pulite e profumate.

«Giocando a Scacchi, nulla di eccezionale, tu?» Rispose Harry grattandosi la nuca sbadigliando rumorosamente, senza preoccuparsi di coprirsi la bocca.

«La ricerca di Storia Della Magia.» La riccia si coprì il volto con una mano cercando di non far trapelare il suo sorriso divertito, poichè consapevole che si fossero dimenticati della pergamena di quella stessa mattina.

Come da copione i due strabuzzarono gli occhi colpendosi ripetutamente la fronte facendola definitivamente scoppiare a ridere; corresse l'affermazione di stamattina, erano dannatamente prevedibili.

«Non cambierete mai, vero?» Una risata collettiva si levò tra le mura accoglienti della Sala Comune dei Grifoni seguita dal crepitio del camino scoppiettante. Fortunatamente avevano ancora qualche giorno prima di dover consegnare il testo, ma ciò non smorzò le risate. Una volta ricomposta Hermione decise di affrontare l'argomento per cui aveva chiesto ai ragazzi di ritrovarsi alle sei, in accordo con Harry già dalla mattinata.

«Un uccellino mi ha riferito la tua preoccupazione per domani, Ron.» Il rosso alzò gli occhi al cielo per poi rivolgersi ad Harry.

«Non ti si può proprio dir niente, vero?» Sbuffò repentinamente mentre il moro incrociava le braccia guardandolo da sotto gli occhiali rotondi.

«Come se ci volesse un genio a capirlo, a pranzo a mala pena hai toccato le cosce di pollo,» Hermione alzò un sopracciglio guardandolo storto e, dopo aver incrociato le braccia imitando il prescelto, continuò. «quando mai rinunceresti alle cosce di pollo?» Ron finse di pensarci portandosi una mano al mento, picchiettandoci sopra l'indice impazientemente, poi, guardando i due amici alzò le spalle scrollando il capo.

«Okay, okay, va bene,» sprofondò maggiormente dentro ai cuscini soffici del divano vellutato, allungando le gambe sotto al tavolino di legno, sfiorando i piedi di Harry. «sono agitato.»

Hermione gli poggiò una mano sulla spalla con fare fraterno per poi sorridergli dolcemente e con apprensione. «Andrai benissimo, ti sei allenato tutta estate con Fred e George, andavi alla grande.» Inevitabilmente il suo pensiero tornò alla mattina appena trascorsa e all'incontro con i due gemelli; per Merlino, come faccio a scordarmi di quell'episodio? Per quanto volesse dimenticarlo una piccola parte del suo cervello aveva trovato piacevole la vicinanza di Fred e proprio per questo continuava a tormentarsi, non trovandoci affatto una motivazione logica e razionale, mandandola in bestia.

«Hai ragione, domani sarò il migliore, ne sono sicuro.» Si gonfiò il petto il rosso alzando orgogliosamente il capo verso il soffitto decorato.

«Da un estremo all'altro.» Scosse il capo sconsolato il moro facendo ridere la ragazza divertita; si alzarono dalla loro postazione e allo scoccare dell'orario di cena si incamminarono verso il salone con allestito il banchetto.

«Credo proprio che dovrò recuperare ciò che non ho mangiato durante il pranzo.» Commentò Weasley con aria innocente e giocosa. «Ora sì che ti riconosco!» Punzecchiò Harry avvolgendogli un braccio intorno alle spalle e spettinandogli i capelli con la mano libera. Presero posto lungo il tavolo dei Grifondoro e, tra una risata e l'altra e qualche esplosione di Seamus, Hermione si soffermò con la coda dell'occhio sui posti vuoti accanto a Ron, più specificatamente quello di Fred, e non poté fare a meno di chiedersi come mai non fossero scesi per cena.

A|N
Buon pomeriggio a tutti! Buona Pasqua in ritardo!
Come sono andate queste vacanze in quarantena? Spero bene.
Ecco a voi un nuovo capitolo, spero vi piaccia, fatemelo sapere!

Carolina.

The DefianceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora