«Ragazzi, ce l'ho fatta!» Mentre Hermione, seguita dai gemelli, scendeva la scalinata degli spalti per raggiungere i suoi amici, Ronald saettava velocemente esultando e sventolando le braccia per aria. «Io, Ronald Weasley sono nella squadra di Quiddich!» Piroettò un'ultima volta sul suo manico di scopa per per atterrare sull'erba umida, avvicinandosi agli altri.
«Complimenti Ron, ora riuscirai a farci perdere ogni santa partita.» George ironizzò scompigliando la chioma rossa del fratello più piccolo. Il vento si era alzato maggiormente rispetto a quando i giovani avevano lasciato il loro dormitorio, ma nonostante questo, il lieve tepore del sole bastava per riscaldarli.
«C'eri già tu per questo, non mi permetterei mai di rubarti l'incarico.» Ron ghignò diabolicamente, era troppo contento per bisticciare con il fratello, nulla in quel momento poteva rovinargli la gioia che provava. Aveva sempre desiderato di far parte della storia dei giocatori di Quiddich ad Hogwarts ed ora che era riuscito ad intraprendere una sua possibile carriera, non poteva fare altro che sorridere inebetito.
«Abbiamo ancora tanto da migliorare Ron, non dimenticartelo.» Ginny ammonì il fratello mentre riponeva l'ultimo bolide nella valigia ricevendo come risposta un verso di dissenso. Ron sapeva di doversi allenare duramente, ma ciò non lo scoraggiò, anzi sembrava spronarlo ancora di più, tant'è che decise di rimanere ancora un'oretta sul campo, chiedendo ad Harry e alla sorella di allenarlo.
«Non fate troppo tardi, farà buio presto.» Hermione si strinse nel cappotto aspettando una risposta che non arrivò mai, se non per un'alzata di mano da parte dell'amica, che volle tranquillizzarla. Era sempre stata molto apprensiva nei confronti degli amici e a volte si comportava quasi come se fosse loro madre, ma non seppe mai darsi una spiegazione per quell'atteggiamento, era semplicemente così.
Teneva a loro e questo, molto probabilmente, la spingeva ad essere protettiva nei loro confronti, sempre preoccupata potesse succedere loro qualche evento spiacevole.
«Granger,» la riccia si girò verso la voce che le aveva interrotto il flusso di pensieri e uscì dal trance. «ti devo parlare.» George si dileguò velocemente unendosi ad un gruppo di Grifondoro rientranti dalle selezioni e lei rimase sola con Fred, di nuovo.
«Hai bisogno?» Rispose la ragazza senza guardarlo in volto, mentre si incamminava verso il castello, sentendo ora qualche brivido di freddo scenderle lungo la spina dorsale. Finse indifferenza quando in realtà una stretta allo stomaco le fece accelerare il battito cardiaco. Non si era mai sentita così e questo la intimoriva terribilmente.
«Sì, devo riscattare uno dei due favori che mi devi.» Il giovane si sfilò la sciarpa e la posizionò intorno al collo scoperto di Hermione, la quale colta alla sprovvista sbatté le ciglia. Immediatamente il tepore del calore di Fred l'avvolse riscaldandola ed eliminando la pelle d'oca formatasi sulle sue braccia; respirò a fondo esalando inavvertitamente una folata di colonia maschile.
Il ragazzo vedendo che la riccia non rispondeva, continuò. «Ho bisogno che tu mi dia una mano con la pergamena di Incantesimi, so che sei abbastanza brava, io ho un impegno stasera e dovrei consegnarla domani pomeriggio.» Hermione rimase delusa dalla sua richiesta, nonostante non fosse la prima volta che un suo amico le chiedesse un favore del genere. Si schiaffeggiò mentalmente per aver creduto che il ragazzo le proponesse qualcosa di diverso; scacciò il velo di tristezza che aveva velocemente ricoperto i suoi occhi vitrei ed eresse un muro per mascherare il suo stato d'animo, com'era sempre stata abituata a fare.
«Non ci sono problemi,» la ragazza inchiodò i suoi occhi dentro a quelli spaesati di Fred, poi proseguì. «fammi avere il tuo libro.» Senza aspettare la risposta del ragazzo accelerò il passò e lo seminò, proseguendo per la sua strada, rimuginando sui suoi pensieri di qualche ora indietro e maledicendosi per quanto fosse stata ingenua. Per Merlino, come posso considerare Fred Weasley bello? E' solo uno sbruffone arrogante! Fu ciò che bofonchiò quando ormai il ragazzo non poteva più sentirla.
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The Defiance
Fanfiction«Ti sfido.» George fece spuntare un sorriso complice sul suo volto cosparso da piccole lentiggini, sapeva che il fratello mai e poi mai avrebbe potuto declassare una scommessa, di qualunque tipo si trattasse, ne valeva il suo orgoglio e la sua digni...