20-Sherlock

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Io sapevo a cosa si riferisse la madre di Irene. Lei ora è in guai seri solo per aiutare Arsène. Lei si che è davvero una ragazza fantastica.

La guardai felice di sapere che fosse mia amica. Fortunato il ragazzo che la sposerà, anche se non sarò io.

"Dove stiamo andando precisamente?" chiese Arsène voltandosi e camminando all'indietro guardandomi. Sperava che almeno quella sua domanda avesse una risposta dato che alle precedenti nessuno dei due fiatò.

"Secondo te?" gli chiesi divertito.

"Stiamo andando a preparare il contrattacco e a liberare la principessa." rispose lui ridendo con le mani dietro la schiena e voltandosi verso la rossa, anch'essa divertita.

"Principe semmai." rispose lei.

"No, anche principessa dato che da oggi non avrai più nessuno che vorrà ucciderti!" continuò con tono autoritario e fiero guardando la ragazza sorridere e arrossire. Le porse il suo braccio che lei subito accettò e continuarono a camminare a braccetto come due perfetti fidanzatini.

Io da dietro mi godevo tutta la scena. Arsène era proprio cotto di lei, ma un lato di me lo detestava ancora. Ero geloso e anche molto, ma non volevo mostrarlo. In fondo i sentimenti sono un difetto chimico della parte che perde, quella più umana e sensibile.

"Prima però dovremo fare rifornimento." dissi interrompendo i loro sguardi, tornando con la mente al piano.

"Già, sto morendo di fame." rispose Lupin più allegro che mai tornando a camminare dritto e grattandosi la pancia.

Irene rise, lei aveva capito che cosa intendevo.

"Io in verità intendevo armi e munizioni." gli dissi tirandogli un coppino sul collo. "Scendi dalle nuvole Romeo!" e ci mettemmo tutti e tre a ridere sguaiatamente per le strade della grande metropoli americana con tutte le persone che ci stavano guardando.

Poco più tardi entrammo in un negozio, che per la gioia di Arsène era affianco ad un bar.

"Salve ragazzi, desiderate?" ci chiese il signore dietro al bancone.

"Salve." riposi io. "Ci servirebbero una ventina di munizioni per una P-38 e un consiglio." continuai appoggiandomi al bancone.

Il tizio ci passò le munizioni e si mise in posizione d'ascolto.

"Ci saprebbe consigliare una pistola per dilettanti?" disse Irene.

Il tipo ci guardò storto e tirò fuori una cassa con tre tipi diversi di pistole iniziando a spiegarci.

"Beh, per una donna consiglierei..." non fece in tempo a finire che la ragazza lo bloccò.

"Non è per me, è per lui." e indicò Lupin che era rimasto dietro a noi con sguardo tagliente.

Il tizio fece una faccia sorpresa e tirò su un'altra pistola.

"Allora sarebbe meglio questa che ha un rinculo un po' più forte ma è molto precisa anche con una mano tremante o poco allenata."

Ringraziammo e pagammo mentre Arsène ci guardava male.

"Ragazzi, per legge dovrei vedere le vostre carte d'identità." ci disse ed io tirai fuori il mio passaporto dato che ero l'unico maggiorenne qui.

"Abbiamo tutti la stessa età quindi" continuai convincente e lui annuì per poi farci uscire.

"Non mettere il broncio, piccolo." gli disse Irene ridendo e grattandogli il mento con i primi peli di barba.

"Tecnicamente io ho la mano più ferma della vostra, quindi quella pistola mi sembra davvero una cavolata." mi faceva ridere vederlo imbronciato, e uguale Irene.

"Adesso andiamo a mangiare così sei felice!" continuò lei e lui fece un sorriso enorme. Tornammo tutti e tre a ridere per entrare poi dentro al bar guardati male da tutti.

𝖀𝖓 𝖆𝖒𝖔𝖗𝖊 𝖒𝖔𝖗𝖙𝖆𝖑𝖊 - 𝓢𝓱𝓮𝓻𝓵𝓸𝓬𝓴, 𝓛𝓾𝓹𝓲𝓷 𝓮 𝓘𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora