30-Irene

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Non riuscivo a vedere e sentire niente. La polvere mi entrava negli occhi e quel fischio continuo non mi fecero sentire i passi di chi si stava avvicinando.

Non vidi niente, sentii solo delle mani che mi afferrarono per le spalle e mi tirarono su mettendomi un sacco in testa. Poco dopo qualcosa mi colpì e svenni sentendo le urla di Sherlock chiamarmi.

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Mi risvegliai.

Il collo mi faceva ancora male, come la testa. Vedevo appannato.

Cercai di muovermi un po' ma mi accorsi di essere legata ai polsi e alle caviglie con dei lacci ad una sedia.

AAHHH! BASTA SEDIE!! Sono stufa di queste sedie sempre in mezzo ai piedi!

"Ragazzi, siete qui?" chiesi speranzosa ritornando a vedere normalmente. Cercai di spostare indietro la mano per toccare qualsiasi cosa possa essere viva.

"Irene! stai bene?" mi chiese chiaramente la voce di Sherlock.

"Io... Si, più o meno. Tu?" chiesi subito preoccupata.

"Sto bene grazie." rispose subito.

"Beh, in verità potrebbe andare meglio." disse una voce alla mia destra, indiscutibilmente quella di Lupin.

"Arsène!" dissi felice, il trio era al completo.

"In persona, anche se tutto intero per miracolo. Devo dire che queste sedie mi stanno cominciando un po' a stufare. Giuro che non mi siederò più per i prossimi 30 anni." io e Sherlock ridemmo.

"Non sarebbe proprio il momento adatto per ridere questo" ci rimproverò Holmes, ma con il sorriso sulle labbra.

"Che ci vuoi fare, siamo fatti così!" gli rispose a tono il francese facendoci ridere nuovamente.

"Dai." disse fermando le nostre risate e tornando serio. "Irene, tu riesci a prendere il coltello dentro la mia tasca?" mi chiese Arsène.

"Aspetta, adesso ci provo." ma non riuscii perché una porta alle mie spalle si spalancò facendo entrare una gran folata di vento freddo.

Si chiuse sbattendo in un rumore forte presentando l'arrivo di almeno 4 uomini armati di macete che strisciava a terra fischiando in un rumore fastidiosissimo.

Sentii i ragazzi irrigidirsi mentre Sherlock cercava la mia mano per stringerla e darmi coraggio.

Non dissero niente, si sentiva solo il battito continuo dei nostri cuori a mille, spaventati da ciò che sarebbe potuto succedere tra pochi minuti.

Gli uomini si sistemarono in cerchio intorno a noi. Chiusi gli occhi, non volevo vedere le loro ripugnanti facce; avevo paura, molta.
Sentii qualcosa avvicinarsi al mio volto e prenderlo; senza dubbio la mano callosa e rugosa di uno di quei balordi, forse il capo.

"Non provare a toccarla!" quasi urlò Sherlock facendo muovere la sedia e stringendo la mia mano. L'arto si staccò violentemente dalla mia faccia.

"Questo vuol fare l'eroe." disse una voce davanti a me e tutti si misero a ridere. Sentii una folata di vento freddo mentre l'uomo si spostava verso sinistra. Questa volta fui io che, con mano tremante, strinsi forte quella si Sherlock. Lo sentivo muoversi, teso come una corda di violino, non capivo cosa volesse fare in realtà; cercava di allungare la mano verso non so dove.

"Non potete competere con noi tre." disse a quel punto spavaldo Arsène.

Percepii un nuovo spostamento dalla parte opposta a quella precedente e un rumore tonfo, come quello di uno schiaffo. Saltai sulla sedia stringendo sempre la mano dell'inglese, finché sentivo qualcosa di lui sapevo che non avrei dovuto avere paura, loro sarebbero stati lì a proteggermi.

"Sei una checca, non ho sentito niente!" lo sfidò nuovamente Lupin.
Perché continuava a fare così? Che gli era preso?

L'uomo di tutta risposta gli diede un altro schiaffo ancora più forte del precedente, quasi che fece male anche a me al solo sentire il rumore.

"Smettila moccioso." gli disse con voce profonda il balordi, quasi sembrava salisse dall'oltretomba.

"Chi ti credi di essere? Non sai nemmeno tirare uno schiaffo!"

"Per favore, fatelo tacere!" disse uno di loro in lontananza.

"Guarda che se t voglio ti faccio a fette!" lo minacciò nuovamente il tipo puntandogli il coltello al collo.

"Provaci! Secondo me non riesci nemmeno in questo." Chiusi ancora di più, se possibile, gli occhi; non poteva averlo detto!

Fu tutto troppo veloce per capirlo. Il rumore di una lama che veniva alzata dal pavimento, un fischio della lama che tagliava l'aria e qualcosa di caldo e liquido che mi schizzò sul collo . Spalancai finalmente gli occhi per vedere cosa fosse successo. Guardai a terra e vidi solamente una grande pozza di sangue.

𝖀𝖓 𝖆𝖒𝖔𝖗𝖊 𝖒𝖔𝖗𝖙𝖆𝖑𝖊 - 𝓢𝓱𝓮𝓻𝓵𝓸𝓬𝓴, 𝓛𝓾𝓹𝓲𝓷 𝓮 𝓘𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora