22-Arsène

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Feci il giro del capano e dell'intero quartiere ma niente, nessuna traccia dei ribelli con mio padre.

Ero sempre rimasto quattro o cinque passi avanti a loro due così da non vederli nemmeno in faccia e non dover parlare. In quel momento non volevo proprio parlare, in quel momento volevo solo restare da solo a pensare e non fare niente.

Ormai era sera e di girare per quel quartiere non ne avevo più voglia.

"Ormai è quasi notte, ci conviene tornare all'hotel." disse Holmes fermandosi dietro di me con Irene.

"Voi andate, io resto qui." risposi senza voltarmi continuando a camminare a testa bassa.

"Non possiamo, dobbiamo tornare. Vedrai che se stanotte non verranno loro, li troveremo domani." disse Irene. La cosa mi fece arrabbiare ancora di più perché prima di tutto mio padre è in pericolo in questo momento e secondo, lei mi ha dato del bambino in pericolo e indifeso ma guada caso, sono stato io a salvarla.

"Dai amico, torniamo" Sherlock mi mise una mano sulla mia spalla. Mi scansai schifato e lo guardai. Il suo sguardo era seriamente preoccupato per me quindi annuì e tornai all'hotel insieme a loro rimanendo in rigoroso silenzio.

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Quella sera feci lo spettacolo e cercai di dare una spiegazione agli altri sull'assenza di mio padre in quei giorni mentre Irene era andata dal suo capo a spiegare anche lei ciò che è successo e chiedere aiuto.

Dopo lo spettacolo pomeridiano tornai all'hotel, salì in camera e pensando che ci fosse Sherlock dentro entrai tranquillo. Al suo posto trovai tre uomini intenti a cercare qualcosa nei cassetti.

"Chi siete?" chiesi con voce autoritaria che, invece, li fece ridere.

"Guarda il piccoletto che vuole fare l'eroe!" disse uno di loro che era nascosto dietro la porta che la chiuse.

I quattro mi saltarono addosso, cercai di lottare ma inutilmente. Loro ebbero la meglio e riuscirono a legarmi e imbavagliarmi.

"Aspettiamo la principessina e l'altro stupido, prendiamo anche loro e poi ce ne andiamo!" disse un altro dei tizi mentre mi legava le mani.

Nonostante tutto quello che avevano detto e fatto erano miei amici ed io volevo loro bene.

Cercai di liberarmi senza successo, dovevo evitare a tutti i costi che facessero loro del male. Ma era già tardi. Sentì le loro voci e i loro passi nel corridoio avvicinarsi sempre di più finché non furono davanti alla porta.

I quattro ribelli si guardarono soddisfatti per poi fissare la porta mentre mi trattenevano per la spalla.

Ormai erano spacciati.

𝖀𝖓 𝖆𝖒𝖔𝖗𝖊 𝖒𝖔𝖗𝖙𝖆𝖑𝖊 - 𝓢𝓱𝓮𝓻𝓵𝓸𝓬𝓴, 𝓛𝓾𝓹𝓲𝓷 𝓮 𝓘𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora