CONSOLAZIONE

607 27 0
                                    

Quando Piero si trovò di fronte al portone di ingresso di Villa Peruzzi questa volta non trovò alcuna guardia a sorvegliarlo. Bussò. Un colpo, due colpi, tre colpi, quattro colpi, cinque colpi. Nessuna risposta. Esitò qualche secondo prima di porre la propria mano sul pomello freddo, lo girò e, con sua sorpresa, si accorse che era aperto.

"C'è qualcuno?" urlò entrando lentamente nell'atrio e guardandosi intorno alla ricerca di uno dei servitori del giorno prima. Il focolare era ancora vivo e lucente, segno che la dimora non poteva essere deserta. Dato che nessuno rispose, seppur titubante, salì le scale mentre toglieva il mantello dalle proprie spalle. Si voltò verso la prima porta a sinistra e, senza bussare, la aprì. Con sua sorpresa trovò anche quella vuota, così proseguì controllando tutte le altre camere. Si soffermò davanti all'ingresso di quella in fondo al corridoio, la più grande, quella che conduceva alla camera da letto di Tommaso. Trasse un profondo respiro per far tornare il proprio battito regolare e entrò. Appena la mosse emise un cigolio fastidioso che richiamò l'attenzione di Madonna Peruzzi, sdraiata sul letto del fratello con molte lettere in mano. Si alzò e si avvicinò al ragazzo.

"Piero, ho da poco saputo da Sandro Botticelli ciò che è accaduto a Clarice. Non sai quanto mi dispiaccia." Dicendo ciò si avvicinò a passo deciso verso il moro e lo abbracciò. Non era un abbraccio di semplice consolazione, entrambi si erano resi conto che quello indicava la costante presenza dell'altro.

"Mi manca, Costanza. Mi mancano entrambi" aggiunse il ragazzo allontanandosi il minimo possibile dal corpo della fanciulla. Si guardarono negli occhi, facendo calare un silenzio per niente imbarazzante, anzi piacevole.

"Lo so" rispose Costanza sottovoce e abbassando lo sguardo.

"Guardami negli occhi" sussurrò Piero avvicinandosi al suo orecchio per poi tornare a concentrarsi sul suo volto. L'altra a questo comando mostrò il proprio volto e, dopo essersi incantata per qualche secondo negli occhi che la avevano consolata così tanta in quei giorni, portò le proprie mani in basso fino ad incrociare le sue. Nel frattempo il giovane Medici non si ritrasse né a quel contatto né al suo volto, anzi, si avvicinò di più alla sua faccia fino ad annullare la poca distanza che prima li divideva. Lei non lo respinse, portò le braccia dietro al suo collo, le dita nel colletto della sua camicia e fece un passo verso il moro; anche Piero spostò le proprie mani e, dopo aver approfondito il bacio e averlo reso più intenso e passionale, si soffermò sul suo vestito che, a poco a poco, slegò, per poi toglierlo. Sciolse i suoi biondi capelli ricci e le sussurrò "Sei bellissima così". Lo stesso fece lei senza fretta, entrambi assaporarono ogni singolo piacere di quel momento così lieto.

Quando il sole del caldo mattino penetrò dalla finestra fino ad illuminare il volto del ragazzo, lui aprì gli occhi, si guardò attorno fino a ricordare gli avvenimenti accaduti e, dopo essersi reso conto che aveva trascorso l'intera giornata in compagnia di Costanza scomparendo dalla propria famiglia senza avvisare, si alzò di scatto ponendo la propria attenzione a ciò che vedeva fuori dalla finestra: i suoi parenti, vestiti rigorosamente di nero, stavano dirigendo alcuni uomini per organizzare il funerale della madre. Al suo movimento anche la fanciulla si sedette sul letto tenendo un lenzuolo davanti al petto, lasciò un fugace bacio sulle labbra del ragazzo che ricambiò con immenso piacere.

"Piero, devi andare a casa, preparati per salutare tua madre." Gli intimò con una nota di dispiacere all'idea di doversi privare della sua presenza.

"Sì, hai ragione. Ci rivedremo preso Costanza" concluse l'altro prendendo i vestiti ed indossandoli. Dopo esserseli messi velocemente diede una veloce occhiata al suo riflesso per controllare se fosse tutto in ordine; salutò Madama Peruzzi baciandola un'altra volta a fior di labbra e uscì.

Corse lungo la strada evitando qualunque servitore vi si trovasse in mezzo. Salì di corsa nella propria camera e si cambiò l'abito indossandone uno scuro. Poco dopo fu raggiunto dalla zia Bianca che gli disse di recarsi in chiesa per il funerale.

Il luogo sacro, con grande sorpresa della famiglia, era vuota, nonostante Madonna Medici fosse una donna particolarmente amata fra il popolo.

"Devono essere tutti ad ascoltare le parole di Padre Girolamo, non ci sono altre spiegazioni" disse il padre rivolgendosi alla sorella.

La cerimonia, seppur non durò molto, bastò per far scoppiare in lacrime Giulio, Maddalena, Giovanni e Bianca. Il Magnifico si limitava a stare in piedi, sorretto da un bastone, con lo sguardo perso ed impassibile. Invece il figlio maggiore non riusciva più a trovare le energie necessarie a versare lacrime, oramai in quei giorni le aveva esaurite tutte. Vide Sandro Botticelli e, a quel punto, si ricordò di alcune sue parole: lui sosteneva che Tommaso non fosse morto per una disgrazia, ma al contrario era stato assassinato. Ad un tratto tutto gli parve più chiaro: suo padre non era affatto l'uomo eccezionale che il popolo credeva, era invece un uomo senza scrupoli, un uomo che non era stato abbastanza forte da perseguire i propri ideali e portare avanti non solo i suoi sogni, ma anche quelli altrui.

La cerimonia si concluse velocemente dopo che tutti lasciarono un ultimo saluto a Clarice de Medici. Bianca strinse la mano del nipote maggiore per darsi forza a vicenda. Nessuno fra loro osò proferire altre parole mentre si dirigevano verso l'uscita della Chiesa. 

"Lorenzo de Medici sta morendo" questo fu il primo suono che sentirono appena misero piede nella piazza. Nonostante ciò, tutti continuarono il proprio percorso verso Villa de Medici.

"Non vi fermate" intimò Bernardi al suo superiore mentre lo sorreggeva. Al contrario però Messer Medici si voltò e si rivolse al frate.

"Voi state usando il popolo" lo accusò.

"Siete voi ad averlo usato, al contrario, io, lo sto solo servendo. L'omicidio di Tommaso Peruzzi ha esposto tutto il marciume di Firenze ai cittadini. Ora loro vogliono eliminarlo - controbatté per poi voltarsi verso la folla - Il popolo vuole l'abolizione dei Dieci e l'elezione di un consiglio di comuni cittadini. Questo deve avvenire prima che io tenga il mio Sermone questa domenica, o dichiarerò pubblicamente il mio appoggio al popolo..."

"No - esclamò Lorenzo afferrando il suo braccio - non lo permetterò mai"

"E come farai a fermarmi Lorenzo? Stai morendo della stessa malattia che ha ucciso tuo padre." aggiunse l'uomo di chiesa.

"Coma fa a saperlo?" si sorprese Bianca. Costanza, che era fra le prime file della folla, vide il volto di Piero abbassarsi e i suoi occhi spegnersi. 

I Dieci, che avevano sentito tutto, iniziarono a bisbigliare fra loro, mentre il popolo, ancora sconvolto, rimase là osservando la scena silenziosamente. Però dopo quella risposta Lorenzo diede la schiena al suo avversario e, seguito dall'intera famiglia, si allontanò in carrozza. Gli occhi grigi della ragazza incontrarono quelli dell'amante al suo passaggio, lui inaspettatamente le fece un cenno con la mano indicandole la strada verso Casa Peruzzi. Era evidente che il giovane la stesse invitando a tornare nella propria abitazione. Lei seguì quell' indicazione tornando nella propria solitudine. 

I Medici - Piero de MediciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora