FELICITÀ E MISERIA

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"Piero, per quanto tu soffra in questo momento, non puoi continuare a tacere." Clarice tentò di destarlo da quell' ammutinamento che, fin dall' annuncio della morte di Tommaso, era stato l'unico compagno del giovane. Lui la guardò perso; mentre si trovava al fianco della madre, la sua mente continuava a vacillare nel mare dei ricordi di tutti i momenti passati in compagnia del defunto. Le sue parole, la sua solidarietà, la sua presenza continuavano a tormentarlo; Piero non riusciva a darsi pace, ma soprattutto, non riusciva a darsi una spiegazione. Non comprendeva per quale motivo fosse stato proprio un ragazzo devoto come Messer Peruzzi a subire un destino spietato ed una fine così tragica. Mentre fissava il vuoto senza dare un apparente segno di interesse verso le parole di Clarice, portò la mano nella tasca del mantello che aveva indossato la mattina precedente durante la sepoltura dell'amico e, non appena percepì con i polpastrelli la soffice stoffa del fazzoletto, si sentì rassicurato: lui non era l'unico a piangerne la morte. Al contrario della madre, suo padre non aveva mai dimostrato un poco di comprensione verso il giovane che, troppo addolorato, non aveva a sua volta trovato sufficienti forze per potersi irritare del comportamento del genitore o provare ancora gelosia nei confronti di suo cugino Giulio.

"Vedi figlio mio, quando ero una bambina, ancora più piccola di te, mi chiedevo perché le rose, dopo aver faticato così tanto a sbocciare, venissero brutalmente tagliate. Con il tempo ho capito che questo accadeva per prepararle. Prepararle, Piero, ad un futuro con ancora più intemperie. Proprio come sta accadendo a te, mio caro. Il destino ti vuole preparare, ti vuole rendere più forte."

Il giovane Medici la guardò sorpreso dalle sue parole, non tanto per la spiegazione datagli, ma più perché aveva alluso ad un suo prossimo futuro politico a capo della città di Firenze.

"Madre, manca ancora molto tempo prima che io intraprenda il mio futuro." Rispose inconsapevole della verità. Sull'espressione preoccupata della donna balenò un raggio di sofferenza e così, dopo aver cercato per molto tempo di nascondere lo stato di salute del marito, si fece coraggio e confessò tutto.

"Tuo padre sta morendo" disse sottovoce e voltandosi per coprire il proprio volto dietro al quale aveva cercato di celare il suo dolore. Lui la obbligò a rigirarsi e le porse senza pensare il pezzo di stoffa che portava con sé.

"Madre, i medici hanno detto che le ferite che si è procurato durante l'incendio di ieri sera non sono gravi e presto guariranno." A queste parole Clarice scosse la testa più volte e aggiunse: "Non si tratta di questo Piero, lui sta male. Ha la stessa malattia che condusse tuo nonno alla morte. Quando lui non ci sarà più, sarà il tuo turno, e io sono sicura saprai far valere il nome della nostra famiglia, proprio come Lorenzo, come suo padre, e suo padre prima di lui." Cercò di rassicurarlo.

"Dovrebbe rivolgersi a Giulio, lui è il suo prediletto." Sbottò il futuro Messer.

"Ascoltami, lui rivede suo fratello in Giulio. Ma tu sei suo figlio, e questo non potrà mai essere cambiato."

Finì così la loro discussione; dinanzi alle rivelazioni della donna, lui si alzò e, senza troppi ripensamenti, si voltò.

"Aspetta – le prese un braccio per fermarlo –C.P. – lesse le iniziali ricamante sul fazzoletto – Costanza Peruzzi. Tienilo, è suo, non è vero?" domandò lei. Non sembrava né sorpresa né curiosa di sapere come facesse il figlio ad avere un oggetto della fanciulla.

"Grazie." Rispose distaccato Piero accettandolo.

Non appena la madre lo lasciò proseguire per la sua strada, decise che avrebbe riportato quel dono alla ragazza ringraziandola. 

In poco tempo raggiunse Casa Peruzzi. Due servitori si trovavano all'entrata per impedire l'accesso agli sconosciuti. Anche Piero venne fermato e poi fatto attendere nel lussuoso atrio della dimora; la domestica lo fece accomodare e gli portò del vino, poi porse le proprie condoglianze per l'improvvisa perdita dell'amico. In fine uno dei signori, che in precedenza lo avevano fermato dinanzi al portone, gli chiese gentilmente di aspettare seduto senza recare ulteriore disturbo a Madonna Peruzzi.

I Medici - Piero de MediciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora