11 agosto, 01:27, Roma.
Timidamente presi il suo telefono e notai non avesse un codice di sblocco. Strano, pensai. Dopo aver scritto il mio numero tra i suoi contatti glielo restituii.
Mi stava guardando dritto negli occhi e questo suo modo di fissarmi senza timore era esattamente ciò che mi intimidiva di più. Presa quindi dall'imbarazzo guardai verso la pista, dalla quale vidi tornare i nostri amici.
Immediatamente, rilassai il mio corpo sentendo sparire la rigidezza accumulata da quella situazione. Anche lui guardò verso di loro, facendo scoppiare la nostra piccola bolla d'intimità.Non passò molto prima che tornassimo a casa, ormai esausti e assonnati. Avevo tolto il vestito e dopo aver infilato una maglia XL di Vladimir, ero entrata sotto le coperte. Proprio quando i miei occhi erano sul punto di chiudersi, lo schermo del mio cellulare si illuminò. Era un messaggio da un numero che non avevo ancora tra i contatti, quindi dedussi subito si trattasse di Tancredi.
"Ciao, probabilmente sei una ragazza del locale da cui sono tornato che deve avermi lasciato il suo numero. Scusami, ma non posso parlarti. Ho una fidanzata, si chiama Annika ed è molto carina. Sembra dolce, ma è anche molto gelosa."
Scoppiai a ridere, girandomi verso il cuscino per non fare troppo rumore.
Mi piace il suo modo di fare.
È un ragazzo diretto, il che è conveniente perché io non lo sono, riesco a fare dei giri di parole inutili assurdi prima di esprimere un concetto. Inoltre, ogni suo gesto è ponderato, mi piace che stia scherzando e non mi abbia scritto nulla di sconcio come avrebbero fatto molti ragazzi a quest'ora.
Col sorriso stampato in faccia, mi apprestai a rispondergli.
"Oh si, la conosco. Non pensavo steste insieme, scusami. In effetti è una ragazza parecchio gelosa, se sapesse che frequenti altre ragazze credo ti lascerebbe."
Decidi di sottolineare subliminalmente che se avesse fatto così anche con altre ragazze, mi avrebbe dato fastidio.
In effetti, pensandoci, nessuno mi stava dando la sicurezza che così non fosse. C'era quella ragazza, Giulia, che sembrava avere parecchia confidenza con lui.
Si, l'ha spostata quando gli si è avvicinata, però magari tempo fa non era così.
Chissà se un giorno sarei potuta diventare anche io "una Giulia" per lui.
Che pensieri scomodi da fare prima di dormire. Credendo non mi avrebbe più risposto, essendo notte fonda, chiusi gli occhi e mi abbandonai al sonno.11 agosto, 11:35, Roma.
La mattina mi svegliai sentendo i miei cugini bisbigliare ai lati del mio letto. Stavano complottando uno scherzo, mi parve di capire. Quei due davvero condividevano al massimo due neuroni, perché non si erano accorti che avessi aperto gli occhi da un po'.
Ovviamente, come era loro solito fare, stavano discutendo su chi dei due avrebbe dovuto iniziare. Notai avessero entrambi una bottiglia d'acqua in mano e non volendo essere vittima dell'ovvio gavettone che mi stesse aspettando, mi apprestai a parlare.
Annika: "Voi siete un po' tardi eh"
Entrambi sobbalzarono, spaventati. Scoppiai subito a ridere e mi alzai con uno scatto fulmineo. Tolsi la bottiglia d'acqua dalle mani di Chiara e iniziai a rovesciarla verso di lei. Lei subito emise un gridolino e iniziò a correre.
Chiara: Vladimir, brutto scemo, bagnala! Difendimi! Ultimò al fratello, il quale dopo essersi ripreso dall'attacco di risate in cui era finito, inizio a rincorrermi.
Mezz'ora dopo eravamo tutti e tre fradici. Nostra zia ci aveva rimproverati per il caos e come fossimo dei panni, ci aveva sbattuti fuori "ad asciugare".
Le temperature ovviamente lo permettevano, ma avere tutti i vestiti attaccati al corpo non era il massimo.
Soprattutto perché, poco dopo, Vladimir andò verso il cancello d'entrata avvisandoci che sarebbero passati i suoi amici a "tenerci compagnia".
Guardai subito Chiara che sembrò leggermi nel pensiero. In lei si accese una lampadina e sinceramente, quando a Chiara veniva un'idea, non era mai nulla di buono. Andò verso la finestra di casa, gridando a sua mamma di darci almeno dei costumi da bagno, così avremmo potuto prendere del sole.
Come immaginavo, l'idea era pessima, stare in costume mi avrebbe procurato ancora più imbarazzo. D'altro canto però, era sicuramente più comune, data la stagione. Così quando la zia ci passò dei costumi, andammo ad indossarli nel piccolo ripostiglio di legno che c'era in giardino.
Una volta uscite, tutti gli amici di Vladimir erano lì. Ovviamente, scrutai tutta la fila fino a vedere colui che aveva attirato la mia attenzione da un paio di giorni. Indossava dei pantaloni neri, una maglietta bianca e un paio di sneakers. Davvero carino, pensai. Ci pensò mia cugina a distogliermi dalla mia osservazione silenziosa, perché inizio ad agitare la mano a destra e a sinistra nel tentativo di salutare Gianmarco, il ragazzo per il quale aveva perso la testa. In un attimo, si girarono tutti e io sentii il mio stomaco sprofondare.
Se avessi potuto tornare a casa mia in un secondo, in questo momento lo avrei fatto. Avrei portato anche Chiara con me, per torturarla. Girai la testa verso mia cugina e le feci un sorrisone, quelli che vogliono dire "se potessi ucciderti sappi che lo farei". Lei si rese conto della gaffe e portò una mano dietro la testa, sorridendo imbarazzata.Eravamo sedute al tavolo del giardino mentre gli amici di Vladimir erano entrati a giocare alla Play. Noi invece, giocavamo a carte. Ero sul punto di battere Chiara per la terza volta quando sentii una voce all'orecchio.
Tancredi: "Se continui così resterai solo con questa e non potrai vincere". Disse indicando una delle mie carte.Pov Tanc
Ero uscito per fumare una sigaretta, quando notai le ragazze giocare a carte. Annika indossava un costume lilla. Avevo avuto l'opportunità di notare anche le cavigliere, che detto sinceramente, mi avevano fatto impazzire. Questa sua aria sbarazzina, i capelli tirati su in una crocchia disordinata. Il collo scoperto, il modo in cui portava sempre le gambe al petto quando si sedeva. L'aria concertata mentre guardava le carte e le sue dita sottili che strofinava contro le labbra quando era pensierosa.
Di solito ci avrei messo anni a notare qualcosa del genere in altre ragazze, con lei ogni minuto mi sembrava un'opportunità. Mi avvicinai alle sue spalle e ringraziai nella mia testa Chiara che non mi notò, così da non farmi scoprire. Mi abbassai all'altezza del suo orecchio e le sussurrai qualcosa riguardante le carte. Aveva un profumo buonissimo, non di quelli artificiali, era il suo. Fui davvero tentato dal lasciarle un bacio, ma sapevo che sarebbe servito solo ad allontanarla di più.Pov Annika
Abbassai lo sguardo verso la sua direzione sorridendo. Se mi fossi girata lo avrei avuto direttamente su di me. Avrei potuto baciarlo a quell'altezza e non penso si sarebbe rifiutato. Ci misi un po' a realizzare la piega che avessero preso i miei pensieri, rimproverando me stessa e ricomponendomi sulla sedia. Lui aveva proseguito il viale andando fuori per fumare una sigaretta e io avevo seguito il suo consiglio, arrivando a vincere per l'ennesima volta contro Chiara.
Chiara: Uffaa! Non vale, ti ha dato una mano Tancredi. Perché Gianmarco non la da a me? Secondo te sono i capelli? Disse prendendomene una ciocca fra le mani. La guardai sorridendo e le risposi "No, non sono i tuoi capelli e non sei tu. È lui ad essere ancora cieco, ma vedrai, guarirà" la rassicurai.Nota Autrice
Ciao ragazzi, non ho mai scritto nulla perché non credevo mai nessuno avrebbe letto la mia storia. Sotto l'ultimo capitolo ho letto dei commenti e mi sembra doveroso darvi delle spiegazioni. Mi chiamo Sam, ho 20 anni e frequento l'università. Questo porta via molto del mio tempo e, ad essere sincera, non riesco a scrivere quando "devo" ma solo quando ne ho voglia. La quarantena sicuramente mi rende più libera e per questo credo di potervi promettere più costanza. In ogni caso ringrazio davvero tanto chi ha speso anche un minuto della sua giornata per leggermi. Fatemi sapere ciò che pensate dei personaggi e/o della storia e se trovate qualche errore grammaticale sarei felice se me lo scriveste. Vi mando un grande abbraccio e ci rivediamo presto col capitolo settimo.
STAI LEGGENDO
Summer Solstice || sightanc
FanfictionIl solstizio d'estate è il giorno più lungo dell'anno, ma per Annika, ogni giorno sembrava essere lo stesso. Tuttavia, difronte al nientedimeno che il tramonto più bello che avesse mai visto, decise fosse forse una buona occasione quella, per ricomi...