Capitolo Ottavo

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13 agosto, 10:24, Roma.
Non appena mi svegliai, un mal di testa lancinante prese il sopravvento.
La luce filtrava dalla finestra, illuminando la stanza nella quale dovevo aver passato la notte. Pensandoci, quella stanza non era affatto la mia ma l'alcol aveva annebbiato quasi tutti i miei ricordi.
C'era stata una rissa, poi Vladimir sbandava in auto e infine Annika.
Cosa ricordavo di Annika? Per quanto mi sforzassi, riuscivo solo a ricordarla mentre scendeva le scale preoccupata, niente di più. Ma come ero finito nel suo letto?
E perché Chiara non è qui?
Non avremmo mica... oh mio dio.
Non sarò mica nudo? I pensieri mi stavano divorando e alzai subito le coperte per controllare. Vidi i miei boxer neri ancora al loro posto e non potei fare a meno di notare anche il corpo di Annika, la quale era distesa e mi dava le spalle.
La maglietta che la sera prima doveva aver tanto tirato giù, ora era sollevata, mostrando le sue gambe e il suo sedere. Grandioso, pensai notando che a quel punto qualcun altro si fosse svegliato con me. Non posso starmene qui e aspettare che si svegli. Cosa potrei dirle? Un bel niente! Perché di fatto io non so nulla di quello che sia successo e non posso starmene qui in mutande a pretendere di aver ragione. Devo andarmene prima che si svegli e inizi a farmi domande, pensai. Lentamente, la spostai dal mio braccio sinistro, che intanto aveva perso la sensibilità. Lei non sembrò accorgersene quindi con più disinvoltura scesi giù dal letto e raccolsi i miei vestiti dal pavimento. Dopo averli indossati e aver dato un'ultima occhiata al suo viso angelico, uscii dalla stanza.
Scesi le scale cercando di fare meno rumore possibile e iniziai a percorrere la breve strada fino alla porta. Ero sul punto di esultare dalla gioia per avercela fatta senza intoppi, quando una voce mi inchiodò all'istante.
Chiara: "Buongiorno fiorellino, stai forse scappando?" Disse sorseggiando il suo bicchiere di latte, senza distogliere lo sguardo dalla televisione.
Come avevo fatto a non vederla? È l'essere più strano che conosca. Se ne sta qui di prima mattina a guardare un programma di gente con delle ossessioni su Real Time, mantenendo una concentrazione tale da far paura.
Tancredi: "Non vorrai che i tuoi mi vedano così? Non lascerebbero più che tu esca con noi e con... Gianmarco." Dissi sorridendo e pensando di averla in pugno.
Chiara: "Tancredi lo sai che se fai soffrire Annika..." sottolineò con tono interrogativo, mantenendo una calma che mi fece venire la pelle d'oca.
Non lasciò che spostassi il discorso su di lei o Gianmarco, stava pensando ad Annika e niente l'avrebbe distratta.
Tancredi: "Lo so. Pensa anche a Vladimir, avrà bisogno di te in questi giorni." Le risposi salutandola e chiudendomi la porta alle spalle.

Pov Annika
Avevo aperto gli occhi e mi stavo stiracchiando, portandomi una mano alla bocca per coprire lo sbadiglio apertosi sul mio volto. In un attimo, le scene della sera prima mi tornarono alla mente e il pensiero corse solo da una parte: Tancredi. Il mio letto era vuoto, doveva essersene andato.
Non ci potevo credere, dopo quello che avevo fatto per lui, neanche un ringraziamento. Che codardo e che ingrato! La mattina era iniziata nel peggiore dei modi, ero furiosa. Scappare via come non fosse successo niente, come non fossi mai stato qui. Era questo quello che voleva? Allora glielo avrei dato, ma a modo mio.
Scesi le scale trascinandomi fino alla cucina. Notai Chiara sul divano che guardava quel programma di gente ossessionata dalle cose. Piaceva anche a me, ma non lo avrei mai ammesso. Presi una tazza, ci misi dentro i cereali e ci versai anche del latte. Dopo aver preparato la mia colazione, andai a sedermi accanto a mia cugina in soggiorno.
Annika: "Tancredi se n'è andato. Ci crederesti? Aspetta ma.. da quanto sei qui? L'hai visto andare via? Non ti ha detto niente?"
Chiara: "Sto guardando, shh"
Annika: "Chiara non ci provare" le intimai con tono serio.
Chiara era capace di non dirti qualcosa solo perché nella sua testa, per ragioni per niente valide, fosse giusto così.
Erano "i segreti che manteneva con se stessa" e Chiara non si sarebbe mai tradita.
Chiara: "Il fatto che tu non sappia dove io e Vladimir nascondiamo i preservativi mi porta a pensare tu non ne abbia usati. Non si fa, lo sai Annika? Certo, tuo figlio sicuramente sarebbe un bambino intelligente, ma se lo fai con Tancredi rischiamo di dover crescere un mezzo criminale. Non ce lo possiamo permettere, ci verrebbero su le rughe e i capelli bianchi. E poi siamo così giovani..."
Guardai mia cugina con occhi spalancati, ma cosa aveva capito?
Annika: "Chiara ma sei fuori? Cosa pensi ci abbia fatto? Abbiamo dormito ed é finita lì, niente di più." Le chiarii smontandole tutti i castelli in aria che aveva costruito.
Chiara: "Questa è sicuramente una novità, adesso capisco perché se n'è andato. Non penso gli sia mai successo, si sarà sentito impreparato." Disse togliendomi il cucchiaio dalle mani e infilandoselo in bocca, continuando però a guardare la televisione.
Per me quel discorsi erano follie. Se n'è andato perché... si vergognava? Effettivamente la sera prima si era lasciato parecchio andare, mostrandomi un suo lato molto dolce, però non penso basti per scappare via così.
Dovevo schiarirmi le idee, quindi decisi di andare a fare una passeggiata delle mie.
Raccolsi i capelli in una coda, indossai dei vestiti comodi e uscii di casa.
La giornata era davvero bella, il sole splendeva ma un venticello fresco faceva si che non si sudasse. Decisi di andare a vedere i cavalli come l'ultima volta.
Mi piacevano davvero tanto, avrei voluto averne uno tutto mio.
Camminando dopo un po' riconobbi la villa dell'ultima volta e avvicinandomi ebbi l'occasione di notare fosse abitata in quel momento. Si sentivano delle voci e le serrande erano alzate. Sarebbe stato imbarazzante se qualcuno mi avesse colta lì nella loro proprietà quindi ero sul punto di tornare indietro, quando riconobbi la voce di Tancredi.
A dire il vero, erano urla. Due persone stavano discutendo sotto il gazebo che si trovava dalla parte opposta al recinto dei cavalli. In sostanza, potevo sentire tutto, ma non vedere nulla. La voce che riconobbi, oltre a quella di Tancredi, apparteneva alla ragazza di qualche sera prima: Giulia.
Giulia: "Sei stato fuori stanotte, vero? Guardati, sei ridotto male e stai tornando ora a casa. Ti rendi conto di quanto sei cambiato da quando ci siamo lasciati? Non ti riconosco più!"
Tancredi: "Me ne stai facendo anche una colpa? Tutti cambiano dopo esser stati da cani!" Le gridò di rimando, non l'avevo mai sentito alzare la voce a quel modo.
Giulia: "È stato un errore, quante volte te lo dovrò ripetere? Tu stai facendo stare male anche me in tutti questi mesi, quando sarà abbastanza? Quando tornerà tutto come prima?" Disse la ragazza, la quale sembrava avere la voce spezzata dal pianto.
Ragionando, sembrava che i due fossero stati insieme e che Giulia l'avesse tradito. Si dovevano esser lasciati per questo e lei forse era qui per riconquistarlo.
Tancredi: "Giulia, noi non torneremo mai insieme. Mai, mettitelo in testa e ora lasciami stare."
Giulia: "È per quella ragazza? La cugina di Chiara? Sei stato da loro, vero? Mi hanno detto che sei tornato con Vladimir ma nessuno ti ha riaccompagnato a casa stanotte."
Tancredi: "Non è per nessuno, Giulia smettila." Disse sottolineando l'ultima parola a denti stretti.
Giulia: "Ho fatto centro vero? Lo sai benissimo che basta che te la scopi e ti passa. Ne hai davvero bisogno? Non possiamo saltare questa parte?"
Tancredi: "No che non possiamo. Come ti fa sentire l'idea che io mi scopi un'altra? Avrei tanto voluto anche io che potessi saltare questa parte, ma tu l'hai fatto."
Ero questo per lui? La rivincita sulla sua ex? Ero la scopata per rimettere le cose in pari? Per farla soffrire? Oh mio dio, realizzare tutto questo mi fece sentire una fitta allo stomaco. L'aria si fece pesante e la mia presenza lì era del tutto fuori luogo. Gli occhi avevano iniziato ad appannarsi e non potevo stare ancora lì ferma a sentire. Mi alzai e corsi verso casa, uscirci era stata la scelta più sbagliata che potessi aver fatto quella mattina.

Pov Tanc
"E comunque te lo scordi che per me lei sia solo questo. L'hai vista? Se volessi farmi una scopata andrei da una come te, una che ci sta. Come fai a non arrivarci? Quella ragazza mi piace e per una volta forse voglio fare le cose diversamente, dato che farle alla mia maniera guarda a cosa ha portato" le dissi indicandola.
Giulia: "Vedremo se è così pura come la descrivi tu, sai benissimo che non ci metto tanto a scovare ciò che c'è di più sporco nelle persone. Tutti abbiamo del marcio e ti aprirò gli occhi, vedrai.
Tancredi: "Buona fortuna" le dissi liquidandola, mentre rientravo in casa e chiudevo la porta dietro di me.
Che mattinata intensa, ma non era finita di certo. Chiara probabilmente si sarebbe svegliata a breve e dovevo trovare un qualcosa di carino da scriverle per rimediare al fatto che me l'ero data a gambe.

Spazio Autrice
Ciao ragazzi, finalmente ci siamo col capitolo ottavo. La storia inizia ad entrare nel vivo e ne sono felice perché viene fuori finalmente il carattere dei personaggi. Scusate se l'orario in cui pubblico i capitoli è sempre pessimo, spero vi arrivi la notifica e possiate leggerli al mattino.
Questa volta ci ho messo un sacco anche a trovare la foto adatta al capitolo e sinceramente non mi soddisfa più di tanto. Se aveste foto inerenti a Tanc del periodo 2016/2017 mi rendereste la ragazza più felice del mondo.
Vi mando un megasuper abbraccio e ci vediamo nei commenti e nel capitolo prossimo.
Vostra Sam.

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