1. Domenica

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La domenica è il giorno che odio di più di tutta la settimana, da quando ho ricordo. Da piccina perché odiavo andare in Chiesa, da adolescente perché il giorno dopo sarei dovuta tornare a scuola e da adulta, perché avevo la certezza che sarebbe stata una nuova settimana di merda, da buona pessimista quale sono.
Ma questa domenica aveva un sapore diverso, in questa calda domenica di maggio, si sarebbe svolto il matrimonio della mia migliore amica, Marta.
Io e Marta ci conosciamo da praticamente una vita, è la mia persona. Dove non arrivo io, arriva lei e viceversa.
Io ero tornata soltanto da una settimana. Dico tornata perché fino a una settimana fa vivevo in Scozia, avevo vissuto lì per 5 anni, con il mio, ormai ex, ragazzo. Questa relazione mi aveva dato l'ultima spinta per decidermi a tornare in Italia, desiderio che avevo ormai da tempo, decisi di raggiungere Marta a Roma, da sempre la mia città preferita e quella in cui avevo sempre voluto vivere. Io e il mio ragazzo vivevamo insieme, e i primi anni erano fantastici, ma poi qualcosa inspiegabilmente è andato storto, e la relazione era andata a deteriorarsi in un amore tossico. Non c'era più affetto, rispetto, amore. Da parte di entrambi, la differenza è che io non avrei voluto queso, e per un po' di tempo avevo provato a cambiare le cose, ma purtroppo le cose in una relazione si cambiano in due e se dall'altra parte nessuno fa passi avanti ogni tentativo è inutile.
Quindi ero pronta e carica per un nuovo capitolo della mia vita.

Ero seduta nel letto, dietro Marta, mentre la guardavo riflessa nello specchio. Era super emozionata, non riusciva nemmeno a parlare, aveva solo un enorme sorriso tutto il tempo.
Guardai l'orario nello schermo del mio telefono e mi accorsi che era arrivata l'ora di dovermi mettere il vestito.
"Io vado a cambiarmi nella mia stanza, se ti serve qualcosa urla." le dissi dandole un bacio in testa. Lei si mise a ridere e annuí.

Aprii la porta della mia stanza e mi accolsero dei raggi di sole che entravano timidi dalla finestra. Il sole inizia a calare, e si avvicinava l'ora del tramonto, il mio momento preferito della giornata.
Prima di indossare il mio abito, mi buttai a peso morto nel letto e iniziai a fissare il soffitto.

Ho bisogno di respirare un attimo, pensai.

Si avevo bisogno di respirare. Vedere Marta così felice nel suo giorno mi riempiva di gioia. Ha 24 anni come me, ma aveva già trovato l'uomo della sua vita, Riccardo. Insieme sono perfetti, sono una di quelle coppie che guardi e sorridi perché sprizzano felicità. E questo, forse egoisticamente, mi faceva pensare a quanto a me manchi quella sensazione di stare bene con qualcuno. Anche io avrei voluto un amore fresco, passionale, sereno. E invece mi ritrovavo a portare dietro i cocci di una relazione passata che mi aveva lasciato solo delle ferite ancora aperte. La più grande forse, la mancanza di fiducia, forse la cosa peggiore. Se non hai fiducia nelle persone non riesci a instaurare rapporti facilmente, quindi pensavo a come sarei stata se avessi dovuto trovarmi davanti un ragazzo che, prima o poi, mi sarebbe interessato.
Mi alzai dal letto e mi misi il mio lungo vestito lilla. Andai allo specchio e mi sistemai i capelli, avevo dei capelli lunghi castani, che in quel momento erano semi raccolti con dei ciuffi che cadevano. Mi allontanai un po' dallo specchio e guardai la mia figura intera. Scossi la testa. Non mi piacevo, l'autostima non aveva mai fatto parte di me purtroppo. Nonostante fossi consapevole di non essere una brutta ragazza.
Avevo ancora 20 minuti prima di dover tornare da Marta, e così decisi di sfilare una sigaretta dal mio pacchetto di Winston Blu e metterla tra le labbra.
Andai nel piccolo balconcino che si trovava proprio sopra l'entrata della villa, e inizia ad osservare le persone.
Chi iniziava ad incamminarsi a prendere posto dove si sarebbe tenuta la cerimonia, chi si faceva due chiacchiere, chi rideva.
Il mio sguardò si spostò su un gruppo di ragazzi, e la mia attenzione cadde su uno in particolare.
Aveva dei capelli castani scuri, scompigliati, portava gli occhiali da sole e aveva un bellissimo sorriso. Si fumava una sigaretta, mentre con l'altra mano si metteva apposto i capelli. Notai che aveva una rosa bianca appuntata alla giacca del suo abito blu, così capii che era uno dei due testimoni di Riccardo. Aveva un viso familiare, ma di certo non lo conoscevo.

Entrai di nuovo nella camera di Marta e la trovai in piedi mentre le sistemavano il velo. Rimasi e bocca aperta e inevitabilmente mi emozionai.
"Sei bellissima baby." le dico abbracciandola "Riccardo è un uomo davvero fortunato ad averti trovato."
"Grazie tesoro, ora smettila se no mi metto a piangere e mi si rovina il trucco." disse sventolandosi la faccia con le mani. Ridemmo tutti.
"Pronta ad andare?" le chiesi porgendole la mano.
Lei annuí e mi prese la mano. Arrivammo all'entrata della villa dove c'era il papà che l'aspettava, ancora più emozionato di lei.
"Ti voglio bene" le dissi dandole un bacio sulla guancia mentre la lasciavo al papà.
"Anche io, tanto" ricambiò lei.

Mentre mi avviavo per prendere il mio posto salutai Riccardo.
"Trattamela bene, mi raccomando." gli dissi dandoli due baci.
Lui ricambiò e mi fece un occhiolino.
Per tutto il tempo mi sentivo degli occhi addosso, e quando presi il mio posto iniziai a guardarmi intorno, notai che il ragazzo misterioso di prima mi stava lanciando un bel po' occhiate. Ma ero troppo emozionata per la mia migliore amica per dargli peso.

Una volta finita la cerimonia, li sposi novelli andarono a fare il loro servizio fotografico di rito. Noi invitati, andammo al buffet. Io e i miei amici ci fiondammo subito sui bicchieri di prosecco.
Nel frattempo che scherzavo e ridevo con i miei amici, notai che due ragazzine, sicuramente neanche maggiorenni, andarono dal ragazzo di prima e si fecero una foto.

Mah, sicuramente erano da tempo che non si vedevano. Pensai.

Mi allontanai dalla folla, e mi sedetti su una panchina. Sfilai una sigaretta dal pacchetto, la misi tra le labbra e iniziai ad aspirarla.
Quando ero ormai a metà della mia sigaretta, sentii dei passi sulla ghiaia che si facevano sempre più vicini.
"Ti ho vista mentre mi guardavi prima, sai?"
Ero l'unica persona nel raggio di 200 metri. Questa voce maschile, sconosciuta, stava sicuramente parlando con me. Così mi girai lentamente e lo vidi li in piedi, dietro di me. Il ragazzo misterioso.

Del mio sogno la parte migliore  // Ultimo COMPLETATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora