24. Quando fuori piove

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Alessia's POV

Rimasi in macchina per qualche secondo, ancora con la mano sulla maniglia dello sportello. Cercavo di realizzare ciò che i miei occhi avevano appena visto.
Aveva iniziato a piovere, era una giornata grigia e umida. Sentivo il rumore delle gocce che cadevano sulla macchina e per qualche secondo mi incantai a vederle cadere sui vetri.
Quando tornai sulla terra ferma, la mia rabbia inizio a farsi sentire. Era da tanto che non provavo quella rabbia, e sapevo che non avrebbe portato niente di buono.
Il mio cervello si era spento, non pensava più, non ragionava più. Non sentivo più niente, se non il mio cuore esplodere dalla rabbia.

Uscii dalla macchina, e andai a passo svelto verso il portone di Niccolò, incurante del diluvio. Mi catapultai sulle scale, e a metà incontrai lui. Correva sulle scale, verso di me, o verso Federica probabilmente visto che non sapeva che fossi lì.

"Sei un pezzo di merda!" gli urlai contro immediatamente.
"No, ti prego. Ascoltami, vieni su in casa ne parliamo ti posso spiegare tutto. Niente è come pensi ti prego devi credermi." disse Niccolò immediatamente prendendomi il braccio delicatamente per portarmi su.
"Non toccarmi!" gli dissi scansandomi "Sappi che su ci vengo solo perché non ho mezza intenzione di fare show sulle scale!"

Rimase in silenzio ed entrammo a casa sua.

"Tu, brutto stronzo di merda. Ti incazzi per una cosa che non ho fatto, non ti fai sentire per un cazzo di niente, mi fai preoccupare perché non so se stai bene, mi fai stare male facendomi sentire in colpa per una cosa in cui io non centro. Decido di fare IO il primo passo, arrivo sotto casa tua e trovo la tua ex? Ma che porca troia hai il nel cervello spiegami! Perché io probabilmente non capisco!!!" urlai gesticolando mentre camminavo da una parte all'altra.
"Ti giuro su ciò che ho di più caro che tra me e Federica non è successo niente. Niente! E anche riguardo ieri, sono stato un coglione mi dispiace ti prego credimi."
"Ma chi vuoi prendere per il culo fammi capire? Sappi che a me non frega un cazzo se sei Ultimo o se sei sto cazzo. Io con una persona così non ho intenzione di starci!"
"Come posso provarti che non è successo niente? Dimmi come? Faccio qualsiasi cosa! Ti prego!"

In quel momento notai che i suoi occhi erano diventati lucidi, capii che si stava trattenendo. Ma la mia rabbia era talmente tanta che non m'interessava.

"Non puoi fare un cazzo Niccolò. Avresti potuto cercarmi invece di fare l'orgoglioso o invece di fare la testa di cazzo. Hai deciso di non farlo e creare tutta questa bella situazione. Adesso fammi andare via perché non ho più voglia di vederti."

Sapevo che se fossi rimasta altri 10 minuti a guardarlo in faccia, mi sarei fatta intenerire. Ma non ci stavo più, non potevo farmi fregare di nuovo. Mi è capitato più volte in passato che il mio ex facesse le stesse espressioni di Niccolò, sembrava la persona più sincera del mondo. E invece...
Non poteva succedere di nuovo. Non potevo cadere di nuovo nel vortice. Dovevo salvarmi in tempo.
Uscii dal portone di casa sua, lo chiusi alle mie spalle con rabbia. Camminai lentamente sotto il diluvio. Entrai in macchina, e scoppiai a piangere.
Non riuscivo a calmarmi, continuavo a singhiozzare cercando dell'aria da far entrare nei polmoni. Appoggiai le mani sopra il volante, e la testa su di esse.
Quando mi calmai accesi la macchina e mi diressi verso casa.

Perché tu Niccolò, perché dovevi deludermi tu.
Ti ho dato il mio cuore in mano, e l'hai buttato per terra.

Niccolò's POV

Non riuscii a fermarla. Sentii che in quel momento era giusto che andasse via da sola, sapevo quando aveva bisogno di star sola, e questo era uno di quei momenti.
Non l'avevo mai vista così, e non avrei mai voluto farlo. Mi sono comportato da stronzo ieri notte e ora ne sto pagando le conseguenze. Aveva ragione, se l'avessi cercata ci saremo visti e sicuramente di Federica non avrei visto manco l'ombra. E invece ho deciso di fare le solite stronzate.

Mi buttai sul divano, misi la testa tra le mani e sentii qualche lacrima percorrermi il viso. Non dovevo far accadere tutto ciò, era colpa mia. Sicuramente non avrei lasciato andare via Alessia dalla mia vita, sicuramente non mi sarei fermato. Avrei usato qualsiasi mezzo a mia disposizione per provarle che non era ciò che pensava.
Le avevo promesso più volte che non l'avrei più lasciata andare, e così sarà.

Presi il telefono per chiamare Adriano, avevo bisogno di parlare e sfogarmi con qualcuno. Gli chiesi se potesse passare a casa e arrivò dopo circa mezz'ora.

"Allora?" disse Adriano chiudendo la porta alle sue spalle.
"Ho fatto un casino fratè."

Gli raccontai tutto per filo e per segno.

"Mamma mia Federica è una rottura di coglioni." disse facendo un sorso dalla sua birra. Io annuì.
"Ma scusa fratè ma tu non hai le telecamere di sicurezza in casa?"

Come avevo fatto a non pensarci?! Mi alzai immediatamente dal divano, allargando le braccia come se avessi sentito la notizia più bella del mondo. Presi la testa di Adriano tra le mani e gli diedi un bacio in testa.
"Madonna Adrià cosa mi hai ricordato! Come avevo fatto a non pensarci?! Vado a prendere subito il video!"

Andai a vedere il video. Non avevo le telecamere in camera, ma si poteva vedere quella nel corridoio. Purtroppo non si sentiva niente, ma era palese che non avevo piacere nel vederla, questa sarebbe stata la cosa che mi avrebbe riportato Alessia. O almeno spero...

Decisi comunque che per oggi le avrei lasciato far sbollire la rabbia. Sono sicuro che se l'avessi chiamata ora non avrebbe nemmeno guardato il telefono.
Chiesi ad Adriano se mi poteva fare il favore di chiamarla con una scusa, ero preoccupato e volevo sapere se almeno fosse a casa. Mi disse che andava bene e che aveva la scusa perfetta per chiamarla.

Il telefono iniziò a squillare e lo mise in vivavoce.
"Pronto" rispose Alessia.

Il mio cuore iniziò a battere di nuovo.

"Ciao Ale. Niente ti stavo chiamando se alla fine hai sentito Niccolò, io ancora niente."
"Ciao. Si sono andata a casa sua, e non è stato piacevole sicuramente. Ora scusami, ma devo andare, ciao."

E mise giù senza aspettare nemmeno una risposta. Aveva un tono di voce molto basso, si potava sentire che era stanca. Ma non quella stanchezza fisica, ma stanchezza mentale. Si capiva che aveva pianto. E il mio cuore si spezzò in pezzi ancora più piccoli.

"Oh, Nì! Sta tranquillo. Non la perderai! Dalle tempo."

Del mio sogno la parte migliore  // Ultimo COMPLETATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora