2. Cascare nei tuoi occhi

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"Come scusa?" gli risposi vaga.
Lui fece un sorrisetto e alzò un sopracciglio.
"Dico prima, mentre fumavi, ti ho vista che mi stavi guardando" rispose.
La sfacciataggine di questo ragazzo devo ammettere che mi irritava e incuriosiva allo stesso modo. Aveva ragione, lo stavo guardando e a quanto pare si era accorto di ciò, ma io dovevo pur mantenere una certa dignità.
"Guarda ti sbagli, è possibile che ti abbia guardato. Ma come ho guardato te, ho guardato altre 10 persone" gli risposi mentre spegnevo la sigaretta nel vaso apposito per le cicche.
Lui mi guardò e fece una risata.
Corrucciai la fronte e lo guardai stranita.
"Posso sapere perché ridi?" chiesi.
"Ma no, niente lascia stà" disse con il suo bellissimo accento romano, si mise a sedere sulla panchina "hai un accendino per caso?".
Gli porsi l'accendino. Lo prese e mi ringraziò.
Nel frattempo si tolse gli occhiali da sole che stava indossando e se li appese sulla camicia.
"Comunque piacere, Niccolò" disse sorridendo mentre mi porgeva la la mano.
Mentre li porgevo la mano a mia volta, guardai per la prima i suoi occhi. Non avevano nessun colore speciale, erano degli occhi color cioccolato. Avevano un taglio particolare, ed erano molto profondi.
Se c'erano delle cose che guardavo negli uomini erano: lo sguardo, il sorriso, e il timbro di voce.
E in questo ragazzo, non più misterioso, c'erano tutte.
Continuavo a fissargli gli occhi, saranno stati una manciata di secondi, ma voglio dire, quando ti stai presentando ad una persona e continui a stringerli la mano fissandolo, senza dire ancora il tuo nome, sembri una povera pazza.
"Oh scusami, Alessia" dissi nel mentre che mi misi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Alessia ma che ti succede, di solito non sei così, svegliati sembri un idiota, penso.

Lui fece un bellissimo sorriso.
"Allora sei la migliore amica di Marta giusto?" mi chiese.
"Si esatto, ci conosciamo da una vita ormai" dissi nel mentre che mi accesi un'altra sigaretta "tu invece?".
Lui sputò fuori il fumo della sigaretta e si rimise gli occhiali.
"Riccardo è mio cugino e abbiamo un rapporto fraterno. Siamo sempre stati vicini, anche se ora con il mio lavoro ci siamo un po' persi" mi rispose sospirando.
"Ah mi dispiace, come mai? Vivi fuori?" chiesi.
Lui mi guardò per un paio di secondi, con un sopracciglio alzato.

Che ho detto mai, penso.

"Scusa ma tu non sai chi sono?" chiese lui.
"Dovrei?" lui rise e si mise apposto il ciuffo, anche se secondo me se lo è scompigliato solo di più.
"No no per carità, faccio il cantante, il mio nome d'arte è Ultimo" mi rispose timido.
"Ah, guarda io ho vissuto fuori per un bel paio d'anni, non ti offendere ma non ti conosco proprio" dissi.
"Ma va figurati, non preoccuparti. Lo scoprirai" disse con un sorriso beffardo.
Il suo essere così spavaldo devo ammettere che mi urtava un pochino, forse lo stesso tanto di quanto ne fossi attratta,  ma facevo comunque la distaccata. È il primo atteggiamento che ho nei confronti di un ragazzo, anche se mi interessa. Mi sono costruita muri su muri davanti a me, molti non volendo. Ma la mancanza di fiducia nelle persone porta a fare questo, tendo ad allontanare chiunque mi si pari davanti.

"Lo scoprirò addirittura? Non penso caro" dissi alzandomi e dandoli due pacche nella spalla "io vado a sedermi al tavolo, ci si vede in giro Niccolò" dissi con un mezzo sorriso, mi allontanai prima che lui potesse rispondere. Mentre camminavo verso il ricevimento sentii il suo sguardo addosso, così decisi di girarmi per una frazione di secondo e vidi che mi stava seguendo con lo sguardo. Arrossisco, sorrido, ma continuai a camminare come se niente fosse.
Notai Marta che parlava con dei suoi parenti. Mi avvicinai mettendole un braccio attorno alla vita
"Ti devo rubare due secondi" le sussurro all'orecchio.
Lei sussultò, forse pensando che si trattasse di qualcosa attinente al matrimonio, mi prese per un polso e mi portò dove ancora non c'erano invitati.
"Oddio che c'è?!" disse in preda al panico.
"No tranquilla niente di grave. Volevo solo chiederti, ma che il testimone di Riccardo no, Niccolò mi pare si chiami. Se non sbaglio. Che mi dici su di lui? No perché non me ne hai mai parlato." chiesi con un tono di voce totalmente vago e per niente sospettabile.
"Ahhh hai conosciuto Niccolò eh?! Niccolò è un cantante davvero famoso qui in Italia, non te ne ho mai parlato perché primo non sto a pensare alla sua esistenza, secondo so che non è nemmeno il tuo genere musicale, terzo so che non è nemmeno il tuo prototipo di ragazzo" io guardai per terra, mi misi una mano sotto il mento.
"No no hai ragione, è che ci stavo parlando prima..." non mi lasciarono finire la frase che arrivò Riccardo a rubarmi Marta. Lei si girò verso di me e  mi chiese scusa con il labbiale.

Ci sedemmo al tavolo. Ero seduta con gli sposi, con Sara, l'altra mia migliore amica e seconda testimone di Marta, e i testimoni di Riccardo. Ero a conoscenza di questa disposizione, ma ovviamente non ero a conoscenza dell'esistenza di Niccolò. Quest'ultimo si trovava nella parte opposta del tavolo, davanti a me. Decidemmo così, di iniziare a buttarci nelle danze e di dare il via ad una serie di bicchieri di vino, infinita. Facemmo un brindisi "Agli sposi!" urlammo facendo sbattere i bicchieri.
Io e Niccolò ci fissammo per un paio di secondi. Io come di mio solito, arrossii e distolsi lo sguardo.
La serata va avanti benissimo, tra giochi di sguardi, alcol, cibo, risate, alcol, discorsi del padre, discorsi della madre, alcol.

"E ora, è un grande onore per me, poter chiamare al pianoforte il testimone dello sposo, Niccolò vieni. È tutto tuo!" disse il cantante della band indicando il pianoforte.
Le persone impazzirono, le ragazze tirarono fuori i cellulari ed iniziarono ad urlare. Io mi guardai intorno, sentendomi un pesce fuor d'acqua.
Lui si alzò con un timido sorriso, si tolse la giacca, accorciò le maniche della camicia e si sedette al pianoforte. Aveva le braccia completamente tatuate, e solo in quel momento notai i tatuaggi sul collo.

Mica male, pensai.

Lui nel frattempo si tolse gli occhiali e li appoggiò sul pianoforte.
Iniziò a pigiare i tasti del pianoforte, e io fui totalmente rapita dalla melodia.
"Questa canzone, Marta, è per te da parte di Riccardo" disse ed iniziò a cantare.

"Che poi mi piace anche quando non parli
e canti sottovoce quei tuoi ritornelli
mentre tra le dita rinchiudi i capelli
Comunque con te..."

Io lo guardai fissa, non distolsi lo sguardo un attimo. Mi appoggiai al tavolo mettendo il mio viso tra le mani, come se quella posizione mi facesse stare più attenta alla sua voce.

Finì la canzone, tutti applaudirono. Io solo dopo 5 secondi mi accorsi che lo stavo ancora fissando mentre tornava al tavolo a sedersi.
Niccolò per sedersi al suo posto, fece il giro passando dietro di me.
"Beh manco ora mi guardavi?" mi chiese appoggiando le mani nella mia sedia e inchinandosi verso di me.
Io, orgogliosa e vaga come sempre gli risposi:
"Beh scusa, come tutti. Stavi cantando!" dissi stringendomi nelle spalle.
"Se se... ne parliamo dopo" disse sorridendo e accennando un occhiolino.
Mi imbarazzai, non lo diedi a vedere, o almeno credo. Mi guardai intorno e notai che nessuno aveva visto questa scena per fortuna, guardavano tutti Marta e Riccardo che si erano alzati per un ballo.

Continuò la serata, era ormai notte fonda ed eravamo tutti discretamente brilli. Ci buttammo tutti a ballare. Vidi Niccolò che si avvicinò a me.
Quando ormai era davanti, partii la musica di un lento.

Seriamente?! pensai.

Mi guardai  intorno ma non c'era nessuno dei miei amici con cui ballare, e ormai a quanto pare era troppo tardi per scappare ai lati della pista.
"Missà che te tocca!" mi disse porgendo la mano.
"Ammettilo l'hai fatto apposta." gli dissi con un sorriso ironico. Lui rise sonoramente.
"Come hai fatto a scoprirmi ragazzì?" disse vicino al mio volto.
In quel momento avrei preferito che indossasse i suoi occhiali da sole, perché guardarlo negli occhi, mi mise incredibilmente in imbarazzo.
Lui decise di stringermi un po' di più a se, con le sue mani timidamente nei miei fianchi. Non c'era malizia nel suo gesto, era stato molto dolce.
Ma forse a causa dell'alcol, o della situazione creatasi, avevo bisogno di un po' d'aria.
"Scusami" dissi allontanandomi "vado a fumarmi una sigaretta."
"Vengo con te" disse camminando dietro di me.

Porca troia, pensai, e chi ne esce più.

Ci allontanammo, e andammo dove non c'era praticamente nessuno, ormai erano tutti scatenati nelle danze.
Stavo per prendere la sigaretta dal pacchetto, quando notai che Niccolò fece qualche passo verso di me in silenzio. 
"Quindi, tornando al nostro discorso in sospeso. Mi guardavi prima eh?" disse.
Mi guardò con la testa un po' piegata verso destra, mentre teneva le mani in tasca. Era davvero affascinante.
"Senti, tu mi sembri un po' egocentrico. Ti guardavo, come ti guardavano tutti." dissi seria.
"Mh mh" si limitò a mugugnare lui.
Continuò ad avvicinarsi in silenzio, ormai non c'era più distanza tra noi. Sentivo il mio cuore esplodermi nel petto. Mi mise una mano dietro la schiena, l'altra nella guancia sinistra e socchiuse le labbra guardandomi negli occhi.
"Forse dobbiamo finire di stuzzicarci per oggi, non credi?" sussurrò.
Mi sfiorò le labbra quando  ad interrompere quel momento arrivò Marta, urlando, leggermente ubriaca.
Io e Niccolò ci staccammo immediatamente.
"Aleee, ma che fai?! Ti stavo cercando ovunque! Devo fare il lancio del bouquet! Come potresti non esserci!" mi disse prendendomi per un polso.
Mi girai verso Niccolò, e lo sorrisi facendo spallucce.
Lui ricambiò il sorriso e fece un occhiolino.

Del mio sogno la parte migliore  // Ultimo COMPLETATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora