Anno. 422 l.a.
Erano passati più di nove interminabili anni da quel temporale, il bimbo infreddolito e spoglio di quella notte di pioggia stava crescendo forte e in salute, ma durante quei lunghi giorni all'orfanaio* i pidocchi, le malattie e i soprusi erano all'ordine del giorno.
Aveva imparato in poco tempo a farsi rispettare tra i compagni, ma la vita fra quelle quattro mura era tutt'altro che facile, lo chiamavano "Volrath", che nell'antica lingua di quel maledetto continente stava a dire in modo dispregiativo "corvo o corvaccio".
Lui non aveva mai capito se le monache gli avessero affibbiato quel nome per via dei suoi capelli neri corvini appunto, o invece fosse piuttosto dovuto al fatto che dicevano portasse sfortuna, come quella tempesta che lo aveva recapitato, ma in ogni caso, tutto ció volgeva a suo vantaggio perchè veniva evitato il più possibile da quelle vecchie streghe, che tuttavia non gli risparmiavano comunque qualche bastonata ben assestata.Volrath si sentì chiamare, quando si voltó vide Kyasandra con la sua vestaglietta bianca, ben nascosta, accovacciata dietro l'angolo del corridoio, che gli faceva segno con la mano di raggiungerla. «Ehi Volly!», disse. Soltanto lei lo chiamava con quel nome in modo amichevole.
«Ma sei impazzita?!», esclamò Volrath. «Cosa ci fai in quest'ala dell'orfanaio?? Se ti scoprono sarai punita e metterai nei guai anche me!»
La ragazzina si guardó attorno e sembrava non prestare attenzione a quello che lui stesse dicendo, poi iniziò a parlare: «Ascolta, mi ha detto Osso che ti ucciderà se non farai quello che vuole e sai bene che ne sarebbe capace...»
Il ragazzo si appoggió su un ginocchio e la guardó dritta negli occhi.
«Che ci provi soltanto, non ho paura di quel maledetto grassone!»«Smettila Volly, Osso è il doppio di te, ed è sempre accompagnato da Makha e Spillo, non hai speranze contro di loro, devi fare come dice lui...»
L'orfano sorrise.
«Quei brutti sterchi di cavallo sono l'ultimo dei miei pensieri!! Che Osso mandi loro a rubare l'elemosina nella cappella o il cibo dalla dispensa in cucina, se ne sono capaci!»«Vabene ora basta, farai come vogliono lor...» Kyasandra non fece in tempo a terminare la frase quando, ad un tratto venne colpita con un fine bastone di legno da una monaca che li aveva appena sorpresi.
«Scappa scemo, va!!!» Gridó lei mentre veniva ripetutamente colpita sulla schiena.
La monaca tirava con forza i capelli castani della ragazza con le sue mani e lo squadrava da sotto la tonaca.
«Sì corri lurido bastardo, ce n'è anche per te!!!» Ringhió la decrepita.
Volrath corse lungo il corridoio, poi scese la vecchia rampa di scale in legno di castagno che conduceva al piano di sotto e si nascose dietro una grande statua di pietra raffigurante, in posizione solenne, il Dio Adràn, il vero sovrano di quelle mura che assieme agli altri cinque Dei estendevano il loro dominio in tutto il regno. Volrath non lo aveva mai incontrato di persona, ma pensó che dovesse avere un gran vigore e parecchie energie, perchè se pur così vecchio, aveva sentito dire che era sposato con tutte quelle megere e lui stesso, mentre stava andando a commettere qualche furtarello, le aveva sorprese più di una volta intente a leccarsi avidamente con foga l'una con l'altra, come aveva spesso visto fare ai cani randagi nel cortile.
Rimase nascosto per diversi minuti, poi si ridiresse a passo svelto verso la sala comune.
Da li a poco arrivó correndo Baffo, un ragazzo basso dall'aria distratta con rossi capelli a caschetto; lo chiamavano così perchè nonostante la giovane età gli stavano già cominciando a spuntare dei piccoli baffetti rossi sopra le labbra.
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Gli ultimi Admhysìr-Anime Perdute
FantasiaSTORIA IN VIA DI SVILUPPO, CHE IN FUTURO ANDRÀ REVISIONATA E MIGLIORATA. (Consigli e commenti costruttivi sono sempre ben voluti, voglio ringraziare tutti in anticipo per il vostro tempo!!!) PRIMO VOLUME DELLA SAGA "Gli ultimi Admhysìr" ...