KO

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Aprì la porta del ritrovo, e solo al suo ingresso sentì dei brividi su tutta la schiena. Era da qualche giorno che non ci tornava. Più ci pensava e più Moonbyul pensava anche che non ci sarebbe più tornata.

Se lo augurava davvero.

Era una vecchia sala da ballo, di quelle che sembrano abbandonate a prima vista. Pavimento in parquet, carta da parati, qualche divano consumato, e un tappeto antico.

Tutto rafforzava l'idea dell'abbandono di quella topaia.

Tutto tranne un piccolo dettaglio: una luce al neon verde. In molti davano la propria interpretazione alla lampada, chi vedeva un quadrifoglio, chi vedeva una cometa e chi addirittura il volto di una persona.

Quella lampada era la loro speranza, e in fondo, era giusto così.

Ognuno aveva la propria speranza.
Ognuno aveva ciò in cui credeva, ed era strettamente soggettivo, proprio come l'interpretazione di quella luce.

...

Era spenta.

La speranza era spenta, e con lei anche tutto il resto.

Moonbyul si era trovata nel completo oblio e silenzio, con niente e nessuno. Era sola,  con i suoi pensieri e insicurezze.

Iniziò a farsi avanti nella sala, cercando di capire se ci fosse qualcuno, o se potesse riuscire a raggiungere l'interruttore della luce, ma senza successo.

Non vedeva ad un passo da lei, come poteva vedere la luce?

In quel momento i suoi pensieri cominciarono a ronzarle in testa:

Pensava che quella fosse la scelta sbagliata, che forse doveva tornare a casa e rifiutare l'offerta di.. rifiutare l'offerta di Solar? Poteva davvero rinunciare a lei per un locale abbandonato, dei rapporti tossici e un lavoro da quattro soldi?

Avrebbe potuto rinunciare per ciò che le ha dato da vivere per tutto quel tempo..?

Moonbyul si sentiva debitrice nei loro confronti, ma allo stesso tempo il coraggio le tornò: sapeva che era il momento di spiccare in volo.

In fondo pensava che quella sarebbe stato il suo prossimo passo in ogni caso. Quello fortunato. Altrimenti, perché si sarebbe allenata per tutti quegli anni? Per continuare a stare in strada?

Era palese che prima o poi sarebbe successo.

Era palese.

Moonbyul se ne sarebbe andata.

Così voleva, e così pensò anche in quel momento.

Tastando qua e là, riuscì a indirizzarsi verso l'interruttore del neon.
Si sentiva sollevata.
Non aveva paura del buio, ma l'ansia non ci mise tanto ad arrivare.

Le pareva strano che fosse tutto spento. Il ritrovo in fondo era aperto a tutti.
Pensò che nei giorni durante la sua assenza avessero cambiato qualche regola, e per questo non ci pensò molto.

Appoggiò la mano al tasto dell'interruttore per premerlo.

Invece che la luce, verde e brillante, Byul vide solo rosso e tanto buio.

Cadde a terra e iniziò ad essere dolorante, continuava a sentire calci e pugni su di lei.

Ma non vedeva niente.

Non vedeva nessuno.

C'era solo lei, il buio e il suo dolore.

Pensò alle tecniche di autodifesa che Solar le insegnò il primo giorno, ma ormai era KO. Moonbyul aveva paura, stava soffrendo e non riusciva a vedere.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 06, 2020 ⏰

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