Tredici

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"Mi sei mancata così tanto, spero tu possa venire qui più spesso."
"Devo andare via."

Scesi le scale di corsa, non so a cosa stesse pensando prima il mio cervello in quel momento, volevo solo stare un attimo da sola.
"Aspetta!"
Disse Fred da sopra le scale.
Mi fermai di botto davanti il portone, buttai fuori un sospiro e mi voltai.
"Non volevo farti pressione, volevo solo farti vedere casa mia."
Il suo tono sembrava quasi supplicante, mi calmai un po', volevo rassicurarlo ma nessun suono uscì dalla mia bocca.
Fred iniziò a scendere le scale fin quando non me lo trovai davanti, instintivamente lo abbracciai forte, mi veniva da piangere.
"Mi sei mancata."
Disse stringendomi a sua volta.
"Fred, io..."
"Ssh, per adesso abbracciami e basta."
Mi accarezzò la testa e mi sentii come se quello fosse il mio posto giusto nel mondo.
Tra le sue braccia.
Mi staccai dopo qualche minuto controvoglia.
"Devo andare veramente però..."
Mi avvicinai ancora una volta, non per abbracciarlo di nuovo, stavolta mi misi in punta di piedi e gli diedi un bacio sulle labbra.
Fred mi guardó sorridente, mi cinse le braccia nella vita e mi avvicinò nuovamente a lui.
"Quando ti rivedrò? Tra altri 2 mesi e mezzo?"
Mi schernì tirando fuori una piccola risata amara.
"Domani...e dopo domani... e quello dopo ancora."
Lo rassicurai e gli feci un sorriso enorme.
Io amavo quel ragazzo e non volevo più stare lontana da lui.
"Ti accompagno, devi tornare a casa?"
Annuì.
"Bene, andiamo."
Mi prese per mano e mi tirò leggermente sulle scale.
"Ma la porta è di qua."
Lo tirai a mia volta ridacchiando.
"Dammi un po' di fiducia Evas."
Mi misi a ridere e iniziai a seguirlo.
Tornammo sopra le scale, ma non entrammo in casa, salimmo un altro po' e Fred aprì quella che supposi fosse la porta del terrazzo ed effettivamente era così.
Un grande spiazzale coperto da un tetto di legno, con tante piante di vario tipo, nel lato sinistro c'era un tavolino di ferro con un paio di sedie intorno e tante lucine gialle appese nei muri che servivano per illuminare la terrazza.
Al centro, un po' verso destra, c'era lei.. la Ford anglia volante turchese.
"Tadàà."
Esordì Fred indicando la macchina dei Weasley.
"Mio padre l'ha regalata a me e George, dice che si fida molto di più di noi alla guida che nella smaterializzazione."
"E come dargli torto."
Lo presi in giro io.
"Ma almeno sai guidarla?"
Continuai un po' preoccupata.
"Senti tu! Ho iniziato a guidare questa bellezza alla tenera età di 14 anni."
Fece il finto offeso, poi mi tese la mano e mi aprì la portiera.
"Madame."
Mi misi nel lato passeggero, aspettando che Fred facesse il giro e si sedesse al mio fianco.
"Si parte."
Mise in moto e la Anglia iniziò a volare.
In 10 minuti arrivammo davanti casa mia, Fred spense la macchina e si girò a guardarmi, appoggiò un braccio nel mio sedile e si avvicinò a me per darmi un bacio.
"Vuoi entrare?"
Fred spalancò gli occhi e la bocca senza sapere cosa rispondere.
"Non devi per forza."
Risi per la sua reazione piena di panico.
"Non è che non voglio, ma sai... significherebbe conoscere i tuoi genitori."
Tolse la mano dal mio sedile e se la portò alla testa grattandosi la nuca.
"Non so Chloe, mi sembra un po' troppo presto."
Immaginavo la sua reazione, e aveva anche ragione, insomma avevamo appena fatto pace, volevo solo divertirmi un po'.
"Vuol dire che non vuoi rendere seria ed ufficiale la nostra relazione?"
Iniziai a prenderlo in giro facendo la finta arrabbiata.
"Nonono, non intendevo questo, ma... sai... io..."
Iniziò a balbettare, era talmente impanicato che non ce la feci a resistere e scoppiai in una fragorosa risata.
"Dovresti vedere la tua faccia."
Continuai a ridere ancora più forte quando Fred, che aveva capito che lo stavo prendendo in giro, mi spinse leggermente per allontanarmi.
"Mi stavi prendendo in giro."
Incrociò le braccia, poi mi guardò con un sorriso malizioso e scese dalla macchina dirigendosi verso il cancelletto di casa mia.
"Ma dove vai?"
Dissi scendendo a mia volta dalla macchina.
"Ora entriamo."
Mi rispose appoggiandosi al cancello aspettando che io lo aprissi.
Mi avvicinai a lui, lo abbracciai e mi avvicinai per baciarlo.
"Facciamo un altra volta."
Gli dissi mettendo fine agli scherzi che ci stavamo facendo a vicenda.
"Ci conto."
Mi diede un altro bacio, dopodiché salì nuovamente in auto e facendomi l'occhiolino volò via.
Sorrisi ancora guardandolo mentre si allontanava sempre di più, fino a quando non lo vidi più.
Entrai in casa con un sorriso a 32 denti.
Salutai i miei stampando un bacio nelle loro guance dicendo loro che dall'indomani sarei andata ogni giorno a DagonAlley.
"No Chloe, sai che potrebbe essere pericoloso, Tu-Sai-Chi è tornato, le strade iniziano ad essere molto più pericolose di quanto pensi."
Ecco, mio padre che nell'arco di 3 secondi spegne il mio sorriso.
"Ma papà, non starò a girovagare per le strade, starò al negozio dei Weasley con Mia e Sophie. Loro vanno ogni giorno per stare con loro."
Cercai di convincerlo mettendo in ballo anche le mie migliori amiche.
"No Chloe, da sola non vai da nessuna parte."
Insistette mio padre.
"L'accompagno io."
Alle mie spalle la voce di James pronta a salvarmi.
"DAVVERO?"
Mi voltai urlando contenta verso mio fratello maggiore.
Vedendo lui annuire mi voltai nuovamente verso mio padre facendo la faccia più supplichevole della storia unendo le mani per pregarlo a darmi una risposta positiva.
"E va bene... Ma state attenti!"
Sospirò infine mio padre esasperato.
Urlai di gioia.
"Grazie, grazie, grazie!"
Saltai addosso a mio fratello e iniziai a baciarlo nelle guance.
"Va bene, ho capito, mi ami, ora basta."
Disse ridendo, esasperato anche lui da tutta quella forma di affetto.
Lo tirai verso camera mia per parlare con lui, perché riflettendoci bene, non capivo il motivo del suo farsi avanti per aiutarmi, a lui annoiano queste cose.
Entrati in camera chiusi la porta, mi girai verso di lui e con le braccia incrociate gli chiesi
"Perché?"
"Cosa?"
Rispose con un'altra domanda mentre si sedeva nel mio letto.
"Perché ti sei offerto?"
"Perché sei la mia sorellina e ti voglio bene?"
Mi sorrise malizioso, stava bramando qualcosa.
"Avanti James, appunto perché sono tua sorella ti conosco. Non fai mai niente per niente."
Insistetti nuovamente per farlo parlare, i suoi interessi sono ben altri e non stare con me ogni giorno da Tiri Vispi. Infatti ho accompagnato io Josh perché lui non voleva proprio andare.
"Voglio vedere il negozio."
Continuava a mentire.
"Se avessi voluto vedere il negozio avresti accompagnato tu Josh oggi! Dimmi cos'hai in mente o dico a mamma che ieri sera sei uscito con Elias."
Lo minacciai per farlo parlare, ma a volte dimentico che è un serpeverde.
"Fai pure. Così io le dirò che hai fatto parte anche tu dell'ES, vediamo cosa la farà arrabbiare di più."
Lo guardai in cagnesco e iniziai a tamburellare il piede nel pavimento.
"Non puoi solamente accettare il mio aiuto senza fare troppe domande?!"
Sbuffò infine James.
"La curiosità è donna! Dai J dimmelo."
Provai nuovamente a supplicarlo sedendomi accanto a lui.
Sbuffò nuovamente e poi, finalmente, si decise a parlare.
"Ieri sera, quando sono uscito con Elias, siamo andati a divertirci in un locale, sai per bere un po' di burrobirre e incontrare gente nuova. Abbiamo incontrato la tua amica, Mia con George, poi sono spuntati anche gli altri tuoi amici tra cui Lee, Fred e Sophie."
"Fred non è mio amico"
Lo interruppi per sottolineare l'ovvio, ma mi beccai solo un'occhiataccia.
"Quello che è, fatto sta che ho notato che Sophie è un po' cambiata, tu non pensi?"
Mi chiese facendomi una faccia super maliziosa.
"JAMES! Sophie è la mia migliore amica e non ti permetterò di trattarla come tratti tutte quelle oche delle tue compagne, se vuoi divertirti non farlo con lei."
Risposi infuriata alzandomi dal letto.
"O così o non ci vai a Diagon Alley."
Rispose lui sicuro di sè.
Lo guardai sbalordita, non poteva dire sul serio.
"Dai Chloe, non sto mica dicendo che la devo trattare male, la conosco da quando eravate piccole ed è la tua migliore amica, sai che non ti farei mai una cosa del genere. Dico soltanto che è diventata più carina del solito e vorrei solamente vedere un po' come vanno le cose."
Smise di fare lo stronzo e cercò di spiegarsi nel verso giusto.
"James appunto perché è la mia migliore amica da tanto tempo non posso permetterti di farla stare male, ti conosco, in 17 anni di vita non ti è mai andata bene una ragazza, trovi sempre il modo di lasciarle in asso. Non ti lascerò fare la stessa cosa con Sophie. Mi accontento non andare."
Abbassai lo sguardo fisso al pavimento e invitai mio fratello ad uscire dalla mia stanza.
Lui invece si avvicina a me e mi alza la testa.
"Ti prometto che non la farò soffrire, che non la illuderò e che non la tratterò male, voglio solo conoscerla meglio."
Era abbastanza serio, ma non ero sicura di quelle sue parole...

I'm in love with the shape of you.~Fred WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora