Capitolo 1. Lo scontro

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Tremavo tenendo i fogli stretti tra le mani sudate. Avevo ripetuto tutta la notte per sostenere l'esame orale di coreano, non riuscivo a pensare lucidamente, il mio chiodo fisso in quel momento era arrivare in classe. Fin quando i miei pensieri non furono interrotti da un urto. Mi scivolarono i fogli che apparentemente non stavo stringendo con molta forza e si sparsero sul pavimento dell'università come foglie d'autunno. Non alzai lo sguardo, ma intuii dalla voce e dal corpo che era una figura maschile molto alta,stranamente mi sembrava familiare.

"Cavolo che ho combinato! Scusami tanto, mi dispiace sono sbadatissima. Scusa" Dissi io.

Il ragazzo rise. Portava una maglietta bianca a maniche corte aderente e un jeans nero con quattro tasche sul davanti. Non vidi il suo volto nemmeno quando tra i fogli volanti riuscivo a scorgere la sua figura, portava un cappello nero con visiera e notai che  aveva anche lui dei fogli che come i miei si erano lasciati cadere fino ad arrivare al suolo.

"Non preoccuparti, succede spesso anche a me." Disse lui.

Li raccogliemmo entrambi in fretta e ci alzammo;mi limitai a fare un inchino e a scusarmi molteplici volte per l' accaduto. Me ne andai senza voltarmi fino ad arrivare alla mia meta: la stanza 110

Boy's pov

Stavo uscendo in quel momento dall'aula in cui tenevo lezioni private di italiano. Avevo deciso di studiare, dato che tra le tante  tappe del nostro ultimo concerto avevamo deciso di aggiungere l'Italia. Il professore era un amico di famiglia e mi stava aiutando da diverse settimane.

"Sono sfinito. È persino più difficile del coreano." Dissi tra me e me.

Appena feci un passo per uscire dall'aula mi scontrai con qualcuno; all'inizio non riuscii a vedere il suo volto, era coperto dalla marea di fogli che stavano volando per poi cadere a terra insieme ai miei. Quando mi abbassai per raccoglierli la vidi.

"Wow"

dissi sussurrando, ma lei per fortuna non mi sentì. Non era coreana, il che mi fece imbambolare ancora di più, aveva lunghi capelli castano chiaro, occhi del medesimo colore non troppo grandi, le labbra superiori erano leggermente più sottili di quelle inferiori, naso coperto da pochissime lentiggini che si spargevano fino alle sue gote arrossate. Indossava una felpa corta azzurro pastello e dei leggins neri che le lasciavano scoperto l'ombelico,era snella e alta,sotto portava delle scarpe da ginnastica del medesimo colore della felpa e sul braccio teneva appoggiato un giubbotto di pelle nero.  Mi concentrai sul suo sguardo e notai che era molto in ansia, credo che stesse per sostenere un esame. Non mi degnò di uno sguardo, semplicemente si inchinò con i palmi delle mani uniti scusandosi 25 volte e si, le ho contate. Poi se ne andò di fretta e la vidi entrare nella stanza 110.

Sara's pov

Arrivata in classe mi guardai intorno terrorizzata eravamo in pochi a sostenere l'esame il che mi fece pensare.

"Non ci credo, sono di nuovo la quinta. Perché sono sempre la quinta quando si tratta di elenchi? Dovrebbero esserci più persone. Cribbio capitano tutte a me!
Ok Sara stai calma, respira e ripeti le cose che non ricordi"

rovistai tra i fogli e quando me ne resi conto urlai "NO!"

Il professore e i miei compagni mi guardarono perplessi tanto da farmi arrossire e sudare per l'imbarazzo.

"COME HAI FATTO A PERDERE IL FOGLIO CON GLI APPUNTI E LE PRONUNCIE?! SEI UN GENIO SARA. DAVVERO UN GENIO!" Urlai a me stessa internamente.

Qualcosa però comparve davanti ai miei occhi. Un testo che non apparteneva a me. Sopra in coreano e sotto in italiano,con una scrittura molto confusa e qualche errore grammaticale. Non era mio, quindi cercai di ricordare come avesse fatto a finire in mezzo ai miei fogli.
"Il ragazzo" sussurrai senza farmi sentire.

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