Capitolo 6. Abbandonarsi

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Sara's pov

Cercai di dormire quella notte ma con scarsi risultati, ero troppo euforica per dormire, avrei potuto attraversare tutta Seul correndo e non stancarmi.
Decisi di incanalare tutta l'energia nella scrittura della mia tesi e continuai tutta la notte fino alle sette di mattina. Mi arrivò una chiamata.

"Pronto" dissi sbadigliando e strofinandomi gli occhi.

"Ehi piccola ti ho svegliata?" Mi disse con voce bassa e gentile.

"No in realtà sono rimasta sveglia tutta la notte... Aspetta come mi hai chiamata?" Dissi ridendo, era strano sentirsi chiamare in quel modo da lui, ma mi dava un senso di sicurezza e protezione.

"Dai non fare la cretina."

"Si è offeso, stupido mi piace. Cosa volevi dirmi?"

"Posso venire da te ho voglia di stare un po' insieme e oggi ho la giornata libera. Se vuoi ti aiuto con la tesi, porto anche qualcosa da mangiare e un film, ti va?" Mi disse ritornando serio

"Ma ovvio, vieni pure, solo non portare brioche, non mi piacciono, anzi non portare niente preparo io da mangiare." Dissi fiera di me.

"Mh okay, ma cerchiamo di non distruggere nulla e di non dare fuoco alla tua cucina." Mi rispose in tono scherzoso.

"Aha simpatico, ma non ho io la reputazione di "God of destruction" o almeno non mi hanno ancora dato un soprannome, anche se rompo spesso cose anche io."

Rise e poi sussurrò "Ti adoro lo sai?"

"Si lo so, me lo dicono in molti." Adoravo stuzzicarlo.

"Oh davvero? Beh neanche le army scherzano nel riempirmi di complimenti." Maledetto Kim Namjoon.

"Ma hai scelto solo una di loro." Mi faceva uno strano effetto pronunciare quelle parole, ma allo stesso tempo mi faceva sentire importante.

"La migliore."

Non dissi niente, riuscivo a sentire il suo respiro attraverso il cellulare e non vedevo l'ora di sentirlo accanto a me.

"Sono subito da te, non muoverti"

"Non lo farei per nulla al mondo." Staccai per poi ridacchiare. Non riuscivo ancora a credere che quello che stava succedendo era reale. Posai il cellulare accanto a me sul letto, cominciai a sentire gli occhi pesanti. Mi addormentai.

Mi svegliai un'ora dopo circondata da grandi braccia e con il viso appoggiato al petto della persona accanto a me. Alzai lo sguardo e vidi Nam guardarmi mentre mi accarezzava i capelli.

"Buongiorno splendore." Disse per poi darmi un bacio sulla fronte, poi sulla guancia, sul collo e infine sulle labbra."

"Sei qui." Dissi stringendomi a lui e affondando ancora di più il viso nel suo petto. Il suo odore, la sua pelle che toccava la mia, sembrava il paradiso. Aveva una felpa verde militare e un semplice pantalone nero.

Rise e continuò ad accarezzarmi dolcemente. Poi realizzai.

"Aspetta sei qui? Come fai ad essere qui? La porta era chiusa, non dirmi che l'hai rotta ti prego." Dissi spostandomi e mettendomi seduta sul letto.

Fece lo stesso continuando a ridere poi disse
"La prima volta che sono venuto qui ho notato che posi la chiave sotto lo zerbino fuori, non uno dei migliori posti per nascondere una chiave non trovi?"

"Oh giusto. Beh almeno lì ricordo dov'è, non vorrei perdere anche questa chiave." Dissi facendo spallucce.

"Imbranata." Mi scompigliò i capelli, poi lasciò un  morbido bacio sulle mie labbra.

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