Capitolo 5. Pan Di Stelle

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Sara's pov

Dopo quella giornata passò una settimana senza vederci. Io ero impegnata a scrivere la mia tesi e ad approfondire mentre Nam oltre a studiare doveva anche allenarsi e provare con i ragazzi; nonostante tutto ci scrivemmo e chiamammo tutti i giorni, spesso e volentieri con l'interruzione degli altri membri dei BTS.

Legai con tutti loro e rimasi impressionata da come mi accolsero nella loro vita, erano dei ragazzi davvero speciali, disponibili e divertenti. Mi mancarono tutti quella settimana, beh ovviamente c'era qualcuno che mi era mancato di più...i giorni trascorsero lenti e mi sembrò di essere intrappolata nel tempo. Senza di lui era tutto fermo, tutto meno colorato, non riuscivo a spiegare la sua mancanza, mi faceva mancare il respiro. Era arrivato novembre.

Decisi di staccare un po' dallo studio, avevo bisogno di riposare e non pensare ai miei impegni, inoltre avevo bisogno di stare con Nam. Lo chiamai il primo di Novembre, alle nove di mattina.

"Pronto." Sentii la sua voce stanca e bassa, lo avevo svegliato.

"Nam sono io, torna a dormire credevo fossi sveglio." Dissi io affrettandomi a chiudere la chiamata.

"No sono sveglio da un po', non mi disturbi." Disse schiarendosi la voce.

"Bugiardo" dissi io

Ridemmo entrambi.

"Allora cosa volevi dirmi?" Mi chiese, mentre potevo sentire il suo corpo staccarsi dal letto facendolo scricchiolare.

"Volevo vederti, ti va di andare a fare una passeggiata, potremmo andare al parchetto che ho visto a pochi isolati da casa tua. Ti va?" Non ero sicura che avrebbe accettato, insomma perché avrebbe dovuto.

"Ma certo! Sono pronto tra dieci minuti, passo a prenderti io." Mi disse entusiasta.

"Come tu?" Gli risposi curiosa, non aveva la patente e il loro autista era malato quel giorno.

"Vedrai." Rise e staccò la chiamata senza farmi rispondere.

Guardai il cellulare, sospirai, poi ridendo mi stesi sul letto alzando le gambe al cielo come una bambina felice. Saltai giù dal letto e mi preparai.

Fuori c'era il sole, ma l'aria era fredda e pungente, quindi decisi di mettere un maglione bianco che mi arrivava alla vita e un jeans nero strappato sulle ginocchia, le Adidas bianche e la collana d'argento con un ciondolo a forma di luna che mi aveva regalato mia madre per il compleanno di 20 anni. Misi un filo di mascara e di blush,poi andai in cucina.

Aspettai che Nam arrivasse e nel mentre feci colazione con cappuccino e Pan di stelle, i miei biscotti preferiti, non li vendevano in Corea quindi ero costretta a farmeli spedire  ogni mese. Come potevano vivere sapendo di non poter mangiare la cosa più buona a questo mondo? Finito il cappuccino mi erano rimasti due biscotti da mangiare, ma proprio nel momento in cui stavo per finire la mia colazione, mi arrivò una chiamata. Namjoon.

"Ehi scendi sono qui sotto." Disse appena risposi.

"Arrivo subito!" Dissi prendendo la sciarpa di lana bianca, il cappottino nero e il portafogli con le chiavi, misi un biscotto in bocca e scesi tenedo ancora l'altro biscotto in mano.

Arrivai giù e per colpa di quello che vidi stavo per soffocarmi, ironia della sorte con il mio cibo preferito.
Aveva anche lui un maglione ma di colore nero , pantalone e giubbotto crema e scarpe nere. I capelli erano pettinati e appena lavati. Lo vidi appoggiato ad una macchina nera con le mani in tasca, quando mi vide fece un sorriso e si staccò dall'auto. Era mozza fiato, come poteva una persona diventare ancora più bella in una settimana, magari mi era solo mancato.

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