I muscoli della sua mascella si contrassero in uno spasmo nervoso.
- So che volevi uscire di qui. Che ne dici di scappare per una sola notte insieme a me?- Il suo respiro era come lo ricordavo, caldo e rassicurante.
- Perché sei qui?- Dissi cercando di trattenere il desiderio di ribaciarlo.
- Perché se non fossi tornato ti avrei persa per sempre.- Jackson, seduto sul letto in cui fino a poco meditavo anche su lui, aveva un'espressione talmente lontana da far perdere anche me.
- Jackson...- Il suo nome era una supplica che facevo spesso nei giorni più solitari. Pregavo che mi portasse via con lui ed ora che era davanti a me sentivo di desiderarlo ancora più intensamente. - Solo un giro veloce.- Magari fino a domattina... lasciai che quelle ultime parole scorressero solo nella mia testa.
- Andiamo. - Presi la sua mano e così uscii. Andai nello spogliatoio dei medici assicurandomi che non ci fosse nessuno e mi cambiai.
Ripensai alla prima volta che Jackson aveva aspettato che uscissi da una stanza..raggiunsi la porta e spiai dalla serratura...era ancora li. Il ricordo di quel gesto mi riempì di nuovo la testa. Un nuovo vecchio ricordo.
Misi i vestiti che mi aveva lasciato Sujong per la mia prossima dimissione.
"Grazie Sujong".
Quando fui fuori dalla porta presimo a nasconderci dietro ogni angolo per non essere visti.
Quando fummo fuori, l'aria fredda di Seoul mi colpì forte sul viso.
Il naso iniziò da subito a sgocciolare. Che vergogna. Cercai un metodo per impedire che un rivolo d'acqua bagnasse le labbra.
- Tieni.- Disse gentile passandomi un fazzoletto profumato.
L'essenza era la stessa del profumo che usava. Muschio bianco.
- Gomawo Oppa.- Voler mettere distanza tra ciò che provavo e ciò che provava lui era ormai un metodo così insensibile che rinunciai letteralmente a ingannare la mente e iniziai ad essere sincera. I sentimenti che provavo erano gli stessi di adesso.
- Oppa, dove andiamo?- Dissi sorridendo.
Lui sorrise quasi sentendo che stavo cambiando metodo di approccio.
- Beh go-pah (Ho fame), andiamo a mangiare del maiale. -
- Yeh-peu-dah ( Carino) - Ero al settimo cielo. Un pupazzo appeso fuori dal negozio mi attirò subito - kamsahamnida (Mille Grazie),Oppa. Avevo proprio fame-
*Jackson*
Mi ero premunito precedentemente per quell'uscita, usavo spesso un grande cappuccio ampio e scuro per nascondere il viso troppo riconoscibile quando volevo passare del tempo da persona normale e per quell'occasione era riemerso dal mio armadio quasi richiamandomi.
-Continuo a non credere a cosa sto facendo oppa.- Disse sorridendo a un passante.
- Lo so sono stato uno stupido a lasciare che mi facessi condizionare dai pensieri contorti che mi passavano per la testa.-
-Quali?-
- Lydia se te li dicessi mi prenderesti a schiaffi. - Sorrisi cercando di nascondere l'imbarazzo che provavo.
- Siamo quasi arrivati Oppa?- Era agitata, lo sentivo da come parlava e da come mi guardava.
- Si, eccoci.- Davanti a noi il mio ristorantino preferito.
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My love who came from Seoul.
Fanfiction"Non ho mai pensato che Seoul potesse essere la mia salvezza. Un mondo nuovo,sconosciuto, intrigante. Un mondo che a malapena avevo sentito pronunciare. New York era ormai lontana anni luce dai miei pensieri. Seoul ora era il mio trono e lui , un ra...