Capito 10 - Tell Me Why

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I muscoli della sua mascella si contrassero in uno spasmo nervoso.

- So che volevi uscire di qui. Che ne dici di scappare per una sola notte insieme a me?- Il suo respiro era come lo ricordavo, caldo e rassicurante.

- Perché sei qui?- Dissi cercando di trattenere il desiderio di ribaciarlo.

- Perché se non fossi tornato ti avrei persa per sempre.- Jackson, seduto sul letto in cui fino a poco meditavo anche su lui, aveva un'espressione talmente lontana da far perdere anche me.

- Jackson...- Il suo nome era una supplica che facevo spesso nei giorni più solitari. Pregavo che mi portasse via con lui ed ora che era davanti a me sentivo di desiderarlo ancora più intensamente. - Solo un giro veloce.- Magari fino a domattina... lasciai che quelle ultime parole scorressero solo nella mia testa.

- Andiamo. - Presi la sua mano e così uscii. Andai nello spogliatoio dei medici assicurandomi che non ci fosse nessuno e mi cambiai.

Ripensai alla prima volta che Jackson aveva aspettato che uscissi da una stanza..raggiunsi la porta e spiai dalla serratura...era ancora li. Il ricordo di quel gesto mi riempì di nuovo la testa. Un nuovo vecchio ricordo.

Misi i vestiti che mi aveva lasciato Sujong per la mia prossima dimissione.

"Grazie Sujong".

Quando fui fuori dalla porta presimo a nasconderci dietro ogni angolo per non essere visti.

Quando fummo fuori, l'aria fredda di Seoul mi colpì forte sul viso.

Il naso iniziò da subito a sgocciolare. Che vergogna. Cercai un metodo per impedire che un rivolo d'acqua bagnasse le labbra.

- Tieni.- Disse gentile passandomi un fazzoletto profumato.

L'essenza era la stessa del profumo che usava. Muschio bianco.

- Gomawo Oppa.- Voler mettere distanza tra ciò che provavo e ciò che provava lui era ormai un metodo così insensibile che rinunciai letteralmente a ingannare la mente e iniziai ad essere sincera. I sentimenti che provavo erano gli stessi di adesso.

- Oppa, dove andiamo?- Dissi sorridendo.

Lui sorrise quasi sentendo che stavo cambiando metodo di approccio.

- Beh go-pah (Ho fame), andiamo a mangiare del maiale. -

- Yeh-peu-dah ( Carino) - Ero al settimo cielo. Un pupazzo appeso fuori dal negozio mi attirò subito - kamsahamnida (Mille Grazie),Oppa. Avevo proprio fame-

*Jackson*

Mi ero premunito precedentemente per quell'uscita, usavo spesso un grande cappuccio ampio e scuro per nascondere il viso troppo riconoscibile quando volevo passare del tempo da persona normale e per quell'occasione era riemerso dal mio armadio quasi richiamandomi.

-Continuo a non credere a cosa sto facendo oppa.- Disse sorridendo a un passante.

- Lo so sono stato uno stupido a lasciare che mi facessi condizionare dai pensieri contorti che mi passavano per la testa.-

-Quali?-

- Lydia se te li dicessi mi prenderesti a schiaffi. - Sorrisi cercando di nascondere l'imbarazzo che provavo.

- Siamo quasi arrivati Oppa?- Era agitata, lo sentivo da come parlava e da come mi guardava.

- Si, eccoci.- Davanti a noi il mio ristorantino preferito.

My love who came from Seoul.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora