Capitolo 12- Protect Me, Hold Me Close

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Sapevo di certo che si sarebbero scagliati l' uno sull'altro, così presi coraggio e presi con me Sujong. Era stato con me tutto il giorno e sembrava davvero tenere al mio bene. Non aveva più cercato di baciarmi o di trattarmi male per adularmi. Lo portai via da li senza parlare.
Nella mente mi passavano tanti ricordi. Il parco dell'hotel dove Jackson tirato da me mi aveva baciato. L'aria fredda che mi percorreva il viso durante l'interruzione di Bobby nel ristorante.
Lasciai la mano di Sujong senza guardarlo negli occhi.
- Lasciatemi stare tutti. Vivete le vostre vite senza interferire nella mia. Non amerò nessuno. Non mi concederò a nessuno per nessun motivo. L'amore fa troppo male.- cercai di essere fredda.
- Guardami ti prego. Non fingere che sia tutto ok. - La sua mano mi accarezzò la guancia, la sentii calda anche se la temperatura fuori era fredda e inospitale come il mio cuore.
- È tutto ok. Sul serio. Torno a casa. - Non smisi di camminare finchè la macchina che mi aveva accompagnato non si fermò davanti a me.
Entrai e li iniziai a respirare. Per la prima volta pensai di aver preso la decisione giusta. Nessuno avrebbe sofferto nessuno avrebbe pensato, o sussurrato nomi in vano.
Ora ero una modella alle prime armi, mi dovevo solo dedicare a questo.
Quando mi fermai al primo semaforo vidi qualcosa di inaspettato.
Quel sorriso ancora reggeva su quel viso ormai sconosciuto. Jackson e Mark che uscivano da un bar. "Impeditemi di farmi del male per piacere."
Continuai a contare. 1,2,3...Quando la macchina si mosse abbassai lo sguardo. Dovevo andare avanti.
*Jackson*
Quella macchina. Ero convinto di non avere più neanche il diritto di vederla. Invece dio mi aveva punito/premiato.
Era lei e aveva abbassato lo sguardo. "Ti prego amami ancora. Quando il mondo capirà staremo insieme."
Sorrisi cercando di immaginarmi con lei che mi aspettava dietro le quinte per abbracciarmi e per baciarmi. Un segno di famigliarità, un paradiso che ancora non avevo il diritto di raggiungere. Il suo mondo così lontano dal mio mi spingeva fuori, ai margini del dolore e della sopportazione. "Diventerò qualcuno e tu sarai mia Lydia."

*Lydia*

- Autista mi porti in un posto.- Dissi pensando al grande giardino dove giocavo spesso da piccola.
Papà diceva spesso che i fiori più belli crescevano nel cuore delle persone. Questa frase era stata sempre una di quelle piccole e impercepibili perle di saggezza che tutt'ora non afferravo,ma, spesso mi veniva alla mente e la ripetevo come un mantra. "Crescerà un fiore anche nel tuo cuore Lydia Kim."
Scesa dalla macchina camminai a lungo.
L'aria di quella sera mi faceva sentire protetta e invulnerabile.
Quando vidi il grande parco corsi verso il piccolo castello nella quale spesso mi rifugiavo. Entrai dentro e li rimasi ad ascoltare il bocciolo che piano cresceva dentro il mio cuore.
*Bobby*
Era forse sbagliato desiderare di proteggerla?
-Bobby cosa vuoi fare?- chiese Jaerim quando fummo usciti dalla SM.
- Non lo so.- Dissi senza troppo pensarci.
- Sai cosa vuoi fare ma hai paura di agire. Ti conosco.- Mi fermò e mi fece girare verso di lui. Non riuscivo ad essere lucido. Le mani di quella ragazza, lo sguardo addormentato, la pelle lucida di trucco, i capelli arruffati e i suoi occhi quando si era svegliata. Tutto tornata prepotente nella mia testa. Niente mi sembra più aver senso.
-Cosa?- dissi riprendendo il controllo.
-Vai a cercarla.- Jaerim mi guardò in cagnesco. - O giuro che ti prendo a bastonate.-
Sorrisi al suo modo di spronarmi.
- Grazie Chingu.- Dissi
- Prego Chingu malefico.- Risi vedendo le sue spalle allontanarsi.
*Lydia*
Nelle migliori storie d'amore non c'era forza più grande della fede. Credere in qualcosa e portarla avanti fino in fondo,ma, non mi era rimasta fede o speranza abbondante per continuare a sperare. Mi era rimasto un grande vuoto e un senso di impotenza spaventoso.
Quando ripresi a seguire le linee del castello notai i segni del tempo dopo di che venni distratta dal telefono.
- Yeoboseyo?-
- Ah! Lydia dongseng (sorella più piccola) sono Chaelin, dove ti trovi adesso?- Chiese agitata.
- Nel parco poco distante da casa mia.- Dissi un po' confusa.
- Ok, perfetto.-
Ha riagganciato senza lasciarmi il tempo di capire.
Chaerin, l'unica persona che nei momenti difficili con impegni o non mi ha tenuta compagnia. Vederla mi avrebbe fatto bene.
- Lydia!- Una voce maschile mi chiamò.
Riconobbi il lungo cappotto dal cappuccio immenso. Riconobbi i capelli a spazzola e l'atteggiamento fiero. Bobby correva verso il parco gridando.
Presi tra le braccia le ginocchia e feci finta di non sentirlo.
"Lascia che si stanchi."
- Lydia!- Poi i passi si fecero sempre più frenetici.
"Smettila di seguirmi". "Smettila di cercarmi". "Smettila di fare tutto ciò che fai"
D'un tratto il cellulare prese a squillare e la canzone degli exo (Call me Baby) prese a rimbombare nel piccolo castello. Cercai di spegnerlo in fretta,ma, Bobby aveva già staccato. Sinonimo di: " Ti ho trovata".
Vidi il suo viso toccare delicatamente l'aria che rinfrescava il mio.
- Ti ho trovata.- Disse sorridendo.
"Smettila di sorridere."
*Bobby*
Sembrava una bambina sperduta. Raggomitolata nella giacca troppo grande. Come un cucciolo smarrito. Mi sarei preso la responsabilità di quella scelta. Mi sarei preso anche un rifiuto,ma, era qualcosa che dovevo fare.
Sorrisi di nuovo. Era tenera.
- Mi prenderò cura io di te, cucciolo.- Entrai all'interno e le feci appoggiare la schiena al mio petto.
Le accarezzai i capelli. Mi aspettai un suo rifiuto. Invece si appoggiò serenamente a me e si fece accarezzare senza dire nulla. I muscoli si rilassarono e dopo poco prese a respirare normalmente.
Non penso che si fosse accorta di come era agitata all'interno di quel castello. L'agitazione era una maledizione che aveva scoperto a Seoul. Seoul gli aveva portato tanto scompiglio. L'America anche. Ovvio che non trovasse la giusta strada.
Il suo si che era un mondo duro e famelico. L'avrebbero distrutta se avessero potuto.
Ma non sarebbe successo nulla.
- Finchè hai bisogno di me io ci sarò. Sarò la tua spada e insieme sconfiggeremo tutti gli incubi che ti perseguono. - Si era addormentata.
"Dormi cucciola. Domani ti sentirai al sicuro. Nessuno toccherà o ferirà più il mio cucciolo."
- Non mi lasciare...- Durante il sonno sentii queste parole uscirle di bocca.
Non potevo resistere. Baciai quella bocca calda scoprendo per la prima volta il cuore esplodermi dal petto.
-Non ti lascerò mai, promesso.-

My love who came from Seoul.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora