La notte passò velocemente. Mi svegliai madida di sudore e ricordai con un senso di stordimento il sogno che feci quella notte.
Una melodia che non conoscevo inebriava i miei sensi. Come un grande fiore il mio vestito volava aprendo i suoi petali, che danzavano a ritmo di musica accanto a una figura che non riconoscevo.
Il ricordo di qualcosa di meraviglioso rendeva il mio viso luminoso come la luna che sovrastava le nostre figure.
- Ti prego, non credere che sia facile per me comportarmi in quel modo. - Disse allontanandosi da me di qualche centimetro. - Non posso comportarmi come vorrei. Ci sono cose che non riesco a controllare. - Il suo viso rimaneva nell'ombra. Non riuscivo a riconoscerlo. Anche il suo corpo mi sembrava confuso.
- Chi sei?- Chiesi prendendo un lembo del vestito per non farlo trascinare per terra.
- Tu sai chi sono. - Disse girandomi le spalle e proseguendo all'interno di una villa illuminata.
- Aspetta!- Il vestito mi si impigliava nei piedi, cadevo appena cercavo di rialzarmi. Ero frustrata e innervosita.
Stupido abito!
Arrivai alla porta finestra della villa, ma, quando ne varcai la soglia le luci da luminose divennero fioche, da fioche si spensero e quella figura che prima non riuscii a vedere ora mi teneva stretta a se.
Il calore del suo corpo e il battito del suo cuore non smise un attimo di avvolgermi.
- Cosa dovrei fare? Solo lo sfiorarti, solo sentire il tuo nome, solo il profumo che usi mi confondono. Mi rendono ansioso, instabile, mi rendono fragile.- Disse accarezzandomi la testa.
- Ti prego, dimmi chi sei.- Nulla di tutto ciò accadde. Il silenzio e il vuoto ricomparvero fra me e quello sconosciuto.
"Almeno la voce"
Non riuscivo a ricordare neanche la voce. Quando la sentivo ne dimenticavo la tonalità e l'accento. Tutto mi era famigliare,ma, sconosciuto.
Poi, mi svegliai e mi ritrovai confusa. Questo fu un punto in più per definirmi pazza. Si, cercare di ricordare una persona inesistente di qualche sogno era riconducibile alla pazzia.
Andai in bagno, mi feci una doccia veloce e usci poco dopo con la mia solita t-shirt bianca e lunga e i pantaloncini di jeans strappati che mi piacevano tanto, i capelli li lascia bagnati. Non mi preoccupai minimamente di come potessi sembrare così vestita. Ci avrebbero fatto l'abitudine e se non fosse stato così,bhe...Pazienza.
Presi l'Iphod e iniziai a improvvisare un balletto per tutta la scalita.
Se qualcuno mi avesse visto avrebbe riso di me sicuramente. Ero poco brava nel muovermi e l'accompagnamento musicale non aiutava ( A- Got7). Scuotevo la testa a destra e a sinistra mentre scendevo di corsa le scale.
Vidi di sfuggita una figura che scompariva durante la chiusura della porta.
Sujong.
" Che vergogna! Mi ha sicuramente vista. "
*Sujong*
Quando tornai nella casa dei Kim, dove ero stato ospitato per la notte, mi ritrovai a disagio e frustrato. Difficilmente mi facevo distrarre da questi sentimenti. Questa volta invece erano stati capaci di condurmi davanti a una porta in fondo al corridoio.
"Non posso disturbarla. Sicuramente dorme"
Un suono distinto mi fece correre all'interno. Trovai Lydia per terra con le coperte arrotolate alle gambe.
La guardai per due minuti senza dire nulla, sorrisi anche.
" Che ragazza strana".
La presi in braccio e la riposi nel suo letto. Poi, le accarezzai la testa e ripercorsi pian piano la stanza per uscirne poi fuori nel corridoio.
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My love who came from Seoul.
Fanfic"Non ho mai pensato che Seoul potesse essere la mia salvezza. Un mondo nuovo,sconosciuto, intrigante. Un mondo che a malapena avevo sentito pronunciare. New York era ormai lontana anni luce dai miei pensieri. Seoul ora era il mio trono e lui , un ra...