"Odio fare le file" brontola Cole al mio fianco.
"Sono ore che aspettiamo" sbuffa un altro ragazzo che è dietro di noi.
"Dannazione fateci entrare!" esclama un altro.
Saranno tre quarti d'ora che siamo qui e quella che si dovrebbe lamentare sarei io, dato che il nostro turno sembra non arrivare mai. In più Thomas ha deciso di portarsi dietro due suoi amici. La cosa comica? Lui non è ancora arrivato.
Mi guardo attorno, mentre continuo a spostare il peso del mio corpo da una gamba all'altra con fare annoiato. La grande insegna verticale del Club Evil illumina, anche se ad intermittenza, l'immensa struttura verde.
"Ragazzi, da questa parte!" esclama una voce.
Mi giro per capire di chi si tratti e vedo Thomas che si sbraccia cercando di attirare la nostra attenzione.
Do una gomitata al fianco di Cole e mi avvicino al suo orecchio per parlargli, anche se con un tono di voce leggermente più alto del normale.
"Thomas ci sta chiamando. Avvisa i tuoi amici e andiamo"
Lui annuisce e, mentre io comincio ad andare, lui avvisa gli altri per poi seguirmi.
In realtà non sono suoi amici, ma sembra essere entrati molto in confidenza.
"Finalmente! Dai, entriamo. Conosco il proprietario del locale e ci ha fatto passare senza problemi" afferma Thomas, una volta che gli siamo tutti davanti.
Rapidamente mi afferra la mano e, dopo aver fatto passare gli altri avanti, mi trascina con se.
Entriamo in un corridoio scuro, illuminato solo da qualche faretto.
"C'è proprio bisogno di tenermi per mano?" chiedo.
"Sì"
"Sapevo che non sarei dovuta venire" mi lamento.
"Quanto sei melodrammatica" ride trascinandomi attraverso una porta di ferro blu, tenuta aperta da un uomo abbastanza alto e muscoloso.
Bene, mi sento ancora più bassa e minuta.
Entriamo e rimango stupita. A parte la musica alta, devo ammettere che è davvero un bel posto. I muri sono di un colore blu scuro; ci sono tavoli bianchi, circondati da sedie e poltroncine del medesimo colore. Una parte del lungo muro, che si trova alla mia destra, è adibito alla zona drink ed è illuminata da una luce fredda non molto forte; un barman, coperto per metà dal lungo bancone, sta servendo alcuni drink e alle sue spalle il muro è coperto da un lungo scaffale pieno zeppo di qualsiasi tipo di alcolici.
Devo ammettere che qui non manca l'imbarazzo della scelta.
Al centro c'è quella che dovrebbe essere la pista da ballo, dove ci sono ragazzi e ragazze che ballano o che si strusciano l'un l'altro.
Ovviamente, per quanto possa essere un posto carino, cosa potevo aspettarmi? Contegno? Figurati.
"Dove ci sediamo?" urla la ragazza che è con noi, per sovrastare la musica.
"Ho un tavolo prenotato. Venite con me" urla di rimando mio fratello, facendo un cenno del capo per incitarli a seguirlo.
Più camminiamo e più la musica diventa meno forte, tant'è che è persino possibile parlare normalmente. Ci allontaniamo dal bar e dalla pista e proseguiamo in una specie di grande salone dove gruppi di ragazzi si divertono, ma in maniera tranquilla.
Improvvisamente ci fermiamo e, dopo aver lasciato la mia mano- finalmente direi- Thomas si dirige verso dei tavoli vuoti. Quando si accorge di essere solo, si volta e ci incita a raggiungerlo. Io, Cole e la ragazza di cui non so il nome, ci sistemiamo su un divanetto lounge rivestito da un tessuto bianco, mentre i due ragazzi e Thomas sono seduti su delle sedie del medesimo colore. Sugli angoli della lunga spalliera del divanetto, sono collocati delle lava lampade a forma di cono e di onda.
Devo ammettere che tutto sommato mi piace.
Dopo aver chiesto a tutti cosa volessimo, Thomas, Cole e uno dei due ragazzi, si alzano per andare a prendere da bere.
Nel mentre io mi guardo meglio intorno.
Osservando meglio il tutto, sembra di essere in una di quelle sale dove si riuniscono le persone con una grande influenza nel mercato. Praticamente i ricchi.
Rido tra me e me. Tutto ciò accade solo nei film a quanto pare. Però devo ammettere che sembra una zona totalmente diversa da quella dove si trova la posta da ballo e la zona bar. È molto più tranquillo e la musica si sente senza bisogno di diventare sordi.
Con la coda dell'occhio percepisco dei movimenti alla mia sinistra e, quando mi giro, noto che la ragazza seduta al mio fianco mi sta sorridendo.
Mio dio, è alquanto inquietante.
"Io sono Kristen, ma puoi chiamarmi Kris" si presenta allungando una mano verso di me. "Non abbiamo avuto modo di presentarci prima" continua, spostando il suo caschetto scuro dietro le orecchie.
La guardo scettica alternando lo sguardo dalla sua mano al suo sorriso che sembra da psicopatica.
In realtà mi sarebbe piaciuto continuare ad ignorarli, ma a quanto pare non mi è possibile.
Alla fine opto per l'educazione e, con un sorriso forzato, ricambio la stretta presentandomi a mia volta.
"Hai ragione. Io sono Cassandra"
Osservandola meglio, solo ora noto il septum e il Tragus che ha al suo orecchio destro.
"Sei la sorella di Thomas, vero?"
Annuisco e lei continua "Lui è Stephen. Non lasciarti intimorire dalla faccia da cattivo ragazzo che si ritrova, è innoquo e dolce" continua indicando il ragazzo seduto sulla sedia, proprio di fronte a me.
Ha il capo chino sul telefono e sembra non volerci degnare della sua attenzione, ma meglio così. Però onestamente, più che aria da cattivo ragazzo, sembra avere l'aria da stronzo. Saranno punti di vista. Osservo le mani che stringono il telefono e si possono benissimo notare le vene guizzare. Vorrei guardargli il viso, ma indossa un cappuccio che lo ricopre come se avesse un velo d'ombra che lo nasconde.
Dopo qualche minuto, Katerina riprende a parlare.
"Ci sarai domani sera?"
"Per cosa?"
"Kris è una bambina" interviene il tipo, senza però distogliere lo sguardo dal cellulare.
Ah ma quindi ha una voce. E io che pensavo fosse muto.
"Thomas non la farà mai venire a una robe del genere" continua.
"Bambina lo dici a tua sorella" sbotto irritata. "Comunque di cosa parlavi... Ehm, Katrina?"
Aspetta no, forse è Katerina.
"No, Kris" mi corregge ridacchiando.
Ah ecco.
"Domani sera ci ritroveremo per assistere e partecipare a delle corse di auto. Solo che sono, come dire, speciali" riprende però con lo stesso tono con cui si parla ad una bambina innocente.
Speciali? Per caso faranno correre le principessine? O sono per caso le corse di Mario Kart?
"Corse clandestine, Kris. Corse clandestine. Chiamale col loro nome una buona volta" sbuffa il tipo.
Cosa? Ma che mi ha preso per una ragazza casa e chiesa?
"Voi gareggiate?" chiedo stupita.
Thomas, che ha sempre fatto la predica a me per questo fatto, esce con gente che fa lo stesso? E scommetto che ora vengo a sapere che anche lui partecipa.
"Sì, ma non ti scandalizzare troppo" interviene di nuovo il ragazzo.
Se parla ancora giuro che gli tappo la bocca con una delle lampade. Non può tornare a starsi zitto?
"Tranquillo che non mi scandalizzo" gli faccio un sorrisetto falso, anche se non può vedermi. "Comunque si, ci sarò. Non posso mancare. Dopotutto anche io gareggio a Los Angeles" continuo rivolta alla ragazza.
"Davvero? Oh perfetto" dice entusiasta.
Aiuto, troppa euforia.
"Vuoi venire con noi?" chiede.
Ma neanche morta.
Scuoto il capo e rifiuto la proposta.
"No, grazie. Sarò con Thomas e Cole"
Annuisce.
Dopo qualche minuto di silenzio, chiedo speranzosa "Da queste parti gareggiano anche le moto?"
"Sì, perché da voi no?"
"No, nella mia zona solo auto"
"Oh che peccato. Da noi anche le moto. Infatti Stephen parteciperà con la sua Kawasaki Z800"
Oddio, è un sogno che si avvera. Ho sempre voluto assistere ad una gara fra moto, ma Paul non ne conosceva. In realtà so benissimo che, se solo avesse voluto, avrebbe potuto darmi qualche nome, ma so che non ha parlato perché sotto minaccia di Josh. Farmi gareggiare con le auto è stata già un'impresa, non oso immaginare cosa sarebbe successo se mi fossi imposta anche sulle moto.
"Kris ma ti vuoi tappare quella fottuta bocca?" sbotta Stephen, sollevando finalmente il capo.
"Che c'è? La stavo solo informando" scrolla lei le spalle.
"Non me ne fotte un cazzo. Dalle informazioni sugli altri, non su di me"
"Sì, ma datti una calmata. Mi stava semplicemente spiegando" intervengo.
Okay che la ragazza-di-cui-continui-a-non-ricordare-il-nome abbia un sorriso da psicopatica, ma sto coglione non si può permettere di voltarsi in questa maniera per delle stronzate.
"Ignoralo, non è così di solito" sussurra Kris.
Annuisco e, dopo aver tirato un'ultima occhiataccia a Stephen, riprendiamo a parlare.
"Comunque, tralasciando Stephen, non è l'unico dei nostri che corre con una moto. C'è anche un altro ragazzo, che gareggia con una Ducati 1299 Panigale. È magnifica" dice con occhi sognanti. "Purtroppo non è potuto venire con noi stasera, ma se verrai domani potrai conoscerlo"
In realtà ho smesso di ascoltarla dopo che parlato di Ducati. Quella moto è stupenda a parer mio. Può raggiungere i 294 chilometri orari. Probabilmente non è tra le più veloci sulla faccia della terra, ma è una di quelle che amo. Quanto vorrei poterci fare un giro.
"Se vuoi, domani sera, potrei chiedergli di portarti a fare un giro. Dopotutto mi deve molti favori, perciò non gli dispiacerà toglierne uno dalla lista"
Ma che per caso mi ha letto nel pensiero? Però dio se voglio farmi quel giro. Un sogno che diventa davvero realtà.
Però pensandoci ora, forse è meglio evitare. Non so chi sia questo tizio, anche se è amico di Thomas.
"No grazie" sorrido educatamente. "Come vuoi. Comunque lo conosce anche Thomas, quindi non hai di che preoccuparti"
"Magari dopo ne parlo con lui" scrollo le spalle.
Manca solo che cominci a dare di matto per non averlo informato prima. In realtà non ho bisogno di chiedere la sua approvazione, ma meglio non rovinarci questa settimana.
"E tu invece? Con quale auto partecipi alle corse?" mi chiede.
"Una Chevrolet Camaro SS." dico fiera. "È il mio gioiellino"
"Immagino" sorride "Thomas si vanta sempre di avere una sorella che è campionessa"
Sollevo un sopracciglio, dubbiosa.
Ma chi è questo Thomas di cui parla? Di certo non mio fratello. Di solito, prima di farmi anche solo mezzo complimento, comincia con una sfuriata che dura ore.
"Sul serio?" chiedo. "Comunque si, o almeno nella mia zona. Però come tutti ho avuto anche io le mie batoste iniziali e, grazie al sostegno di Cole e Josh sono andata avanti"
"Anche loro gareggiano?"
Scuoto il capo.
Prima che Kris possa dire o fare qualcosa, ad attirare la nostra attenzione è la fragorosa risata del ragazzo.
"Stephen non essere maleducato" lo ammonisce.
Che cazzo ride? Non essere maleducato? Io a questo lo sgonfio immediatamente così come si sgonfia un palloncino pieno d'aria.
"Che cazzo hai da ridere razza di coglione?" chiedo infuriata mentre batto i palmi delle mani sul tavolo e mi sporgo verso di lui.
Mi ha veramente rotto le balle.
Stefan o Samuel, smette di ridere e mi guarda intensamente. Solo ora mi accorgo dei suoi occhi. Sono castani e hanno un taglio familiare, ma forse mi starò sbagliando. In più sul suo sopracciglio sinistro c'è un piercing ad anellino, mentre quello destro è tagliato.
Nulla di eclatante però.
"Vorrei proprio vedere che popstar sei. Quella dei perdenti sicuramente" ride.
Stringo i pugni talmente forte che sento la pelle dei palmi lacerarsi sotto le unghie.
"Stephen!" lo richiama Kris.
"Popstar dei poveri ci sarai tu"
"Sì sì, certo" ride fragorosamente.
Alzo la mano per tirargli uno schiaffo, ma lui mi blocca afferrandomi il polso, diventando improvvisamente serio, mentre si avvicina sempre più al mio viso. Sono a due centimetri dal suo volto e sento il suo respiro caldo mischiarsi col mio. I nostri occhi sono come incatenati, fin quando lui non sposta il suo sguardo sulle mie labbra, ma solo per qualche istante. Anche se per così breve tempo, sembra essere perso e nostalgico, come se stesse ricordando qualcosa. Questa situazione è alquanto surreale.
"Fammi capire, tu e Josh state insieme? È il tuo nuovo ragazzo? Oppure forse lo è Cole?" sussurra acido, riportando il suo sguardo sui miei occhi.
Rimango inizialmente perplessa, ma quando sto per rispondere, la voce dell'altro ragazzo che era con noi, attira la nostra attenzione.
"Una fila interminabile!" si lamenta buttandosi sulla sedia. "Ehi, ma che succede?" chiede dopo aver visto la situazione.
Come se avessi appena preso la scossa, mi allontano di scatto sotto lo sguardo attento di Stefan. O Samuel. O chiunque esso sia.
"Niente" taglio corto.
"Stephen che cazzo hai fatto?" lo rimprovera il ragazzo.
"Non sono affari tuoi" brontola.
Dopodiché riprende il telefono e torna con l'attenzione su di esso.
Thomas si siede alla mia destra e mi passa la birra, mentre Cole si siede vicino Stephen. Porto la bottiglia alle labbra e ne bevo un lungo sorso.
Grazie a dio non si sono accorti di nulla. O almeno spero.
"Tutto bene?" mi chiede Thomas, posando una mano sulla mia spalla.
Annuisco e, dopo aver bevuto un altro lungo sorso, chiedo "Perché?"
"Non so, sembri strana"
"Tutto bene, tranquillo" sorrido per rassicurarlo.
Tutti riprendono a parlare fra di loro, mentre io, finita la mia prima birra, comincio a sentirmi fuoriluogo.
Mi sento osservata e ho uno strano presentimento, ma non dovrei essere così preoccupata. Alla fine Thomas e Cole sono qui.
Mi guardo attorno, ma non vedo nulla.
Ecco, mi sto facendo semplicemente delle inutili paranoie. È meglio che vada a prendere altro da bere.
Faccio per alzarmi, ma la mano di Thomas mi ferma.
"Dove vai?" chiede accigliandosi.
"A prenderne un'altra" dico ovvia dondolando la bottiglia vuota.
Devo allontanarmi per qualche secondo.
"Vado io, tu resta qui" dice alzandosi.
Sbuffando mi risiedo e riporto lo sguardo sul ragazzo di cui non ricordo più il nome.
Lo studio attentamente, cercando di cogliere qualche dettaglio che mi faccia capire perché i suoi occhi sembravano conoscermi così bene.
Potrebbe essere qualcuno che ho incontrato in passato e che non ricordo. Ma non mi sembra, altrimenti me lo sarei ricordato.
I suoi capelli sono scuri, mentre il suo viso ha dei lineamenti morbidi. A parte la felpa nera che indossa, non posso vedere altro. Però comunque non mi dice nulla.
La mia attenzione si sposta sui suoi occhi e vorrei non averlo fatto. I nostri sguardi si scontrano per la seconda volta in poco tempo, ma non mi faccio intimorire e lo sostengo.
Cosa nascondi? Perché sembri avercela così tanto con me?
La voce di Thomas attira la mia attenzione.
Non mi sono nemmeno accorta del suo ritorno.
Mi passa una bottiglietta d'acqua.
Ma veramente? E poi c'è davvero dell'acqua in questo locale? Wow, ma che posto è questo?
La afferro e la bevo senza pensarcindue volte. Effettivamente avevo un po' di sete.
"Comunque prima ho dimenticato di fare le varie presentazioni" si schiarisce la voce "Allora ragazzi, lei è mia sorella Cassandra. Cassandra, loro sono Kris, Stephen e Carlos" indica uno ad uno prima la ragazza e poi i due ragazzi.
Ecco come si chiamava quindi. Stephen.
"Io e lei ci siamo presentate prima. Sei arrivato tardi" ride Kristen.
"Da quanto tempo vi conoscete?" chiedo.
"Da un paio d'anni. Ma forse anche di più" risponde Kris.
"Ehi, ma dov'è Josh?" chiede Carlos.
"Oh Josh non è -" Thomas inizia a spiegare, ma viene bloccato da un rumore.
Aspettate un attimo, loro conoscono Josh?
Non ho tempo di formulare la domanda, perché sentiamo un rumore che attira la nostra attenzione.
Qualcuno sbatte violentemente un pugno sul tavolo e qualcosa va in frantumi. Tutti-compresa la curiosità di persone che camminano qui vicino-ci voltiamo in un'unica direzione.
"Stephen che minchia fai?" chiede Kris, con un tono misto fra preoccupazione, curiosità e incazzatura.
"Niente" sbotta fissandomi.
Ma che problemi ha? Che ho fatto adesso?
Porto lo sguardo sulla sua mano destra e noto che perde sangue. La bottiglia, proprio di fronte a lui, è frantumata.
"Devi medicarti fratello" riflette Carlos.
Davvero non lo capisco.
"Sì sì, ora vado!" sbotta Stephen.
Dopo essersi alzato, va via infuriato. Istintivamente, mi alzo dalla sedia e mi volto nella sua direzione.
Questa situazione deve essere chiarita.
"Che c'è?" chiede Thomas.
"No, niente. Devo solo... uscire a prendere una boccata d'aria" mento "Scusate"
Ho bisogno di trovare quel ragazzo.
Ma chi si crede di essere?
Accellero il passo per non perderlo di vista e, quando capisco che la sua meta è uscire dal locale, inizio a correre, per quanto possibile, sgomitando fra le persone.
Non mi deve scappare.
Dopo dieci minuti sono fuori, ma di lui nemmeno l'ombra.
"Merda!" esclamo tirando un pugno al muro. "Merda!" ripeto, ma questa volta per il dolore.
Perché devo essere così deficiente?
"Perché mi hai seguito?" chiede una voce alla mie spalle, facendomi sobbalzare.
Mi giro e vedo Stephen che mi fissa con le braccia incrociate.
"Che problemi hai?" chiedo di rimando, mentre mi tengo la mano dolorante con quella ancora intatta.
"Non so a cosa ti riferisci"
"Certo, e io sono nata ieri" dico roteando gli occhi. "Sai bene a cosa mi riferisco"
"Ti ripeto: non so a cosa tu ti riferisca" ripete strafottente.
"Non mi interessa, vediamo di intenderci. Nessuno si è mai permesso di parlarmi in quel modo, perciò non sarai di certo tu il primo. Intesi? E poi, se non ci conosciamo nemmeno, mi dici perché sembri avercela così tanto con me?" chiedo leggermente alterata.
Il dolore alla mano mi sta facendo da anestetico a quanto pare. Non avrei mai reagito così pacatamente.
"A te non interessa saperlo"
"Oh direi proprio di sì, invece"
Lui sbuffa e sposta il peso del suo corpo su una gamba, annoiato.
"Secondo me mi stai confondendo con qualcun'altra" gli faccio notare.
Sento uno strano rumore provenire dalla mia destra, così mi giro per controllare. Con uno scatto mi metto sulla difensiva, mentre mi guardo intorno.
È come se qualcuno ci stesse spiando, ma sembra non esserci nessuno di sospetto. Ci sono solo ragazzi che chiacchierano, oppure sono appoggiati al muro mentre fumano e ridono con i loro compagni. Apparentemente nulla di strano, ma io sento che c'è qualcosa che non va.
La mano dolorante non è molto utile, merda.
Con la coda dell'occhio noto che Stephen si guarda intorno con aria preoccupata. In meno di un secondo me lo ritrovo affianco.
"Che cosa è stato?" chiedo.
"Nulla" risponde. Ma dalla voce si capisce lontano un miglio che non è così.
Mi afferra per un braccio e mi costringe a voltarmi verso di lui.
Sembra preoccupato, e molto.
"Ma che ti prende? Lasciami!" sibilo minacciosa.
Lui aumenta la presa, ma non molla.
"Ascoltami bene. Ora torna dentro e non uscire più, a meno che tu non sia con Thomas o Cole. Non allontanarti da loro per nessun motivo"
Okay, ora mi sto preoccupando.
"Io non prendo ordini. Tanto meno da persone che non conosco" cerco di fargli allentare la presa sul mio braccio, ma senza risultati.
"Tu invece farai come ti ho detto e non dirai a nessuno di quello che è successo. Chiaro?"
Non rispondendo, lui lo ripete con tono di voce più alto, attirando lo sguardo incuriosito di qualche ragazzo.
"Lo dico per il tuo bene. Torna da tuo fratello e non allontanarti per nessuna ragione al mondo" sussurra, ma con tono più calmo.
Alla fine decido di fare come ha detto, così annuisco e finalmente lo vedo tranquillizzarsi.
Mentre mi guardo ancora una volta intorno, Stephen si avvicina al mio orecchio e mi sussurra qualcosa.
"Non fidarti di nessuno. Fidati solo di te stessa e del tuo istinto"
Lo guardo turbata.
"Io non capisco. Mi spieghi cosa sta succedendo?"
Fa un passo indietro.
"Ora è meglio che io vada e che tu torni dentro da tuo fratello. Fa mettere del ghiaccio sulla mano e, mi raccomando, non dire niente a nessuno di quello che è successo qui. Finiresti solo per mettere in pericolo qualcuno"
Decido di non fare più domande, tanto non otterrei comunque risposte.
Qualcosa, nei miei pantaloni, prende a vibrare, distraendomi dai miei pensieri. Infilata la mano nella tasca, estraggo il telefono e noto che è un messaggio di Thomas che mi chiede dove sia finita. Digito rapidamente, per quanto fattibile sia la cosa, i tasti sul telefono e lo informo di essere ancora fuori e che sarei rientrata di lì a poco. Dopo aver inviato il messaggio, infilo il telefono nella mia giacca e, sotto lo sguardo attento di Stephen, rientro nel locale per raggiungere gli altri.
Non devo fidarmi di nessuno, ma solo del mio istinto.
Continuo a ripetermi questa frase come un mantra. Ma cosa avrà voluto dire?Hi guys. Come state? Spero bene. Come state passando questo periodo di quarantena?
Mi scuso per l'assenza, ma prima di continuare ho voluto portare delle modifiche ai capitoli precedenti.Cosa ne pensate di questo capitolo?
E, secondo voi, cosa nasconderà Stephen?Se il capitolo vi è piaciuto, potete lasciare una stellina 🌟 e/o un vostro parere nei commenti. Alla prossima ❤.
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Love on the road
Chick-LitCassandra Lahey è una ragazza che ha amato con tutta sé stessa il ragazzo con cui è cresciuta, sino a quando un uomo ha deciso di portarglielo via per sempre. Da quel giorno è costretta a scappare da quello che è diventato il suo incubo, volando cos...