Lucia, per favore non lasciarmi da solo.
Lucia tiene lo sguardo fisso sui papaveri luminescenti, prima di voltarsi e rivolgerlo al ragazzo in piedi, immobile in mezzo al campo.
- Hai paura del buio - dice. Ed è un'affermazione, Dante se ne rende conto. Nonostante ciò annuisce.
- Ti ricordi di me? - chiede allora Lucia e lui batte le palpebre una, due, tre volte prima di scuotere la testa.
- Allora perché mi hai chiamato?
- Ho paura del buio - ammette Dante e quasi le viene da ridere.
Ovvio. Ha paura del buio. Qui le cose si muovono. Cambiano.
- Come sai il mio nome? - domanda ancora e Dante boccheggia prima di scuotere la testa.
- Ti chiami davvero Lucia?
Quando lei annuisce, lui sospira.- Non lo sapevo. Non ci ho pensato.
Lucia sorride appena. È un sorriso leggero, saputo. Dante si sente escluso da una verità importante, ma scrolla quella sensazione.
- Devo tornare a casa - dice e lei sospira, ritorna sui suoi passi e gli offre una mano. Lui l'afferra e la segue quando spegne la torcia e lo conduce verso le case e l'asfalto.
***
C'è un uomo sul portico della casa di Dante. Lucia non lascia andare la sua mano fino a quando non sono a pochi passi da lui. È alto, un po' pallido e condivide con Dante la forma degli occhi e il naso ingobbito. Sembra teso, forse arrabbiato, preoccupato. Lucia si sente in colpa.
- Papà - chiama Dante quando lei lo lascia andare e l'uomo rivolge un sorriso a suo figlio, prima di indicare il cellulare tra le sue mani.
- L'hai dimenticato quando sei uscito. Ero preoccupato - spiega con voce calma, dolce. Ha il tono di chi nasconde la stanchezza. Dante lancia uno sguardo a Lucia prima di deglutire.
- Mi dispiace, la prossima volta mi accerterò di averlo con me prima di uscire - promette debolmente, poi guarda la ragazza e apre la bocca per dire qualcosa ma prima che possa farlo suo padre interviene.
- È una tua amica? - domanda ed entrambi sussultano. Sta per rispondere quando stavolta è Lucia a interromperlo.
- Sì, è colpa mia se ha fatto tardi. L'ho incontrato e gli ho chiesto di accompagnarmi in un posto - lo dice velocemente, saltando qualche sillaba e suo padre la guarda perplesso prima di inclinare il capo e sorridere.
- Ovviamente, è pericoloso andare in giro da soli a quest'ora - concede e Lucia annuisce. Poi la ragazza sospira e si volta verso Dante.
- Ora torno a casa. Ci vediamo? - offre tentativamente. Dante batte le palpebre e annuisce piano.
- Ci vediamo - sussurra e poi la osserva mentre si allontana a passo svelto nella direzione da cui sono venuti. Un pensiero lo coglie all'improvviso, un quesito che temeva sarebbe rimasto irrisolto.
Ce l'ha una casa? Per un attimo pensa che tutta la loro conversazione sia stata frutto della sua immaginazione, che i danni causati dai traumi si stiano manifestando in quel momento. Si volta e suo padre gli scocca uno sguardo interrogativo. È sicuro che stia ancora cercando di reprimere la preoccupazione.
- Lei era qui, vero? Non me la sono immaginata? - domanda ad alta voce. Non intendeva farlo e non si accorge di aver parlato fino a quando suo padre annuisce.
- Sì, era qui - afferma e Dante prende un profondo respiro.
- Non l'ho mai vista però. Come la conosci?
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Oblio
Conto"In un'altra vita sono morta." Lucia sa che è l'unica della sua specie nella Città di Nuvole. Tra le persone senza volto che incontra ogni giorno, Eleonora è l'unica a somigliarle. Eppure Eleonora non va mai oltre la Cinta, rimane sempre in prossimi...