Capitolo XI

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Bella performance, ora che fate? Ancora l'idea della fuga scommetto.
Camminava con Sara e Cisco ai suoi lati, affiancati a loro volta da Semir, che teneva Ilaria tra le braccia e Federico. Sara era ancora intontita ma camminava. Cisco pareva distrutto. Guardava per terra e non osava far rumore. A giudicare dal pallore del suo viso doveva essere sotto shock. Oltrepassarono insieme i rimasugli inceneriti delle piante. In lontananza si scorgeva ancora della vita, laddove le fiamme si erano sopite.
Vorrei farti una domanda Leonard.
Si diede un pugno sulle tempie.
Mi chiedo se tu non l'abbia già capito. Hai sempre osservato, hai ponderato, senza tentare di influenzare particolarmente gli eventi. Ne hai avuto di tempo per pensare.
Federico lo guardò sorpreso, ma Leo esibì un falso sorriso sornione, non volendo turbarlo. Il ragazzo lo guardò con preoccupazione, ma non fece domande. Tra i due c'era troppo distacco, ma anche rispetto. Erano ancora uniti nello stesso intento.
I genitori dei bambini non torneranno: sono imprigionati in una realtà creata dalla mente di Ambra. Una realtà instabile e sconnessa che consuma e digerisce chi non si addormenta o non ha una volontà abbastanza forte per impedirlo. Il loro desiderio di rivedere i figli li ha tenuti svegli ed uccisi quasi tutti. I restanti sono dispersi. Come ho detto non torneranno. Veniamo al punto: quanto male pensi che possa finire questa storia?
-Parecchio. Tu chi saresti?-
Beh, immagino di essere l'eminenza grigia. Hai dei sospetti o forse hai capito chi sono?
-Non sono sicuro. Molto piacere e vaffanculo. A cosa devo il piacere?-
Oh, è che Bra sta venendo a prendervi, perciò... Ho pensato di farti un saluto finché sei lucido.
Leonard deglutì a fatica. La voce aveva preso un timbro distinto, quello di una bambina piccola.
Non farti troppi problemi: non ti vuole morto. Meriti di vivere e patire.
-Ti ho fatto un torto?-
Lo hai fatto a lei. Ti dimentichi facilmente di chi stupri.
-Da che pulpito. Controlli il suo corpo come...-
No caro, sei male informato. Pensavo di farlo, all'inizio: sarebbe stato indolore per lei e più facile per me... Ma non me l'ha permesso. Stava per cedere, ero riuscita a controllarla in qualche occasione... Ma quando ti ha chiesto aiuto, il tuo disinteresse è stato come un ceffone sul suo bel faccino. Mi ha trovata... E quasi uccisa. Ma poi ha cambiato idea. Io le ho fatto una richiesta... Anzi: una supplica. Ambra ha accettato. Lei...
Ci fu una pausa.
Lei mi ha capita. Mi odia, ne sono sicura, ma vuole comunque aiutarmi...
Proprio mentre realizzava il significato di quelle parole, una mano minuta gli si posò sulla spalla.
<<Fermo.>>
<<Che giornata di merda...>> si voltò. Ambra era pallidissima e stralunata. Il suo volto era deformato in un'espressione di disgusto.
<<C'è ancora tempo per peggiorarla.>>
Un grido lacerò l'aria. Ilaria si era divincolata dalle braccia di Semir, cadendo a terra e lì si contorceva. Il suo corpo scricchiolava mentre i suoi arti si deformavano in angolature innaturali, tra le urla della ragazzina. Semir volò indietro, a terra, prima di poterla aiutare. Non si rialzò.
<<Voi due, levatevi.>> Ambra guardò Sara e Cisco, ma nessuno dei due si mosse.
Lei sorrise lievemente, poi puntò le braccia verso i due, che scomparvero in un turbinio di piume rosso sangue.
Si rivolse a Leonard e Federico:<<Noi tre faremo la strada più lunga.>>
Ilaria emise ancora qualche gemito, prima di immobilizzarsi inerte ed in una posa scomposta, a pochi metri da Semir.
<<Ma guarda, non provi ad attaccarmi Ofelia? Mi deludi, piccola mia.>>
La donna sembrava raggelata. Ambra scattò in avanti. Federico si frappose tra le due e fu colpito ed attraversato dal pugno di lei. Ofelia fu colpita comunque. Cadde in ginocchio, fissando il ragazzo di fronte a lei.
Ambra rise:<<Sei diversa...>> Sfilò il braccio dalla pancia di Federico, lasciandolo stramazzare a terra.
<<Emotiva, feroce, ingenua!>>
Ofelia fece per attaccare, ma desistette quasi subito.
<<Almeno sai quando fermarti.>>
<<IO SI'.>> gracchiò la donna.
Ambra rise ancora: come una madre nell'ascoltare gli eccessi del figlio.
<<Volevo dirtelo: tu non sei per niente come quella cosa inutile, nata accidentalmente.>> fece un cenno verso Ilaria, senza guardarla. Leo notò che si trovava in una posizione differente. Stava strisciando. Ambra non poteva non essersene accorta.
<<In te...>> arrossì <<Io e Sofia ci siamo amate, un tempo. Abbiamo riversato in te ciò che restava del nostro amore, quando questo stava per cessare. Abbiamo trovato la spada che ti porti sempre appresso durante un viaggio e l'abbiamo, ti abbiamo resa viva. Volevamo sancire la nostra separazione con qualcosa di buono, diciamo. Chissà perché però il sentimento non ha attecchito.>>
<<Imbecilli. Avete usato uno strumento di morte come contenitore... I vostri sentimenti non meritavano una lunga permanenza.>>
Il sorriso materno di Ambra s'incrinò.
<<Lo penso anch'io. Ti abbiamo anche dato il nome di una donna suicidatasi per amore, non a caso. Beh, suppongo che non ci credessimo più, a quel punto.>> spostò di nuovo lo sguardo stanco verso Leo.
<<E tu che fai?>>
Lui sibilò:<<Smettila, per favore.>>
Un lampo rosso.
<<Dovresti piantarla di parlarmi in questa maniera. Mi da fastidio....>> era troppo veloce. Lo prese per i capelli, facendolo abbassare alla sua altezza.
<<Hai davvero rotto la minchia, Leonard! Lo avete fatto tutti voi.>>
Secondo te... Chi sopravvivrà?
<<Zitta. Non adesso. Allora, come vi cucino? A fette, sbriciolati, arrostiti... Mmm. Prima però mi piacerebbe sapere... Cosa speravate di fare? Ah, giusto: farmi ragionare. Beh, me ne fotto del vostro moralismo. La farò breve con il monologo. Avete ucciso il mio burbero amico. Tu l'hai fatto. Hai superato tutte le mie aspettative, Ofelia: mi piacerebbe ricambiare.>>
<<LEI TI HA RAGGIRATA! E tu! Vuoi uccidere delle persone perché hanno scelto di vivere?>> Leonard le afferrò le spalle, ansimando ed allontanandola da Ofelia.
Ambra lo guardò con serietà. Per un momento restarono in perfetto silenzio.
<<Sì.>> disse poi, con naturalezza.
Gli conficcò le dita poco sopra il fegato, lacerando vari strati di tessuto muscolare. Tentare di respingerla e colpirla non servì a nulla. Un forte calore lo invase in tutto il busto e fu scosso da uno spasmo allo stesso tempo. Cadde in ginocchio, sentendo fiotti di sangue caldo inzuppargli i vestiti.
<< Ti conviene tamponare la ferita. Voglio uccidervi, ma non tutti.>>
Il tutto avvenne davvero in breve tempo: Ofelia scattò verso Federico e lo trascinò verso Ilaria. Guardò Leonard, per un istante.
Ambra li fissò, come se stesse decidendo cosa fare. Alla fine distolse lo sguardo. Le due si strinsero le mani e scomparvero, insieme ai feriti.
Leo non riusciva a muoversi. Si sentiva svenire ma il dolore glielo impediva.
<<Nel caso il loro abbandono non ti avesse reso chiara la cosa... Sei totalmente inutile, anche per i tuoi amici.>>
La capiva. Ofelia voleva salvare il salvabile, lei compresa...
Stramazzò a terra.
<<I'm a scat man.>> farfugliò, tossicchiando sangue. Gli sarebbe tanto piaciuto ridere.
Proprio tanto.
Resisti. Ancora un pochino.

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