Capitolo 7

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Nathan's pov

«Ci stai dicendo che hanno picchiato la ragazza di Thomas?» Luis si passa una mano tra i capelli, mentre Kyle e Morgan rimangono in silenzio. La migliore amica di Kyle, di cui mi sfugge il nome, ha avuto un problema simile con il padre e lui e Morgan l'hanno aiutata. Sono sicuro che loro sanno già come aiutare Autumn, mentre io non ne ho la più pallida idea.
Annuisco a mio fratello e lui in risposta sospira. «Cazzo.»

Morgan e Kyle si lanciano un'occhiata. «Lei ti ha detto che sta bene, giusto?» Dico di sì a mia sorella e lei borbotta qualcosa; ma è Kyle a completare il suo pensiero. «Allora non puoi fare niente, a meno che lei non si apre con te e ti chieda esplicitamente una mano. Se ti dice che sta bene non vuole che ti impicci.»

«Ma ha un fottuto livido sul polso!» Alzo la voce, portando le mani tra i capelli biondi e tirandoli leggermente. Il pensiero che qualcuno soffra mi strazia; ancora di più se io posso fare qualcosa e non lo faccio. Mi alzo, ignorando le occhiate dei miei fratelli e dei miei amici, e faccio avanti e indietro per il mio appartamento con il cuore in gola. Dovrei solo legarla ad una sedia, puntarle una torcia contro ed estrarle il nome di chi le ha fatto quel livido. Chissà quante persone potrebbero farglielo. È una ragazza, proprio come mia sorella. E se lo facessero a mia sorella li manderei alla stazione di polizia a suon di pugni.

Jasper, che fino a questo momento è rimasto muto come un pesce, si stringe nelle spalle. «Mi dispiace, Nate, ma io la penso come loro. Finché non ci dà un nome non possiamo fare nulla.» Luis gli stringe la mano, seduti sul suo letto, mentre Morgan è seduta a gambe incrociate sul mio e Kyle è steso nel suo. Li ho convocati stamattina d'urgenza, o almeno ho convocato Morgan e Jasper di urgenza qui. Ieri ho incontrato Autumn, e anche se mi ha detto "sto bene" non ho fatto altro che preoccuparmi per il tempo restante. Che starà facendo adesso? Qualcuno le ha fatto altro oggi?
Mi fermo, al centro della stanza. Autumn frequenta questo college; quindi dovrebbe stare nel dormitorio femminile, a meno che ovviamente non sia di qui e viva per conto suo. Ma dal suo accento non sembra canadese.

Guardo mia sorella. «Puoi cercarla nel tuo dormitorio?» Kyle alza il busto in modo da guardarmi e noto che ha un sopracciglio inarcato. Alzo gli occhi al cielo: mica le ho chiesto di andare a cercare nei dormitori maschili. Morgan, però, non sembra apprezzare il mio ragionamento. «E cosa dovrei fare, Nate? Bussare ad ogni porta, cercando una ragazza che non ho mai visto, e magari chiedo come scusa lo zucchero? Mi ritroverei due chili di zucchero in un pomeriggio.»
Stringo piano i pugni, per poi nasconderli nelle maniche della felpa. Sembra che mi stiano remando tutti contro, anche se in un certo senso capisco il loro punto di vista.

«Sapete cosa? Lasciate stare. Dovrei darvi il premio come amici dell'anno.» Preso da una rabbia improvvisa, afferro le chiavi dell'appartamento ed esco sbattendo la porta. Nessuno prova a fermarmi e forse è meglio così. Sono arrabbiato, con la vita più che altro. Cosa ha fatto Autumn per meritarsi qualcosa del genere? Vista da fuori sembra una ragazza normalissima; riservata e un po' timida, forse, ma per il resto vista da fuori la sua vita sembra perfetta.

Con i nervi a fior di pelle mi dirigo in caffetteria. Oramai ho più caffeina in corso che sangue, ma bere caffè mi tranquillizza sempre quando sono nervoso. Appena varco la porta del bar, vorrei darmi un pugno: la stanza è stracolma di persone e la fila per ordinare qualcosa è praticamente infinita. Però i miei occhi incontrano subito dei capelli scuri e ricci, gli occhi sono puntati sul bracciale con cui sta giocherellando e vicino a lei c'è una tazza fumante. Sorrido.
Bingo. «Ciao, Summer.» So benissimo che il suo nome è Autumn, ma mi diverte vedere come arriccia il naso. Mi siedo davanti a lei prima che possa anche solo aprir bocca, come a volerle dire che io da qui non me ne vado.

«Ciao, Nathan.» Smette di giocare con il braccialetto e guarda me, che appoggio il gomito sul tavolo e mi sorreggo la testa con la mano. Alcune ragazze ci stanno guardando da un altro tavolo, ma ad Autumn non sembra importare, e neanche a me. «C'é un particolare motivo che ti ha spinto a sederti qui e che ha interrotto la mia quiete?»

Non rispondo alla domanda ironica che mi ha fatto, anche perché non c'è esattamente una risposta. Voglio sapere chi ti ha fatto il livido per trovarlo e pestarlo, forse? Ma non credo che sia una buona scelta dirglielo. Infondo a stento ci conosciamo, mi prenderebbe per uno psicopatico o una persona violenta. Invece continuo a sorridere nella sua direzione mentre prende un sorso della bevanda, che scopro essere tè. Dalla smorfia che fa so che è ancora bollente, ma non c'è da stupirsi per tutto il vapore che sta uscendo dalla tazza: tra poco accende l'allarme antincendio. «Preferisco il mio soprannome, Nate. Nathan è troppo formale.»

«Io preferisco il mio nome.» Lei alza gli occhi al cielo, posando la tazza fumante sul tavolo. «Ma a quanto pare non ti è chiaro il concetto.» Si porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. I suoi ricci sembrano aver vita propria e spesso le coprono il viso. È una bellissima ragazza e, probabilmente, se non mi guardasse come se avessi appena commesso un omicidio la fisserei per ore.

«Summer è carino come nome.» Ribatto in modo così innocente che le scappa una risata. È breve, lieve, ma è un per sempre una risata. Smetto di sorreggermi la testa con la mano e mi metto composto. Poi congiungo le mani tra loro e le poggio sul tavolo, giusto per fare qualcosa. Inclino un po' la testa. «A te non piace, Summy?»

Lei ride di nuovo, questa volta più di prima. «Adesso ho anche il soprannome del mio finto nome?» Annuisco e le faccio un occhiolino, ovviamente scherzando. Autumn smette di ridere, ma ha ancora gli occhi allegri e il sorriso. «Koi no yokan; ne hai mai sentito parlare, Nate
Corrugo la fronte e scuoto la testa. Non sembra avere origini orientali; allora perché diavolo parla cinese o giapponese? O forse è coreano? Non sono mai stato bravo a distinguere queste tre lingue tra loro. La mia unica consolazione è che anche Luis ha questo problema, basti pensare quando una volta ha dato del cinese ad un giapponese e la ragazza -che era una sua conquista, perché il mio gemello non aveva ancora capito il suo orientamento sessuale- se l'è presa a morte con lui.

«No. È giapponese?» Mi mordo la lingua cercando di indovinare e vorrei darmi il cinque da solo quando Autumn sorride e annuisce. «Cosa significa, Summer?»
Come se si fosse improvvisamente ricordata di qualcosa, spalanca gli occhi e afferra la borsa alla velocità della luce. «Te lo dirò un'altra volta, adesso devo proprio andare.» Mi sorride un'ultima volta. «Ciao, Nathan.» Non ho neanche il tempo di salutarla che è già sparita, ma appena mi giro per vedere dov'è finita la vedo parlare e gesticolare con Thomas. Sembra arrabbiata, adesso, e so che l'ho messa nei casini.

~ Angolo autrice ~
Nathan e Autumn diventano sempre più amici... li shippate? So che non dovrei, ma io un sacco haha. E adoro come Nate si preoccupa per gli altri e in generale per "Summer". Come al solito, spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento 💕

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