Capitolo 1

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Pecchiamo insieme,  
che all’anima fa bene. 

 

~Domenica~

Liam scende le scale trotterellando, stringendo le dita sul corrimano, potendo così saltare due scalini per volta. 

“È possibile che tu abbia più roba di una modella?” Harry lo guarda a occhi stretti, andando nel senso opposto. 

“Sono molto più bello di una modella” gli fa l’occhiolino e con uno slancio, scavalla letteralmente la rampa di scale, finendo in quella appena sotto. 

“Se stai cercando di romperti una gamba, per lasciare tutto il lavoro sporco a me, bada che ti stai sbagliando di grosso” lo dice piano, ma non abbastanza. 

“Non mi farò nulla” lo urla, uscendo dal portone e afferrando l’ennesimo scatolone per portarlo nella sua nuova casa. 

L’appartamento al terzo e ultimo piano, di una palazzina nel quartiere di Shoreditch, è ancora vuoto. Pile di scatoloni, alte fino al soffitto però, rendono l’ambiente leggermente claustrofobico, Liam non vuole pensare a quanto ci saranno altri mobili, oltre al tavolo di legno che definirebbe con gentilezza, vintage e un divano logoro ma incredibilmente comodo. 

Un cucinotto è diviso dal salotto con due pareti di cartongesso incomplete, a cui manca anche la porta. L’unico bagno della casa si trova in camera da letto, ma la doccia è di mattonelline bianche e ha una bellissima porta a vetro che lo fa sembrare più spazioso, nonostante l’unica fonte di luce sia un finestrotto quadrato dai vetri rovinati. 

Dopo aver lasciato casa dei suoi, aveva sempre usufruito dell’ospitalità di Harry, ma da quando aveva accettato il nuovo lavoro da barman in locale notturno, i loro orari erano diventati troppo diversi e quell’appartamento aveva iniziato a risultare stretto. 

Era stato più facile lasciare casa dei suoi genitori che quella di Harry, lui gli aveva assicurato che non doveva farlo per forza, ma la paga è buona e sente di potersela finalmente cavare da solo. 

“Ultimo” Harry lo raggiunge trascinando un enorme scatolone e si sposta leggermente i capelli dalla fronte, asciugandosela con la manica del maglione verde che indossa.  

“Non so come ringraziarti” Liam allarga le braccia in cerca di un abbraccio.  

Harry lo stritola e appoggiando le labbra al suo orecchio sussurra “sei sicuro? È domenica sera, non hai nulla da mangiare e perderai ore a cercare le tue cose negli scatoloni. Dormi da me un’ultima sera” lo prega. 

“Domani non lavoro, passerò la serata ad ambientarmi. Posso ordinare da asporto. Dovresti smetterla di fare il ragazzo protettivo, sono io il maggiore fra i due” gli fa la lingua. 

“Solo sulla carta d’identità” gli fa il verso. 

“Domani ti aspetto per cena, cucino io” si batte il petto orgoglioso e lo segue fuori dalla porta, appoggiando i piedi su un logoro zerbino con la scritta welcome ormai sbiadita, lascito del vecchio inquilino.  

“Se hai bisogno chiamami. Fuori dagli scatoloni ho scritto tutte le cose che contengono. Tutte le cose nuove sono negli scatoloni lì” indica con il dito la pila di scatole accanto alla porta che conduce al reparto notte “so che spesso ho brontolato, ma sentirò la tua mancanza” si abbracciano un’ultima volta e Liam si chiude la porta alle spalle. 

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